Lungo la costa della Bretagna, in Francia, si trova uno dei tratti di costa più affascinanti al Mondo. Il suo nome è“Route des Phares et Balises”, ossia la via dei fari.
I fari sono talmente radicati nella cultura bretone che al largo della penisola di Quiberon non si dice “prendere un colpo di sole”, ma “credersi il faro della Teignouse”, ovvero bianco con il naso rosso.
Alcuni di questi antichi fari sono stati immortalati da migliaia di fotografi, anche celebri. Sono stati luoghi dove sono stati girati Film (come ad esempio il Faro di Capelrosso all’Isola del Giglio dove sono state girate scene de La Grande Bellezza), o video clip musicali. Luoghi magici, che incutono curiosità nei viaggiatori e fiducia nei marinai.
Il guardiano del faro
Nella regione del Finesterre nasce la figura del guardiano del faro, mestiere riservato in passato agli ex poilus (i soldati della prima guerra mondiale). Oggi l’automazione generalizzata all’interno dei fari ha reso ormai inutile la presenza umana. L’ultimo a chiudere è stato il faro di Kereon, arroccato sullo scoglio di Men Tensel, soprannominato il “palazzo” per i suoi fastosi arredamenti interni, compresa una rosa dei venti in ebano e mogano.
Da dove iniziare
L’itinerario alla scoperta dei fari bretoni potrebbe iniziare da Brest. Uscendo dal porto turistico, il Mulin Blanc, la prima sentinella che appare alla vista è il faro di Portzic, una torre ottogonale in pietra che risale al 1848 e segna la partenza della Route des Phares et Balises. Sempre lungo la costa Nord, scenograficamente incastrato tra le rovine di un’abbazia benedettina del XVI secolo c’è il faro di Saint Mathieu, un torrione bianco dal “cappuccio” rosso sopravvissuto ai saccheggi della rivoluzione francese.
Kermovan e Ouessant
Il faro di Kermorvan è una torre quadrata che si erge sull’omonima lingua di terra, di fronte al piccolo porto di Conquet. All’orizzonte appare l’affascinante isola di Ouessant, che gli abitanti locali amano descrivere avvolta dalle nebbie, da scogli affioranti e da correnti violente.
Un vecchio adagio locale recita “Qui voit Ouessant voit son sang” (Chi vede Ouessant vede il suo sangue) ed esprime chiaramente la sua natura fiera e il timore ispirato dalle forti correnti e le ingannevoli rocce della zona. Ouessant è celebre perché definisce insieme a Cape Lizard, In Inghilterra, la linea di partenza immaginaria del Trofeo Jules Verne, il giro del mondo senza scalo. Ma di qui passano anche altre celebri regate come la Trans Jacques Vabre, dalla Francia alla Costa Rica.
Nividic, La Jument, Le Stiff, Le Creach
Oltre al già citato faro di Kereon qui tra i flutti c’è il faro di Nividic che possiede, sopra la lanterna, una piattaforma d’atterraggio per elicotteri.
In mare si trova anche La Jument, faro che, ancorato alle rocce mediante robusti cavi d’acciaio in tensione, ed è situato in uno dei paraggi più pericolosi del litorale Atlantico, quale è quello dell’isola di Ouessant. Qui i fari sono addirittura cinque, tra i quali Le Stiff, tra i più antichi di Francia, che risale al 1695 ed è un importante punto di controllo dei rails posti all’ingresso della Manica, e l’altro è Le Creach uno dei fari più potenti del mondo con la sua portata luminosa di 80 miglia.