Realtà aumentata, la tecnologia che permette di continuare a stupirsi della scoperta del mondo

Era il 28 dicembre 1895 quando per la prima volta i fratelli Lumière, al Gran Café del Boulevard des Capucines, a Parigi mostravano al grande pubblico le potenzialità della loro invenzione: il cinematografo. Con il loro primo film dal titolo “L’uscita dalle officine Lumière” stupirono l’intero pubblico. Era nato il cinema, ma soprattutto avevano mostrato al mondo l’innovazione delle immagini in movimento. Da allora la tecnologia ha compiuto molteplici passi in avanti, ognuno alla ricerca del medesimo effetto WOW del primo film proiettato nella storia. Il quale aveva semplicemente mostrato la realtà di tutti i giorni, solo in maniera assolutamente alternativa. Sarebbe il caso di dire che, forse, il motivo per cui negli ultimi anni vi è così tanto interesse nei confronti della realtà aumenta risponde proprio allo stesso desiderio, da parte del pubblico, di continuare a stupirsi scoprendo il mondo in modo diverso.

Tutti hanno ormai capito le potenzialità della realtà aumentata, tanto che secondo gli ultimi dati pare abbia superato il miliardo di utenti. Ma quali sono le ragioni più profonde che portano l’essere umano a decidere di affidarsi a questa nuova tecnologia?

A rispondere a questa domanda ci ha pensato Mattia Salvi, CEO e co-founder di Aryel, la startup che permette di creare la propria realtà aumentata in pochi click, durante il suo intervento al TEDx di Bergamo. In occasione del quale ha persino mostrato una tigre in realtà aumentata sul palco, direttamente dallo schermo del suo smartphone.

Il discorso dal quale Salvi è partito è quello della scoperta connessa al desiderio di sperimentare dal vivo certe situazioni. Le invenzioni storiche, dalla scrittura alla tecnologia, hanno permesso di trasformare le informazioni, che prima potevano essere solo acquisite in presenza, in testi scritti, video e audio.

Nel periodo antecedente al cinematografo, per l’appunto, nessuno avrebbe mai pensato di vedere degli operai uscire dalla fabbrica senza essere fisicamente dinanzi a quest’ultima. Eppure, è successo, decenni fa. Oggi, dunque, la scoperta del mondo che ci circonda passa per molteplici forme e piattaforme. La realtà aumentata è una di queste, ma compie un notevole passo in avanti.

La realtà aumentata, infatti, permette di riportare l’informazione dove ci si aspetta di trovarla.

In che modo – come sostenuto da Salvi – “La realtà aumentata riporta invece le informazioni nel loro contesto originario”? Grazie alla sua tecnologia altamente esperienziale. Ciò ha permesso, pur non trovandosi in una savana, a Bergamo, di vedere una tigre sul palco. Generando così un forte entusiasmo tra il pubblico che si è sentito direttamente coinvolto nell’esperienza. Un effetto WOW, che come la storia ci insegna, non può essere rimosso così facilmente.

Infatti, ha spiegato ancora Salvi:

Secondo recenti ricerche di Statista, le informazioni apprese vengono poi disperse nel tempo e si ricorda solo il 20% di ciò che si legge e solo il 40% di ciò che si guarda in un video. Con la realtà aumentata la percentuale arriva all’80%, segno che l’apprendimento dell’ambiente circostante e delle informazioni che si possono produrre con queste tecnologia rimane impresso.

Ragione per cui la realtà aumentata può essere applicata a diversi campi, tra i quali vale la pena citare i musei.

Alcuni dei quali hanno deciso di rendere l’esperienza dei visitatori ancora più stupefacente, con l’obiettivo di fornire loro maggiori informazioni durante la visita. Offrendo, così, un servizio nuovo e alternativo e permettendo di portare a casa un’esperienza unica nel suo genere che non sarà rapidamente dimenticata.

I fratelli Lumière credevano che il cinema fosse un’invenzione senza futuro, invece ha raggiunto apici straordinari. L’essere umano, però, è fatto per non accontentarsi mai di scoprire metodi alternativi con cui scoprire e godere della realtà che lo circonda, sia essa fisica o virtuale.

Giulia Grasso