Uccisa brutalmente: il pappagallo chiamato sul banco dei testimoni a ripetere le ultime parole della padrona

Sul banco dei testimoni, pronto a dire tutta la verità nient’altro che la verità arrivo un pappagallo, i cui versi, scusate parole, sono state messe agli atti nel processo per l’omicidio di Elizabeth Toledo, trovata morta a San Fernando, in Argentina, nel 2018. La giovane donna, trovata nel suo appartamento barbaramente uccisa,  da un poliziotto, era la proprietario di un dolcissimo pappagallo. Il pennuto, da bravo pappagallo aveva l’abitudine di ripetere le ultime parole che sentiva. La vicina di casa di Elizabeth, racconta di quanto tempo i due passassero insieme, e che il pappagallo amava ripetere sempre tutto quello che la sua amata gli diceva o che sentiva nel corso della giornata, per questo lo chiamavano allegramente “il chiaccherone”. La notte dell’omicidio, l’unico testimone in casa, era l’uccello, che ha assistito alla violenza registrando mentalmente le urla, grida e parole di Elizabeth. Un poliziotto che si trovava nelle vicinanze dell’appartamento, è stato richiamato dalle urla e dai lamenti di una donna, per cui ha fatto immediatamente irruzione nella casa, ma le urla ed i lamenti provenivano dal pappagallo, che non avendo potuto evitare il peggio per Elizabeth, ha permesso la ricostruzione degli ultimi istanti di vita della stessa. Elizabeth, giaceva in una pozza di sangue per terra, ormai priva di vita. I giudici, hanno messo agli atti quanto ripetuto dal pappagallo, che per filo e per segno ripete instancabilmente quanto detto prima della sua morte. Possibilmente il pennuto aiuterà gli inquirenti a far luce sull’assassino della povera Elizabeth, mentre l’assassino non credo sarà molto fiero di essere stato smascherato da un pappagallo.

Alessandra Filippello