Oggi è il World Social Media Day: un’occasione per riflettere?

Oggi è il giorno dei giorni per la popolazione mondiale, volente e nolente che sia: è il World Social Media Day. Una giornata celebrata da tutti i social network, per ricordarci come i social media siano diventati parte integrante delle nostre vite (anche in questo caso: volenti o nolenti).

Il primo World Social Media Day fu celebrato nel 2010 da Mashable, famoso sito web d’attualità statunitense, con l’obiettivo di riflettere e sottolineare sul ruolo dei social media e sull’effetto che stavano iniziando ad avere sul mondo intero.

Sembra passata una vita, ma in realtà i social media sono diventati maggiorenni solamente lo scorso anno. Circa diciannove anni fa, infatti, nasceva Friendster, la prima piattaforma social per trovare nuovi amici in maniera sicura sulla rete. Il vero precursore, però, fu Sixdegrees nel 1997, un sito web che permetteva di creare delle “liste” divise tra amici, familiari, compagni di scuola, ecc.

I grandi della rete arrivano solamente dopo, imparando dagli “errori” dei pionieri probabilmente. Nel 2003 fu lanciato Linkedln, poi nel 2004 arrivano MySpace e Facebook, con il primo che riscosse più successo del secondo inizialmente (strana la vita eh?). Nel 2005 arrivò YouTube e nel 2006 iniziò a cinguettare Twitter.

Nel 2010 nacque il social per eccellenza, qualcosa che attrae tutti, ma divide: arrivò Instagram. Subito dopo, nel 2011, arrivò il gemello diverso Snapchat, portando sin da subito il livello di polemica alle stelle. Negli anni successivi Instagram e WhatsApp furono acquistate da Facebook piglia tutto, a testimonianza dell’enorme forza ed influenza generata negli anni dalla creazione di Mark Zuckerberg.

World Social Media Day: gli effetti della comunicazione interconnessa

Il 30 giugno è sicuramente un giorno di celebrazione, un’occasione per analizzare la forza della comunicazione, interrogandosi su come quest’ultima sia cambiata negli ultimi vent’anni, entrando a gamba tesa sui canali tradizionali (tv, radio e giornali), rimasti pressoché intatti per quasi un secolo.

Allo stesso tempo, però, bisogna comprendere quali confini hanno superato i social media. Sono nati sì come mezzo di condivisione, ma ben presto sono diventati strumenti per veicolare la comunicazione di imprese, politici ed opinion leader.

A differenza dei classici metodi di comunicazione, i social media si basano appunto sulla condivisone e sul confronto istantaneo tra utenti, aprendo quasi con facilità la porta nell’io di ognuno di noi, spesso inconsciamente, fornendo informazioni che non ci saremmo mai sognati di condividere con un programma televisivo. Cavalli di troia che forse sono riusciti ad entrare troppo facilmente nella vita privata di ogni di noi? Chi lo sa.

Ciò che ovviamente è possibile fare è educare. Sembrerà scontato certo, ma l’unica arma a nostra disposizione per regolare quanto accade sulle piattaforme è fissare delle regole morali e di comportamento, poiché solamente attraverso questi insegnamenti è possibile fornire le basi per un pacchetto di sopravvivenza nella giungla social odierna.

Paride Rossi