Premio Campiello 2019, perché ha vinto Andrea Tarabbia?

La finalissima del Premio Campiello 2019 si è tenuta al Gran Teatro La Fenice di Venezia. È stata condotta da Andrea Delogu e trasmessa dalle 21 in diretta su Rai5 e in tutto il mondo attraverso Rai Italia.

La serata è stata aperta con le dichiarazioni del Presidente del Senato Casellati la quale ha detto: «Esprimo rinnovata stima agli industriali veneti che quasi 60 anni fa capirono, con una straordinaria intuizione, che la cultura doveva essere parte integrante del percorso di benessere e sviluppo sul quale l’Italia si era avviata. Come pionieri scelsero di investire su di essa dando vita al Premio Campiello che stasera abbiamo celebrato. Oggi possiamo dire che quella scommessa è stata ampiamente vinta».

Tra momenti di intrattenimento e di riflessione, è stato rivelato il vincitore del Premio Campiello2019 ossia Andrea Tarabbia.

Lo scrittore ha vinto con il suo “Madrigale senza suono” ricevendo ben 73 preferenze su 277 voti arrivati dalla Giuria Popolare di Trecento Lettori Anonimi. A seguire Giulio Cavalli con “Carnaio”, Paolo Colagrande con “La vita dispari”, Laura Pariani con “Il gioco di Santa Oca” e per ultimo Francesco Pecoraro con “Lo stradone”.

“Sono estremamente emozionato e soddisfatto. Dedico la vittoria a mio figlio, a mia moglie e alla bimba che stiamo aspettando – ha dichiarato Andrea Tarabbia –  Io sono stato due volte nella cinquina finalista del Campiello, e in questi anni ho conosciuto tante persone che sono diventate anche amici con i quali ancora ci sentiamo. Per me il Campiello è stato poter entrare nella testa di persone che non conoscevo e condividere con loro un percorso”.

Ma perché ha vinto Andrea Tarabbia l’edizione 2019 del Premio Campiello?

È indubbio che a “Madrigale senza suono”, il suo libro, la Giuria chiamata a votare ha riconosciuto una marcia in più rispetto a tutti gli altri in gara.

Il libro, edito da Bollati Borighieri, racconta di Gesualdo Da Venosa, il celebre principe madrigalista vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento. Per vendicarsi, il principe di Venosa uccide Maria D’Avalos, sposata tra pettegolezzi e clamore. Ma questa è solo la storia perché dal momento in cui avviene l’omicidio, lo scrittore che è in Andrea Tarabbia fa del suo meglio descrivendo la nostalgia e la solitudine del principe ma anche il tormento e la follia.

“Attraverso il personaggio di Gesualdo da Venosa, racconto il rapporto tra il bene e il male, tra il bianco e il nero. Madigralista finito nell’oblio, aveva ucciso la moglie ed era un genio – ha raccontato lo scrittore – Ho provato a mettere insieme tutti questi elementi mescolando il passato con il Novecento”.

“Madrigale senza suono”, quindi, è il libro tra delitto e genio che diventa irresistibile per il lettore nel momento in cui Tarabbia tira in ballo anche manoscritti ritrovati e chiose di Igor’ Stravinskij.

Andrea Tarabbia aveva già partecipato al Premio Campiello, arrivando tra i finalisti, ma mai a vincere. Ciò è il segno che la scelta di raccontare la storia di Gesualdo Da Venosa è stata ottima per riuscire a far la differenza tra gli altri scrittori in gara nei Trecento Lettori Anonimi chiamati a votare.

Come da tradizione, il vincitore sarà ospite di Pordenonelegge nel giorno di inaugurazione del Festival.

Nel frattempo a noi non resta che leggere “Madrigale senza suono” e mettere tra gli scrittori del cuore il nome di Andrea Tarabbia.

Sandy Sciuto