Pescaria: è quasi il paradiso

Piccola premessa: questo non è un articolo sponsorizzato, non è stato riconosciuto alcun compenso per le parole che leggerete qui di seguito, questa è solo un’ode ad uno dei ristoranti slow food più buoni di Milano.

Chiacchierando con gli amici spesso capita che escano fuori dei nomi di ristoranti più o meno improbabili da provare. Alcuni per farsi belli davanti agli amici la sparano grossa, con quei nomi altisonanti e costosi che fanno venire l’acquolina in bocca solo a pronunciarli, altri invece vanno verso il gusto più ricercato e meno conosciuto.

Qualche settimana fa ci è capitato ed è uscito fuori il nome di “Pescaria“:ci viene detto che è un posto molto conosciuto, sebbene noi non ne avessimo mai sentito parlare ed è così che la nostra vita è cambiata. Restii a provare i posti che ci vengono consigliati, decidiamo di lasciar perdere, ma succede qualcosa di strano ed il lavoro dei social media manager di Pescaria ci fa innamorare di loro grazie ai post ben sponsorizzati che ci rintracciano perfettamente.

Organizziamo quindi una crew per andare a provarlo ed alle 19 ci troviamo davanti a questo magico pezzetto di mare in una delle città meno marinare d’Italia. Sebbene ci sia un po’ di confusione, vuoi perché è settimana, vuoi perché sono le sette riusciamo a sederci praticamente subito e così non ci resta che sfogliare il menù.

I panini sembrano veramente tutti buoni, ricercati, con accostamenti spaziali e la cosa ci mette nel panico. Decidiamo così di provarne più di uno andando sul sempre sicuro Salmone, sul gustoso Tonno e sulla scoperta Gamberoni ghiacciati oltre a delle fantastiche polpette di crostacei (da notare le maiuscole a testimoniare la strabiliante qualità della materia prima, difficilmente rintracciabile a Milano). Una volta arrivato tutto iniziamo a divorarlo come se non avessimo mai veramente visto del cibo e ciò che accade è qualcosa di veramente assurdo. Una esplosione di sapori, di ingredienti che probabilmente mai avremmo accostato, ma che messi lì ci portano a capire il vero significato della vita.

Paghiamo veramente poco e da quel momento abbiamo deciso di tornarci almeno una volta a settimana. L’unica pecca è che le seguenti volte, anche altra gente ha avuto la nostra stessa idea e il locale, non particolarmente spazioso, era così affollato da creare una fila che quella del padiglione del Giappone in occasione dell’Expo era nulla…

Il menù, non vastissimo, rimane comunque degno di un’impresa titanica come quella per trovare un posto a sedere.

La passione per quei sapori però ci ha contaminato e noi non abbiamo potuto rinunciare a fare quella fila, perché questa amplificava solo il piacere che una volta addentato nuovamente uno di quei panini avremmo provato.

Ordunque vi invitiamo a provarlo, sebbene sia necessario per voi sapere che ci sono degli orari off-limits e che sarebbe meglio organizzarsi già per le diciotto perché nel fine settimana è veramente improbabile riuscire a mangiare con tranquillità e senza essere guardati male da quelli che dopo di voi si sono imbattuti in quella fila-processione verso il piacere.

Ed infine eccovi una testimonianza della nostra contentezza nell’essere riusciti a sederci e aver ordinato: ne vale assolutamente la pena!

Andrea Calabrò