Un’ora con Barack Obama e David Letterman, non c’è bisogno di presentazioni

Cosa succede nella vita del Presidente degli Stati Uniti d’America e in che modo cambiano le sue priorità quando non lo è più?

Grazie a “My next guest needs no introduction” (in Italia “Non c’è bisogno di presentazioni con David Letterman”) chi se lo stesse chiedendo potrà scoprirlo.

La nuova serie originale di Netflix sancisce il ritorno all’intrattenimento di David Letterman che in sei episodi (uno per ogni mese) di un’ora ciascuno avrà il piacere – come ha tenuto a precisare – e l’onore di intervistare personaggi del calibro di George Clooney, Malala Yousafzai, Jay-Z, Tina Fey, Howard Stern. Nel primo episodio della serie presente sulla piattaforma streaming già dal 12 gennaio 2018, David Letterman ha intervistato il 44° Presidente degli Stati Uniti d’America: Barack Obama.

Nulla di istituzionale o reverenziale, ma semplicemente una chiacchierata informale e piacevole tra i due, amici ed estimatori l’uno dell’altro da tempo. Da un lato David Letterman con una barba lunghissima, l’irriverente di sempre col talento del ritmo e della provocazione ad ogni battuta e dalle domande precise e  dall’altra Barack Obama, l’uomo dal sorriso sincero dato per scontato, un produttore vivente di empatia, garbato, elegante, umile nonostante sia stato l’uomo più potente del mondo.

In uno studio poco illuminato, molto diverso da quello storico di Letterman, composto solo da un palco, due poltrone comode, un tavolo con dell’acqua sopra, nessuna band ma un pubblico in sala pronto ad ascoltare e all’occorrenza interagire. Barack Obama si è raccontato a Letterman in un dialogo alla pari fatto di confidenze, domande e risposte pacate e ponderate, senza mai strafare e non nominando mai l’attuale Presidente in carica.

Tra battute e constatazioni di Letterman, Barack Obama ha rivelato che il giorno dopo la fine del suo mandato ha dormito e ha ricominciato la sua vita viaggiando molto e dedicandosi a Michelle e alle sue figlie. L’ex Presidente USA ha dichiarato “avevo la sensazione di aver corso la gara, di averla completata, ero orgoglioso del lavoro che avevamo svolto ed ero pronto per la prossima tappa”.

Si è parlato di politica americana senza aggressività, del ruolo da first lady di Michelle che ha lasciato il segno, dell’importanza di comprendere “sono il Presidente degli Stati Uniti d’America e devo comportarmi da tale”, dei genitori di Obama, della sua istruzione e dell’informazione. A tal proposito, Barack Obama ha detto: “Una delle maggiori sfide oggi è che non abbiamo una base comune di notizie, di fatti. Quello che i russi hanno sfruttato è esattamente questo. Ci sono universi di informazione completamente diversi. Se guardi Fox News, vivi su un pianeta diverso rispetto a chi segue NPR”.

Ma Letterman ha spostato l’attenzione anche su Selma mostrando le immagini dell’intervista a John Lewis realizzata sul ponte Edmund Pettus a Selma, in Alabama e focalizzandosi sull’importanza di quel gesto storico propedeutico ed imprescindibile per l’elezione del primo Presidente USA di colore della storia americana. Ma spazio c’è stato anche per gli aneddoti personali dei due sui figli, sulla necessità di avere accanto Michelle in ogni decisione da prendere e sul ruolo che ha giocato la fortuna sia nella vita di Barack Obama sia nella vita di David Letterman.

Alla fine dell’ora passata con David e Barack, il tempo sembra essersi fermato e ci si sente pervasi da quell’energia positiva e rivoluzionaria data da quel “Yes, we can!” che da più parti si gridava durante la prima campagna elettorale di Obama. Si comprende quanto Barack Obama sia stato fondamentale per la storia americana ed internazionale per il suo modo di approcciare ai problemi, di esporli e di risolverli.

Il grande messaggio che arriva in maniera netta è la pragmaticità del politico Obama unita al senso di umanità e solidarietà. In una parola: l’empatia, l’essere stato l’uomo più potente del mondo e allo stesso tempo non aver dimenticato mai di essere partecipativo e sensibile ai problemi quotidiani della sua gente. Un uomo che guarda al futuro ma partendo dal presente, che dà peso alla tecnologia riconoscendo i limiti degli algoritmi, di un’informazione specchiata e “controllata”, e che attraverso la sua fondazione cerca di fare del suo meglio per la collettività.

Ammettiamolo: grazie a Netflix abbiamo ricordato e riscoperto l’eccelsa bravura di David Letterman intervistatore, spalla, conduttore sempre affabile – un’ingiustizia averlo licenziato – e chi è Barack Obama uomo prima, politico dopo e di cosa il mondo (non solo gli USA) ha dovuto fare a meno.

Si sa quando due numeri primi – perchè David Letterman e Barack Obama sono tali – si siedono a conversare, il resto del mondo ha solo da ascoltare, prendere appunti e sognare la rivoluzione.

Sandy Sciuto