Punto Nemo: il cimitero dei satelliti

Dove finiscono i satelliti alla fine della loro vita? Non diteci che non ve lo siete mai chiesti! Esiste un vero e proprio cimitero di satelliti. Non è che le stazioni spaziali ci vengono “portate”; accede semplicemente che queste vengano pilotate dalla stazione spaziale fino al loro rientro sulla terra, con un vero e proprio atterraggio a Punto Nemo. Si trova  a 48°e 52,6’ minuti di latitudine sud e a 123° e 23,6’ di longitudine ovest. Le persone più vicine  (ad eccezione delle navi) si trovano sulla Stazione Spaziale Internazionale quando vi passa sopra, perché l’isola più vicina si trova a 2.250 chilometri di distanza.  Questo luogo è stato, infatti, scelto per essere il punto più lontano da qualsiasi terra emersa. Un posto relativamente tranquillo, se non fosse che dopo l’avvento dell’era spaziale ha cominciato improvvisamente a popolarsi, ospitando oggi centinaia di relitti. Infatti, dopo la vita operativa, satelliti e stazioni spaziali vengono dismessi.

Molto spesso il rientro  nell’atmosfera delle navicelle non è semplice: non è detto che riescano a disintegrarsi nell’atmosfera e cadendo sulla superficie potrebbero far danni. E’ per questo che esiste Punto Nemo: al momento dell’impatto, il satellite finirà per rompersi, dividendosi in molti pezzi. Però in questo luogo non potranno ferire nessuno, al massimo cadranno su altro relitto.  Ad oggi quest’isolotto è un vero e proprio cimitero di navicelle ed ospita centinaia di oggetti, come il relitto della storica stazione spaziale russa Mir.  Probabilmente potrebbe un giorno ospitare i resti della Stazione spaziale internazionale.

Ma il cimitero spaziale Punto Nemo non è l’unico punto di destinazione finale dei vecchi satelliti. Per diminuire i  detriti intorno alla Terra, che possono rappresentare un pericolo per tutti gli altri oggetti orbitanti, esiste un’altra soluzione: spedire le navicelle in pensione nelle cosiddette orbite cimitero (graveyard orbits). Questo però è possibile solo con un ulteriore lancio, quello finale:  in questo caso infatti le navicelle non vengono manovrate fino alla loro discesa nel punto prefissato, ma vengono fatte salire ad un’orbita più alta.

Perfino la stazione spaziale cinese Tiangong-1, che ultimamente è stata protagonista delle cronache, sarebbe dovuta “precipitare” in questo luogo designato.  Lunga 10,5 metri e con un diametro di 3,3 metri, era il primo laboratorio spaziale della Cina ed è stato lanciato in orbita nel 2011 per permettere di condurre esperimenti di attracco e di orbita, per riuscire a mandare in orbita, entro il 2023, una stazione spaziale permanente. Con estrema probabilità i cinesi hanno perso il controllo della stazione spaziale, che è atterrata nell’ Oceano Pacifico, ma non nel punto designato.Point Nemo non esisteva fino al 1992. O, almeno, non sapevamo dove fosse. Un ingegnere croato-canadese, Hrvoje Lukatela, ha utilizzato un programma informatico geo-spaziale per scoprirlo. Lukatela aveva compreso che, essendo la Terra tridimensionale, il punto più remoto dell’oceano dev’essere equidistante da tre diverse linee di costa.

La traduzione latina di “Nemo” significa “nessuno; un nome adatto per un posto così solitario, che ad oggi risulta però molto popolato: è stato oggetto, dal 1971 al 2016, del rientro di almeno 260 tra veicoli spaziali e satelliti e il numero è in continua crescita.

Sharon Santarelli