Rimorchiare nelle chat? Sì, ma con la punteggiatura giusta è meglio

Un tempo erano le lettere. Di carta, con la busta e l’indirizzo scritto sopra. Si impiegava molto tempo per scriverle, per spedirle, per riceverle e per rispondere, eppure erano il mezzo di comunicazione più efficace, prima che venisse inventato il telefono. Poi, in un lampo, ecco i telefoni cellulari, internet, le e-mail, gli smartphone e i social network.
Con la graduale diffusione di sms, mail e programmi di messaggistica istantanea poi ciascuno di noi si trova a poter comunicare il maggior numero di cose nel minor spazio possibile. E senza nemmeno faticare troppo!

Uno degli ambiti più coinvolti dei nuovi modi di comunicazione è, però, l’utilizzo della punteggiatura.
Da quando è stata creata, nell’antica Grecia, essa risponde essenzialmente a due esigenze. Quella sintattica, e cioè di divisione dei vari elementi della frase e quella emotiva-intonativa, che suggerisce con quale intonazione interpretarla.

A prescindere dalle parole che leggiamo, da ciò che davvero vuole comunicarci il mittente, recenti studi hanno dimostrato che quei piccoli segni che stanno su un piccolo schermo ci raccontano cose delle persona che ci sta scrivendo. Lo sapevate?

Un gruppo di ricercatori della Harpur Collage Binghamton ha reclutato 126 studenti. A questi sono stati sottoposte alcune conversazioni sotto forma di sms o di messaggi scritti a mano su carta. Esse si articolavano in una domanda di invito ad uscire e in una breve risposta che poteva o meno concludersi con un punto. E proprio l’uso di questo segno sembrava influenzare il significato attribuito al messaggio.

Per alcuni le risposte concluse con il punto erano percepite come poco sincere e addirittura fredde. Leggere <<va bene.>> ad un invito era visto come poco convincente e quasi forzato.

Farete bene quindi a tenere presenti alcuni accorgimenti, soprattutto quando sarete impegnati in un tentativo di “rimorchio” su Whatsapp o Facebook.

-Non mettere il punto: è come lasciare il discorso a metà. O una porta aperta nel caso di una conversazione amorosa. Ma non dimenticatelo se volete chiudere una questione.

-E’ meglio non abbondare con i punti esclamativi. Rischierete di sembrare degli adolescenti che non si sanno contenere.

-Il punto e virgola solo se ci state provando seriamente (nessuno li utilizza più).

-I puntini sospensivi evitateli: potrebbero alludere a qualcosa di non chiaro che potrebbe non piacere.

-I punti interrogativi? Uno si. Due  magari sottolineano la domanda. Tre mostrano impazienza per la risposta. Quattro solo se sono scherzosi. Cinque sono davvero troppi.

Non dite che non vi abbiamo avvisati!

Rachele Pezzella