Torneremo a viaggiare: alla scoperta di Calascio

Pietre e mura, montagne e verde: a Calascio, con la sua mitica rocca medioevale che sovrasta l’intero borgo, l’appuntamento col passato è un tuffo obbligato anche per chi non ama la Storia.

Questo borgo-gioiello della provincia dell’Aquila in Abruzzo, infatti, vanta da anni un’ottima gestione del territorio che fa della tutela l’operazione più bella e necessaria, e della gestione o valorizzazione una tappa obbligata per accogliere turisti anche dal Sol Levante.

Il punto più alto denominato Rocca Calascio è un’oasi di piacere, che spazia tra cibo di qualità, artigianato locale e strutture ricettive all’avanguardia e simbiotiche con la natura circostante.

Se d’inverno è inaccessibile la fortezza di cult cinematografici passati alla storia come “Lo chiamavano Trinità” e “Lady Hawke”, dalla primavera all’estate, baciata dal sole, è pronta a diventare set di film dal sapore di quella realtà che si chiama accoglienza al visitatore.

Dal borgo sottostante a quello ai piedi della rocca, scopriamo insieme i monumenti più suggestivi del percorso:

LE  CASE-TORRI

Le abitazioni che compongono il nucleo urbano mezzo disabitato ma vivo di Calascio sono del tipo della “casa-torre”, a base cioè stretta ma alte fino a cinque-sei piani.

CHIESE

I principali luoghi di culto del paese sono: la chiesa di San Francesco, che custodisce un candelabro ed un ciborio, entrambi del XVII secolo ; la chiesa di Santa Maria della Pietà, eretta su una preesistente edicola rinascimentale e dalla struttura ottagonale ; la chiesa di San Nicola.

FORTEZZA

La torre della rocca ha una pianta perfettamente quadrata, munita di quattro torrioni circolari ed un mastio a base quadrata. Verso la metà del XV secolo Antonio Piccolomini adeguò la torre alle nuove tecniche di guerra, in particolare alla polvere da sparo, con la realizzazione delle fuciliere, delle quattro torri cilindriche e del muro di cinta attorno al borgo. In seguito al terremoto del 1703 la rocca non fu più ricostruita. Il 22 Settembre del 1980 fu emesso il francobollo, del valore di 50 lire, avente come soggetto la rocca dell’abitato. Appartiene alla serie dei “Castelli d’Italia”, a lungo utilizzata per affrancare la corrispondenza.

E mentre il presidente della regione Abruzzo non si assume la responsabilità a “Piazzapulita” su La7 circa il conto dei vaccini effettuati nella sua terra, gli abitanti di luoghi come Calascio aspettano di poter riaprire in sicurezza, anche perché dove c’è il rispetto della natura v’è già una marcia in più.

Calascio e i suoi dintorni panoramicissimi, punto di partenza alla scoperta di borghi ugualmente autentici come Castel del Monte, Santo Stefano di Sessanio, Capestrano, Bominaco, Navelli, con un capoluogo, L’Aquila, poco distante e ricco di memorie e di ferite che parlano ancora oggi, rappresentano uno scenario incontaminato di rara bellezza.

Semplicemente: quando il paesaggio basta da solo ad annullare ogni forma di elogiante retorica.

Foto e filmato di Christian Liguori.

Christian Liguori