La prima serata della 69° edizione del Festival di Sanremo ha finalmente svelato le intenzioni e le idee volte all’armonia e alla centralità per le canzoni del Direttore artistico Claudio Baglioni.
Insieme a Virginia Raffaele e Claudio Bisio, Claudio Baglioni è stato un perfetto padrone di casa dell’Ariston e della kermesse, ma soprattutto ha mostrato che la musica italiana non è morta, ma si è alimentata nel tempo di realtà da far conoscere durante l’evento più popolar nazionale sulla musica.
Tutti i ventiquattro Big si sono esibiti sul palco dell’Ariston e noi, avendoli seguiti attentamente dalla Sala Stampa, abbiamo provato a dare i voti, come a scuola, valutando performance, presenza scenica, canzone e interpretazione. Sotto a chi tocca e nessuno si offenda!
Francesco Renga “Aspetto che torni”: Apre il Festival. Canzone scritta da Bungaro. Renga tiene bene il palco. Sale e scende durante l’esibizione come se fosse padrone della scena, però la canzone non è nulla di eccezionale. Resta il ritornello in mente. Voto 5
Nino D’Angelo e Livio Cori “Un’altra luce” ma stiamo scherzando? Attacco di Livio Cori debole. D’Angelo ha dato di più altre volte. La canzone ha pure un bel significato, ma al suo esordio, l’interpretazione non convince e non rende il dialogo narrativo. Voto 4
Nek “Mi farò trovare pronto” Scritta da Paolo Antonacci, figlio di Biagio. Orecchiabile, con un bel sound e un ritornello che resta impresso. La troveremo nelle radio. “Non c’è trama, né copione per essere all’altezza dell’amore!” e Nek vince sia per brano sia per presenza scenica e buca il video. Voto 6
Zen Circus “L’amore è una dittatura” Parola d’ordine: magnetismo! Appino si impone sul palco. Non respira neppure per un secondo in una canzone senza ritornello. Base monotona, però incuriosisce. Voto 7
Il Volo “Musica che resta” Rischiano di vincere. Performance convincente. I ragazzi de Il Volo portano la tradizione al Festival per la seconda volta e non sbagliano neppure stavolta. Voto 7
Loredana Bertè “Cosa ti aspetti da me” Brividi! La Bertè catalizza l’attenzione su di sè con questa voce graffiata e la canzone rock alla Vasco Rossi. Cosa ci aspettiamo da te Loredana? Questo tuo essere immensa: brava! Voto 8
Daniele Silvestri – Rancore “Argento vivo” Non ha nulla da “canzonetta sanremese. S P E T T A C O L A R E ! Ben scritta, ben musicata. Brllissimo questo featuring con Rancore, il palco diventa strumento per l’arte, per la musica che veicola un messaggio importante. Grande Daniele! Voto 9
Federica Carta e Shade “Senza farlo apposta” La coppia funziona ancora. La canzone è più radiofonica di quanto ci aspettassimo. Fra un paio d’anni, non ce la ricorderemo più! Voto 5
Ultimo “I tuoi particolari” Colpisce al cuore Ultimo. Racconta un amore finito. Lo fa con dolcezza, con occhi profondi. La canzone promette bene. Zona podio assicurata! Voto 8
Paola Turci “L’ultimo ostacolo” In forma smagliante il ritorno della Turci a Sanremo. Non ci sono più ostacoli dentro lei: si vede e si sente. Bella canzone che sentiremo tanto ovunque. Voto 7
Motta “Dov’è l’Italia” Debutto ben riuscito. La canzone è profonda come tutta la discografia di Motta. Performance non proprio perfetta, ma abbiamo altre quattro puntate. Intanto, bene così. Voto 7
Boomdabash “Per un milione” Fanno ballare, divertire. Godereccia al massimo. Hanno portato l’estate al Festival. Hanno portato l’anima, personalità e questi ragazzi si son fatti da soli. Bravi bravi bravi! Voto 8
Patty Pravo e Briga “Un po’ come nella vita” Nulla di particolare. Il duetto può reggere, ma la canzone non resta. Briga si è piegato allo stile di Patty. Meglio rimanere a casa. Voto 4
Simone Cristicchi “Abbi cura di me” Tenero, profondo, umano. Il ritorno di Cristicchi è all’insegna dei buoni sentimenti. Il testo della canzone è un potente antidoto contro la solitudine. Lui emoziona e si emoziona. Voto 7
Achille Lauro “Rolls Royce” Chissà qual è il messaggio di Achille. Un accozzaglia di parole insieme tra un sexy shop ed un Van Gogh. Testo e musica poco interessante. Scalerà le classifiche, ma di certo è una delle peggiori canzoni del Festival. Voto 3
Arisa “Mi sento bene” Leggerezza per Arisa che coinvolge con questo ritmo inebriante. Fresca, solare e irresistibile. Una canzonetta che mette allegria pure per merito della voce di Arisa. Troppo ripetitiva forse, vedremo. Intanto, Voto 5
Negrita “I ragazzi stanno bene” Partono fiacchi. Si riprendono dalla seconda parte della canzone. Performance incisiva. Brano in perfetto stile Negrita. Si fa cantare da subito. Voto 7
Ghemon “Rose viola” Peccato perché Ghemon ha una voce particolare, ma la canzone non decolla come la sua presenza scenica. Dov’è finito il Ghemon di “Un temporale”? Non brilla. Voto 4
Einar “Parole nuove” Canzone da Festival. Einar si mette al sicuro cantando di un amore finito, senza stonare ma, a fine esibizione, non resta alcuna emozione. Per noi è NO! Voto 3
Ex-Otago “Solo una canzone” Nessuna novità per la prima volta al Festival della band. Il frontman si impegna, si dà ci crede tantissimo. La canzone non è male e siamo certi che la canteremo e suoneremo, ma non vincerà Sanremo. Ne siamo certi. Voto 6
Anna Tatangelo “Le nostre anime di notte” Lorenzo Vizzini ha scritto una bella canzone. La Tatangelo dà giustizia e valore alla canzone. È perfetta per lei, per la sua voce e per la sua storia di donna. Voto 6
Irama “La ragazza col cuore di latta” Buca lo schermo coi suoi occhi. La presenza scenica c’è, l’interpreazione meno. Il coro gospel dà risonanza alla canzone. Un brano che si atteggia come impegnato per un Irama che non è proprio al massimo. Almeno in questa prima performance. Voto 5
Enrico Nigiotti “Nonno Hollywood” Semplicemente perfetta. Un mix di emozione e ricordi per il debutto di Enrico al Festival. Il brano per il nonno è una delle canzoni più belle del Festival. Voto 9
Mahmood “Soldi” Ultimo a salire sul palco e non dispiace affatto. Anzi, anzi, anzi. Bravissimo! Quel battito di mano crea interazione tra Mahmood e l’ascoltatore. Lui è un fuoriclasse, la canzone glielo lascia fare ed il resto è già storia del Festival. Voto 8