I 10 falsi storici su cui saresti pronto a scommettere

Ci sono convinzioni che ognuno si tiene strette, ci sono leggende che non si è disposti ad ignorare, ci sono fatti storici di cui nessuno ha mai dubitato. Anche nel favoloso mondo della storia, tuttavia, esistono dei clamorosi falsi sulla cui veridicità, forse, ciascuno di noi sarebbe pronto a scommettere…

#Vittorio Emanuele II fu sostituito in culla. Sarebbe stato lo statista, amante del gossip, Massimo D’Azeglio a mettere in giro il pettegolezzo secondo cui il primo re d’Italia sarebbe in realtà figlio di un macellaio e non il vero erede della casa Savoia. In una notte del 1821, infatti, in una stanza di palazzo Pitti (Carlo Alberto di Savoia e Maria Teresa d’Asburgo erano infatti ospiti del Granduca di Toscana) divampò un incendio e le fonti ufficiali raccontano che la coraggiosa balia del piccolo Vittorio Emanuele riuscì a portarlo in salvo. Tuttavia sono numerose le coincidenze che avvallerebbero la tesi della sostituzione del piccolo ormai morto; il macellaio che aveva bottega di fronte alla residenza divenne improvvisamente ricco, inoltre era evidente la differenza di statura, fisica e morale, tra Carlo Alberto e il figlio: il primo alto, colto ed elegante, il secondo tarchiato e dai gusti semplici. Insomma, Carlo Alberto non poteva permettersi di perdere un erede e, insieme con esso, la possibilità della successione al trono.

#Mozart è stato ucciso da Salieri per invidia. La voce della presunta rivalità tra Mozart e Salieri che sarebbe sfociata poi nell’avvelenamento da parte di quest’ultimo del famoso compositore venne probabilmente messa in giro dall’ambiziosa vedova di Mozart Costanza Weber, che probabilmente sperava così di screditare la figura di Salieri. La diceria venne infine sostenuta dal poeta russo Puskin che compose un dramma dal titolo Mozart e Salieri in cui appunto la tesi dell’avvelenamento era avvalorata dall’invidia di quest’ultimo.
 Si sa, tuttavia, che Mozart morì all’età di 35 anni per una febbre miliare acuta, quindi per cause naturali.

#Michelangelo uccideva “per arte”. Pare che altri artisti particolarmente invidiosi della sua bravura, misero in circolazione la voce secondo cui Michelangelo avrebbe ucciso un ragazzo di proposito per ritrarre con maggior precisione i dettagli anatomici di un corpo inerme e riportarli quindi perfettamente nel rappresentare il Cristo. In realtà non sembra che esistano documenti che rimandino ad un’accusa di questo tipo. Va detto, inoltre, che la pratica di esercitarsi ritraendo corpi senza vita era piuttosto diffusa tra gli artisti del tempo; attenzione però, senza vita, non uccisi di proposito!

#Brahms traeva ispirazione dai gatti… morenti. Quella messa in giro da Richard Wagner fu probabilmente una delle più perfide calunnie di tutti i tempi: il famoso compositore, infatti, accusava il collega di ispirarsi per le proprie melodie ai rantoli dei gatti che venivano arpionati di proposito in modo che emettessero quegli angoscianti suoni. Viene difficile pensare che uno dei protagonisti della storia della musica internazionale avesse un animo così sadico. E’ evidente che le maldicenze nell’ambito dell’arte sono da sempre molto diffuse e questa dev’essere un triste esempio.

#Napoleone era un nanerottolo. Il mito della bassa statura di Napoleone è del tutto infondato. A quanto si tramanda, infatti, il generale era alto circa cinque piedi e due pollici, ovvero intorno ad 1,67 cm, una statura del tutto nella norma per quel periodo storico. Un falso mito messo in circolazione o per screditare la figura del grande condottiero o per giustificare l’affettuoso nomignolo di “piccolo Caporale” con il quale veniva chiamato dai suoi uomini e dagli altri regnanti.

