E’ innaturale che un genitore debba seppellire le sue figlie soltanto perchè si trovavano a fare una vacanza in un campeggio, le due bimbe erano al loro posto, non in giro incoscientemente in cerca di pericoli, erano proprio dove i loro genitori avevano deciso potevano trascorrere in serenità la loro notte di vacanza. “Ci ha svegliato il rumore del vento. Un boato, – è il racconto che Hicham Lassiri, 43 anni, padre delle due sorelle torinesi di origini marocchine morte mentre erano in vacanza, fa a La Stampa. – Dopo pochi secondi è caduto l’albero. Jannat, la piccolina, non la vedevo”.”Mi sono avvicinato a Malak che aveva un taglio sulla fronte e – ricorda l’uomo – mi diceva: “Ci ha svegliato il rumore del vento. Un boato, – è il racconto che Hicham Lassiri, 43 anni, padre delle due sorelle torinesi di origini marocchine morte mentre erano in vacanza, fa a La Stampa. – Dopo pochi secondi è caduto l’albero. Jannat, la piccolina, non la vedevo”. “Mi sono avvicinato a Malak che aveva un taglio sulla fronte e – ricorda l’uomo – mi diceva: “Papà non riesco a respirare, non ce la faccio’. Io le ho risposto: “Non mi lasciare, ti prego, non mi lasciare’. Lei mi ha guardato e ha risposto: ‘Non posso. Vi voglio bene”. Queste sono state le sue ultime parole. Poi è svenuta e non si è più svegliata”.”Spero che qui sulla terra sia fatta giustizia, perché quell’albero non doveva cadere addosso a loro, – continua il padre di Malak e Jannat su La Stampa. – Era tutto marcio e doveva essere tagliato prima. Io non voglio accusare nessuno, ci sono le indagini per questo. Chiedo solo giustizia e verità”. Proprio per capire lo stato di quel pioppo dalla procura viene conferito l’incarico formale a un agronomo forestale per una perizia. Servirà, dunque, per definire “le condizioni dell’albero e se era prevedibile o meno che potesse cadere in caso di maltempo”, come ha specificato il procuratore capo di Massa Carrara Piero Capizzoto.