Per le aziende è il momento del social eating

Dimenticatevi delle terribili cene aziendali a cui era costretto il Ragionier Fantozzi, ma anche di quelle attività sportive obbligatorie che mettevano in enorme difficoltà Homer Simpson: il nuovo trend del team building è il pasto comune, il “social eating“, che deve seguire delle indicazioni ben precise.

Come migliorare l’ambiente di lavoro. Come spesso succede, la moda è stata lanciata negli Stati Uniti ed è stata per così dire canonizzata da un recente studio di una Università, sempre statunitense, che ha dimostrato come e perché il cibo è un collante sociale naturale e, per questo, uno dei più efficaci strumenti di team building. Dopo anni di rincorsa a eventi particolari e organizzazioni complesse, come “caccia al tesoro”, orienteering o addirittura corsi di sopravvivenza per cercare di rendere più solido il rapporto tra colleghi, ora si torna a qualcosa di più semplice e, a quanto pare, più efficace.

L’importanza del pasto condiviso. Lo spiega, come detto, una ricerca della Charles H. Dyson Cornell University, condotta nell’arco di 15 mesi in oltre 50 stazioni dei vigili del fuoco per scoprire la funzione della condivisione dei pasti; secondo gli studiosi, “condividere un pasto è un’attività molto più intima del fatto di guardare insieme una tabella Excel, e quell’intimità si traduce nell’efficacia del lavoro di squadra”. Una tendenza che può essere estesa a tutte le organizzazioni, aziende comprese.

Anche in Italia si diffonde la tendenza. Il social eating sta mettendo radici anche in Italia, dove si moltiplicano sia le esperienze in questa direzione che i servizi che consentono di realizzare le iniziative di “pasto in comune“, anche attraverso il Web, con alcune “chicche” davvero curiose. È il caso di MrMax Osteria del Gnocco Fritto, che declina il prodotto tipico di Modena e Bologna in versione catering per eventi aziendali, per un momento conviviale caratterizzato dai sapori forti e intensi.

Il valore del social eating. Oltre che rappresentare un toccasana per il palato, il pranzo aziendale diventa dunque occasione per migliorare la collaborazione e promuovere proprio per questo l’armonia del team, perché “mangiare insieme è un modo per conoscere meglio gli altri e rafforzare le relazioni tra i membri di un gruppo“, confermando sul campo le teorie della antropologia evolutiva secondo cui la condivisione del pasto è un tradizionale collante sociale, che migliora anche l’umore oltre che l’atmosfera del posto di lavoro.

Lo studio americano. E così, i vigili del fuoco intervistati durante la ricerca hanno dichiarato che i pranzi condivisi sono un’attività centrale nella loro quotidianità lavorativa, e non mancano casi particolari, come gli agenti che effettuano una doppia cena, prima a casa con la famiglia e poi con i colleghi, per non perdere occasioni così importanti di stare insieme. Secondo gli studiosi, questi sono esempi chiari “per spiegare quanto questi gruppi percepiscano l’importanza di mangiare insieme“, che diventa “un rito paragonabile a quello della condivisione di un pasto con la propria famiglia”, al punto che i comportamenti diversi, di isolamento e di mancata condivisione del pranzo, sono un “un segnale di qualcosa di più profondo che non funziona all’interno di un gruppo e che poi tende ad emergere nei risultati di tutto il team”, come si legge nelle conclusioni del rapporto.

Benefici per l’impresa. Insomma, visto che sempre più persone pranzano in azienda e ormai abbiamo chiarito che il pasto è un elemento chiave di socializzazione, bisognerebbe riconsiderare la spesa per questi momenti, che diventa per le imprese stesse una sorta di investimento sulle performance dei dipendenti: i dati analizzati nello studio americano segnalano che mettere le persone a proprio agio anche e soprattutto durante il pranzo genera anche benefici economici, e pertanto “i datori di lavoro dovrebbero incoraggiare i pranzi comuni, per aumentare la collaborazione tra i dipendenti e la performance aziendale”.

redazione