Rkomi è bravo? No, ma riceve degli ottimi consigli!

Se due anni fa Rkomi era “Io in terra”, adesso si è spinto “Dove gli occhi non arrivano” per dire bene o male che lui non è un trapper o un rapper, ma di più!

Il secondo progetto discografico di Mirko Manuele Martorana, per tutti Rkomi, è stato rilasciato il 22 marzo 2019. Si compone di ben tredici tracce per una copertina con una foto in primo piano di Rkomi su sfondo arancione fluo ed una scritta realizzata con Pop Art Verde e blu.

I punti di forza del disco sono sostanzialmente due: il producer del momento Charlie Charles e la presenza di numerosi feat. con artisti importanti del panorama musicale italiano attuale

Con il primo – come ha rivelato – Rkomi è andato in Sud Africa “per lavorare con dei musicisti bravissimi di Johannesburg, alla ricerca di un’espressione musicale originale. Ci siamo messi alla prova con delle jam session e Charlie è riuscito a entrare nella mia testa, capendo esattamente quello che volevo”. Il risultato, manco a dirlo, è un disco di musica commerciale con tredici potenziali hit in cui si mescola autotune, i soliti due accordi sempre amati e le solite parole messe in rima tanto gettonate nelle piattaforme di musica in stream e nelle radio.

L’altro punto di forza, invece, è la presenza di artisti del calibro di Elisa in “Blu”, Jovanotti in “Canzone” e Durdust in “Visti dall’alto”, tra l’altro quest’ultimo oltre che musicista è stato anche producer con Charlie Charles del brano “Soldi” con cui Mahmood ha vinto la 69° edizione del Festival di Sanremo. Ma non è finita qui! Perché nel disco Rkomi canta anche con Ghali in “Boogie Nights”, con Sfera Ebbasta in “Mon Cheri” e con Carl Brave in “Impressione”. «Non sono solo dei nomi: i brani si prestavano all’entrata di altre voci e ci vedevo esattamente loro – ha raccontato Rkomi – sono state collaborazioni molto spontanee, nate da stima reciproca, anche se mi sembra assurdo esserci riuscito».

Tra le tredici canzoni, i brani che più entusiasmano sono “Impressione”, “Visti dall’alto”, “Blu” e “Mon Cheri”.

Chi si chiede, quindi, se Rkomi può considerarsi uno dei tanti futuri della musica italiana, sappia che la risposta è NO! Il cantante non ha dubbio su come il lavoro sul nuovo progetto discografico l’abbia fatto crescere : «Sento di aver fatto un passo avanti come artista e l’ho fatto guardandomi indietro, ascoltando tanto il primo Pharrell quanto il vecchio Vasco. Ma più in generale penso che per il rap italiano stia arrivando il momento di attingere dal passato. Cambierà qualcosa, tutti vanno avanti ma senza sapere cosa sia esattamente questo avanti. L’evoluzione porterà a recuperare suoni di ieri».

La realtà è un’altra però! Per un’artista – così lo chiamano – che è staro considerato un rapper, “Dove gli occhi non arrivano” è un album dichiaratamente pop con l’autotune incorporato. È il riassunto del meglio della musica che vende, ma poi finirà nel dimenticatoio.

Insomma, Rkomi non è un talento musicale, non è un fuoriclasse dell’arte di saper fare musica, è solo uno dei tanti consigliato molto bene che prova a rimanere sul mercato sfornando un album con tredici pezzi sostanzialmente vuoti ma che etrano in testa già dopo il primo ascolto. Il male, infatti, della musica di questi tempi è proprio questo: brani come un trapano che, anche se non vuoi, prendono il sopravvento sulla tua memoria.

Siamo certi che Rkomi sarà tra i primi nelle classifiche degli album più venduti per due settimane circa, ma poi scomparirà o resterà amato dai soliti pochi noti suoi fan.

Sandy Sciuto