Lo splendore di Raffaello Sanzio ai Musei Vaticani

Il nome di Raffaello Sanzio è fortemente legato ai Musei Vaticani, sebbene troppo spesso, lo splendore dei suoi lavori sia offuscato dall’imponente opera di Michelangelo Buonarroti alla Cappella Sistina.

Papa Giulio II decise di trasferire i proprio alloggi al piano superiore del Palazzo Apostolico, in quanto non accettava di utilizzare gli appartamenti posseduti in precedenza da papa Borgia. La decorazione dei nuovi ambienti fu affidata in un primo momento ad un gruppo di noti artisti, tra cui il Perugino e il Sodoma. Probabilmente fu Bramante, architetto della Fabbrica di San Pietro, a consigliare a Giulio II di convocare anche Raffaello Sanzio. Il papa ammaliato dall’artista decise di incaricare Raffaello, affinché si dedicasse ai lavori dei suoi appartamenti.

Oggi le quattro stanze affidate all’artista sono note come Stanze di Raffaello. Queste possono essere considerate tra le opere più sublimi che l’umanità ha ricevuto in eredità. Ognuna di esse ha un nome specifico: la Stanza dell’Incendio, la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro e la Stanza di Costantino. Sebbene tutte e quattro siano di una superba bellezza, la Stanza della Segnatura è probabilmente la più nota tra tutte.

La Segnatura, che dà il nome alla stanza, era il più importante tribunale della Chiesa presieduto dal papa stesso, nonostante le tematiche degli affreschi scelti da Raffaello facciano supporre che la stanza dovesse essere utilizzata come biblioteca di Giulio II.

Le pareti celebrano la cultura umanistica di quel tempo e le quattro categorie principali: la filosofia, la poesia, la teologia e la giurisprudenza.

Raffaello Sanzio decise di celebrare la filosofia con la Scuola di Atene, l’esaltazione di tutto il Sapere Occidentale. Sono ben 58 le figure presenti ed esse rappresentano i filosofi più noti della storia mentre discutono tra loro. Sono distinguibili due gruppi principali, quello di sinistra, sono gli studiosi e i pensatori della natura e dei fenomeni relativi, quelli di destra i pensatori della matematica. Entrambi i gruppi sono separati dalle due figure centrali, che rappresentano Platone e Aristotele, il punto di arrivo della filosofia classica.

L’omaggio di Raffaello ai grandi

In molti ritengono che Raffaelo Sanzio abbia voluto omaggiare grandi artisti, raffigurandoli nei panni di grandi filosofi. Tra i casi più curiosi si notano immediatamente Leonardo da Vinci nei panni di Platone, col dito puntato in alto e al mondo delle idee ed Euclide nei tratti di Bramante, intento a tracciare un disegno in terra.
Il caso più curioso e ancora dibattuto è il personaggio vestito di bianco che guarda dritto verso lo spettatore. Per i tratti leggeri e morbidi del volto in molti l’hanno identificata con Ipazia, la filosofa e matematica greca, altri ancora, invece, con una figura ideale, che rappresenterebbe la bellezza – bontà o forse, un misterioso enigma esoterico.

L’esaltazione della filosofia classica è essenziale, perché rappresenterebbe l’anello di congiunzione tra il sapere antico e l’avvento del cristianesimo. Non a caso il confronto avviene con l’affresco di fronte, Disputa del Sacramento, che esalta la Teologia e la Fede con le quali arrivare a Dio. Anche questo affresco è diviso in due parti una inferiore che simboleggia la Chiesa militante ed una superiore, la Chiesa trionfante.

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La Chiesa militante composta di teologi, filosofi, dottori della Chiesa e papi, si interroga sulla natura, sui misteri della fede e dell’eucarestia, il sacramento che più rappresenta Dio.
La Chiesa trionfante vede la Trinità con Gesù al centro con ai lati la Madonna e il Battista. Sopra Dio che benedice e una colomba che punta all’elemento principale e prospettico, l’ostia consacrata. Attorno al Cristo santi, profeti e numerosi angeli.

La novità di Raffaello Sanzio è il rappresentare i personaggi in azione. Sono i gesti che le figure compiono a rendere straordinari ed espressivi gli affreschi. Sebbene la struttura sia semplice, Raffaello dà un volto nuovo all’arte, non più intesa come galleria di ritratti. I personaggi non sono più singolarmente importanti, ma fanno parte di un insieme simmetrico e corale. La straordinaria rappresentazione del vero ha reso riconoscibile la sua arte e la sua gloria. Il pittore rinascimentale per eccellenza, che più di altri ha condotto la pittura ai livelli massimi di bellezza e armonia.

 

Benito Dell'Aquila