US Open 2017: chi vince prende tutto

Lo US Open può regalare la corona ai top 3: chi lo vince diventa #1.

Lo scenario

Mancano pochi giorni all’ultimo Slam della stagione e poche, pochissime altre volte nella storia del tennis c’è stata tanta attesa e trepidazione per l’inizio di un torneo dai 2000 punti ATP.
Lo scenario è da thriller psicologico: la stagione tennistica 2017, ormai agli sgoccioli, ha segnato il poetico ritorno di due colonne di questo sport: Roger Federer e Rafael Nadal, che hanno messo in ombra lo scettro sterile di Andy Murray, numero uno per quasi tutto il 2017 ma senza Slam o master 1000 vinti.
Il 31enne maiorchino ha vinto senza sudare il 10° Roland Garros, saltando in questo finale di stagione sul gradino più alto della classifica ATP, zittendo tutte le accuse di un corpo ormai a fine corsa.
Il 36enne di Basilea invece ha definitivamente firmato il più clamoroso dei ritorni, sulla soglia del ritiro ha vinto rispettivamente il 18° e 19° Slam in Australia e a Londra, salendo inaspettatamente fino al 3° gradino del podio a pochi punti dallo spagnolo.
Ultimo ma non per importanza è il terzo incomodo: Andy Murray. In evidente disagio da vertigini sul gradino più alto il suo regno è durato solo 40 settimane, smentendo chi lo vedeva saldamente al comando per un periodo ben più lungo.

Le condizioni

Rafa è stato spazzato via 6-2 7-5 da Kirgios a Cincinnati, arriva a New York in fiducia ma non nel pieno della forma a causa di una stagione col piede costantemente sull’acceleratore.
Roger ha rinunciato a Cincinnati per un riacutizzarsi dei problemi alla schiena, l’ultima partita è la finale persa contro il Next-Gen Zverev, a Montreal.
Andy ha saltato gli ultimi 1000 per dei problemi all’anca, la condizione dello scozzese quindi è ancora tutta da verificare.

I blocchi di partenza

Appollaiati a pochi punti di distanza, tutti e tre possono guadagnarsi la n.1 a fine torneo.
Togliendo i punti da difendere, la situazione al Day 1 sarà la seguente:

1. Nadal, 7465
2. Federer, 7145
3. Murray, 6790

Oltre i meccanismi

Se farlo non è mai facile, evitare la gufata per questi tre a New York sarà impossibile.
Ogni turno raggiunto può dare una mano ai tre moschettieri a superarsi a vicenda come nemmeno ai bei tempi di Rossi-Biaggi.
Ora più che mai chi perde per primo si becca la medaglia di bronzo, con Nadal leggermente avvantaggiato da un salvagente di 300 punti dall’inseguitore principale, l’elvetico.
C’è un solo metodo per i tre big per evitare di stare con la calcolatrice in mano per due settimane, vincere il torneo. Chi vince lo US Open diventa automaticamente n.1 del mondo con buona pace del finalista, che riscuoterebbe 800 punti ATP in meno:

Sogno Roger

Se la possibilità fa luccicare gli occhi di tutti e tre i contendenti, chi ha l’acquolina alla bocca è sicuramente Roger Federer che adesso ha un occasione che potrebbe non tornare mai più: questo US Open può significare, oltre all’ennesimo trionfo, anche ad una pioggia di record a cui lo svizzero punta da sempre.

Eccoli:

  • Miglioramento del record di settimane da n.1: 303 ;
  • Record di n.1 più anziano della storia: 36 anni, appartenente all’intramontabile Agassi, con 33,4 ;
  • Record di slam e primo tennista a vincere 20 Slam nella storia ;
  • Ultimo ma di importanza capitale, record di n.1 a fine stagione: (che ancora non avrebbe come acquisito dati i tornei successivi, ma che sicuramente aiuterebbe al rush finale) Pete Sampras comanda a 6, Federer segue a 5.

Mine vaganti

Il tennis però si sa, non è una scienza esatta, e a rompere le scatole ai tre velocisti ci saranno tennisti molto più On Fire dei tre contendenti al trono:

Zverev: nemico pubblico numero 1, è la stagione più vincente della sua carriera (ancora solamente agli inizi), il 2017 fino a questo momento è stato l’anno del nuovo protagonista del circuito.
Dimitrov: dopo il primo 1000 vinto a Cincinnati si gioca l’ennesima chance per dimostrare che non è un bluff.
Kirgios: dopo un periodo nero è tornato prendendo letteralmente a pallate Nadal, venendo sconfitto in finale a Cincinnati dal bulgaro, sul cemento può collezionare vittime eccellenti.

L’occasione quindi è ghiotta, ghiottissima per tutti e tre, ma è giusto considerare che lo svizzero si gioca una fetta di torta dalle dimensioni clamorosamente grandi.
Sperare che arrivino tutti in semifinale è un augurio da cui non possiamo esimerci, sperando di vedere allora i tre tennisti prendersi a scaldabagni per la corona del tennis mondiale.