“Tutti uguali, tutti speciali”: il rap dei ragazzi Down per rivendicare i propri diritti

Emozioni in musica. Così potremmo definire le canzoni, potenti mezzi di comunicazione, strumenti essenziali per trasmettere messaggi e raccontare storie, sogni, battaglie, vittorie e sconfitte che compongono il mosaico della vita. Ed è proprio per questo che l’Associazione Persone Down di Reggio Calabria ha deciso di incidere una canzone, proprio per raccontare una realtà troppo volte ignorata.

In collaborazione dei rapper Kento (Francesco Carlo) e Mad Simon (Simone Squillace), infatti, un gruppo di ragazzi con Sindrome di Down ha inciso una brano rap dal titolo “Tutti uguali, tutti speciali”, per rivendicare attraverso la musica i propri diritti, i propri sogni le proprie capacità, la propria autonomia. “Nessuno resta indietro, questo è l’obiettivo. Io gioco e rido, lavoro e sono vivo. Voglio i diritti come tutte le persone, voglio autonomia e una mia professione. Io voglio essere felice tra la gente, senza distinguere tra uguale e differente. Io voglio restare in piedi sempre, raggiungere i miei sogni, realizzarli nel presente”, cantano i ragazzi, protagonisti indiscussi del video e del brano.

I proventi della canzone, il cui videoclip è stato presentato in anteprima lo scorso 21 marzo in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down, saranno distribuiti interamente all’associazione. “Questo progetto, realizzato grazie allo straordinario lavoro di Kento e Mad Simon, nasce dal percorso che abbiamo intrapreso per sostenere la valorizzazione e l’empowerment delle persone con sindrome di Down. Attraverso la musica, abbiamo voluto lanciare un messaggio molto importante: questi ragazzi possono e devono essere protagonisti delle loro vite”, ha dichiarato Maria Giuffrida, coordinatrice di Aipd di Reggio Calabria.

Tra i diritti rivendicati, anche quello del lavoro, un diritto non sempre garantito per quanti convivono con le varie forme di disabilità: fisica, sensoriale, psichica. “In Italia solo il 13% degli adulti con sindrome di Down ha un lavoro e un contratto regolare. In questi anni è stato fatto un grandissimo lavoro per la partecipazione attiva al mondo del lavoro dei nostri figli”, ha detto Paolo Virgilio Grillo, presidente dell’AIPD. Nell’ultimo biennio, infatti, sono 238 gli inserimenti lavorativi di persone con sindrome di Down di cui si è occupata l’AIPD a livello nazionale. Una cifra importante, al cui raggiungimento hanno contribuito le due docu-fiction “Hotel 6 Stelle” nel 2014, i due programmi, andati in onda su Rai3 nella primavera e nell’autunno di tre anni fa, che hanno permesso al grande pubblico di aprire finalmente gli occhi sulle capacità e le potenzialità delle persone affette da sindrome di Down.

Nessuno resta indietro, questo è l’obiettivo. Io gioco e rido, lavoro e sono vivo. Voglio i diritti come tutte le persone, voglio autonomia e una mia professione. Io voglio essere felice tra la gente, senza distinguere tra uguale e differente. Io voglio restare in piedi sempre, raggiungere i miei sogni, realizzarli nel presente”.