#Maria Antonietta disse “…che mangino brioches. Da sempre la regina Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, viene dipinta come una persona cattiva e superficiale. Ciò è dovuto soprattutto alla storiografia rivoluzionaria che si mobilitò per mettere in cattiva luce i regnanti e tutta la classe nobiliare (che sicuramente non era esente da colpe). In particolare, la famosa frase che avrebbe pronunciato la regina quando madri e donne in rivolta si lamentavano di non avere pane (quindi cibo) a sufficienza sarebbe una pura invenzione. In realtà, come riporta Jean Jacques Rousseau nelle Confessioni (pubblicate sette anni prima), la frase sarebbe stata realmente pronunciata ma da una principessa di cui non viene citato il nome e non dalla celebre regina, la cui testa rotolò nel bel mezzo di Place de la Révolution.

#Galileo Galilei sussurrò, dopo aver abiurato, “Eppur si muove. Forse nell’ideatore di questa espressione vi era la volontà di descrivere Galileo come un personaggio temerario, ma in realtà questa frase non venne mai pronunciata. Fu lo scrittore Giuseppe Baretti, nel 1757, a ricostruire questa vicenda per il pubblico inglese forse arricchendola di particolari non del tutto veritieri. Secondo la versione di costui Galileo Galilei, dopo aver pronunciato la solenne abiura della proprie teoria eliocentrica – che ricalcavano quella copernicana – di fronte al Tribunale dell’Inquisizione, avrebbe sussurrato appunto “Eppur si muove” riferendosi, ovviamente, alla Terra. A quanto ci è dato sapere, si tratta solo di una leggenda, certo suggestiva, ma pur sempre una leggenda.

#Cesare prima di morire disse “Tu quoque, Brute, fili mi. Fu lo storico latino Svetonio a raccontare che Giulio Cesare morì a causa di ventitré pugnalate e che, secondo alcune testimonianze, prima di spirare avrebbe sussurrato “kai sú, téknon?” (poi tradotto nel più celebre “Tu quoque, Brute, fili mi?”). Questa espressione, emblema del tradimento, sembra tuttavia non essere mai stata pronunciata; come riporta lo stesso Svetonio nell’estratto precedente, infatti, Cesare avrebbe per soltanto emesso un gemito alla prima pugnalata per poi attendere la morte in silenzio.

#I re di Roma erano sette. No, non è Francesco Totti l’ottavo re di Roma ma Tito Tazio. Questo sovrano sabino, infatti, governò insieme a Romolo per cinque anni e probabilmente per questo non viene inserito tra i celebri “Sette”. La condivisione del potere fu dovuta alla fusione dei due popoli, quello latino e quello sabino, in seguito alla guerra intrapresa per vendicare il cosiddetto “ratto delle Sabine”, ovvero il rapimento da parte dei Romani delle fanciulle sabine non maritate allo scopo dare ai giovani latini delle mogli e quindi dei figli, futuro della città. Furono proprio queste fanciulle a porre fine allo scontro, scongiurando i padri da una parte e i mariti dall’altra, favorendo così l’unione delle due popolazioni.

#Le piramidi sono state costruite dagli schiavi. Questa è forse una delle convinzioni storiche (errate) maggiormente radicate nell’immaginario comune. Non furono gli schiavi a costruire i grandi mausolei a colpi di frusta, ma operai regolarmente stipendiati. Recenti scavi effettuati nel sito di Giza, infatti, hanno portato alla luce tombe appartenenti ai costruttori delle piramidi di Cheope e Chefren, erette circa 45.000 anni fa; se si fosse trattato di umili schiavi – come afferma lo stesso Zahi Hawaas, direttore della squadra di archeologi – non avrebbero potuto costruire le loro tombe a fianco di quelle dei faraoni.

Eravate davvero convinti della veridicità di queste notizie? 
Questi e tanti altri misteri riserva la storia, un mondo tutto da scoprire.

Beatrice Anfossi