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Socialmente utile: a che punto siamo con la legge europea sul clima?

Sciopero per il clima, piazze affollate, ragazzi che manifestano per un mondo migliore, queste scene sembrano così lontane, ma risalgono solo a poco più di un anno e mezzo fa. Quando ancora ci si poteva incontrare, spinti dalla nuova consapevolezza diffusasi in Italia e nel Mondo grazie alla giovane attivista svedese Greta Thunberg, i giovani di tutto il pianeta scendevano in piazza per lo Strike for climate. In poco tempo l’attenzione mediatica si era concentrata su questo fenomeno: ragazzi, bambini e adulti uniti dal desiderio di far aprire gli occhi a chi di dovere per salvare il nostro pianeta. Gli uomini uniti per la terra. Ma in questo tempo cosa è stato fatto? A che punto siamo con le leggi sul clima? Ve lo raccontiamo noi nell’appuntamento mensile di Socialmente Utile.

Che cos’è il Green Deal europeo?

Con questo termine si indicano la tabella di marcia e le strategie che l’Europa metterà in atto per raggiungere precisi obiettivi. Nello specifico l’Unione Europea si impegna a convertirsi in un’economia moderna, basata sulla sostenibilità e un impatto ambientale pari a zero. I traguardi da raggiungere sono infatti annullare le emissioni di gas a effetto serra entro il 2050, garantire una crescita economica dissociata dall’uso di risorse e che nessuna persona o luogo siano trascurati. L’Europa, insomma, si dirige verso un cambio di direzione atto a non lasciare indietro nessuno e a tutelare il bene più prezioso per tutti: il nostro pianeta. Ovviamente per raggiungere questi obiettivi c’è bisogno di un’organizzazione efficiente e capillare che vada a rivoluzionare gli approcci avuti sino ad oggi. E per fare questo, servono delle leggi e anche abbastanza in fretta, in quanto il 2050 è più vicino di quanto si possa pensare.

La legge europea sul clima

Proprio in questi giorni si sta discutendo della legge europea sul clima, necessaria per raggiungere gli obiettivi entro il 2050. In particolare, nella proposta di legge (disponibile sul sito dell’Unione Europea) è definito il percorso a lungo termine che porterà i paesi europei al conseguimento di un impatto climatico pari a zero. I grandi cambiamenti possono avvenire solo seguendo un piano che sia il più dettagliato possibile e soprattutto che sia irreversibile. Stiamo partendo per un viaggio di sola andata verso la sostenibilità e l’impatto climatico nullo della nostra economia.

Per arrivare a centrare l’obiettivo, è necessario che venga istituito un sistema di monitoraggio che controlli e garantisca che tutto stia procedendo in maniera ottimale. A tal fine verrà predisposto un comitato tecnico scientifico che dal 2023, ogni cinque anni, si occuperà di controllare l’operato di ciascun Paese. Laddove si riscontreranno anomalie o inefficienze da parte di uno Stato, questo sarà tenuto a dover dare spiegazioni riguardo la non ottemperanza delle disposizioni.

Un passo dopo l’altro

I grandi risultati si raggiungono solo step by step, del resto anche le montagne più alte non si scalano in un solo giorno! Per questo l’Europa sta varando una serie di norme che portino gradualmente al raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2050. La prima grande scadenza che si è data l’Unione Europea è il 2030: per quell’anno le emissioni di gas a effetto serra dovranno essere ridotte almeno del 55% rispetto ai livelli del 1990. Per il ventennio successivo al 2030, la Commissione Europea propone l’adozione di una traiettoria comune che punti a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, in modo da poter misurare i progressi compiuti su tutto il territorio dell’UE.

More green, more jobs

I cambiamenti e le innovazioni portano sempre nuovi posti di lavoro. E anche in questo caso sarà proprio così. Secondo alcune stime dell’Organizzazione Internazionale del lavoro, entro il 2030 ci saranno circa 24 milioni di posti di lavoro in più nel mondo (se si rispettano gli accordi di Parigi). Per conseguire l’obiettivo di un pianeta più green, è necessaria una vera e propria rivoluzione, attuabile solo con nuove figure professionali: i cosiddetti Green Jobs. In particolare, sotto questa etichetta rientrano tutti quei lavori che collaborano per la tutela dell’ambiente pensando ad uno sviluppo con il minor impatto possibile sul pianeta.

Questa realtà è già sotto gli occhi di tutti e lentamente è destinata a crescere. Pensate per esempio a coloro che progettano o installano impianti fotovoltaici o eolici. Se oggi il loro numero è relativamente basso, in futuro ci saranno molte più persone a lavorare in questo contesto, proprio perché ci stiamo dirigendo verso un maggiore utilizzo di energie rinnovabili come appunto quella ricavata del sole e dal vento. Tra i Green jobs rientrano inoltre altre professioni e figure che stanno nascendo proprio mentre state leggendo questo articolo, per esempio gli eco avvocati, i valutatori di impatti ambientale, i chimici ambientali o i green designer.

Agire oggi per domani

Anche se non ce ne stiamo accorgendo e si ha sempre l’impressione che non si stia facendo niente, in realtà la macchina del cambiamento è partita. Qualcosa si sta muovendo e a breve ne vedremo le conseguenze (si pensi per esempio alla città di Milano dove stanno piano piano comparendo autobus totalmente elettrici). Solo il tempo saprà dirci se gli obiettivi del 2050 sono un’utopia o meno. Ciò che è necessario oggi è che ogni persona assuma la consapevolezza che anche il più piccolo gesto che apparentemente può sembrare insignificante, è in realtà un tassello fondamentale nell’oceano del cambiamento in cui ci troviamo (e ci troveremo) a nuotare per poter salvare il nostro pianeta.

Eleonora Corso