Nuova ondata di contagi ad Hong Kong, l’incubo coronavirus continua

Nuova ondata di contagi ad Hong Kong, il coronavirus riappare sulla scena a distanza di pochi giorni dalla riapertura del paese alla normalità. Sia pure con delle misure restrittive, il governo aveva decretato la fine del periodo di isolamento il 15 marzo, ma già il 27 si cominciano a contare ben 61 casi di nuovi contagi.
Venerdì 27 marzo a Hong Kong sono stati accertati 65 nuovi casi di coronavirus in 24 ore, un record dall’inizio dell’emergenza sul territorio nazionale arrivato quando le autorità locali avevano iniziato ad allentare i divieti imposti durante la quarantena. Proprio quando la regione autonoma cinese si era convinta di aver superato l’epidemia, e aveva dato il via alla riapertura di uffici, negozi e fabbriche l’incubo è tornato, con i casi di Covid-19 di nuovo in aumento soprattutto tra gli studenti di ritorno da località europee e dagli Stati Uniti. La disperazione riscende sul paese, la nuova ondata toglie il filo della speranza a cui tutti siamo aggrappati, i cinesi che vivono da più tempo l’epidemia,il mondo intero, che cerca nei risultati ottenuti della Cina, la luce della speranza per uscire dal tunnel pandemico.

Secondo Gabriel Leung, rettore dell’Università di Medicina di Hong Kong ed esperto di epidemie, citato da The Atlantic, “la reintroduzione delle misure restrittive è la più discussa tra gli esperti e i governi mondiali. C’è bisogno di queste misure a vari gradi di intensità fino a quando si verificano l’immunità di gregge o una disponibilità sufficientemente estesa di un vaccino somministrato almeno a metà della popolazione.

Così il governo ha dovuto chiudere nuovamente l’aeroporto agli stranieri, anche a quelli solo in transito, e chi arriva dall’estero deve fare 14 giorni di quarantena. Come riferisce la rivista The Atlantic, quanto successo a Hong Kong deve essere un monito per tutti quei Paesi, tra cui anche l’Italia,che con il calo dei contagi pensano di tornare subito alla normalità.  
Ci si richiude in casa, si chiudono negozi non essenziali, teatri, ristoranti, cinema, blocco degli uffici, vietati assemblamenti umani, concessi solo per un numero massimo di 4 persone a debite distanze. 
Per non dire che ormai non circola in giro nessuno se non con coperto dalle mascherine, ed occhiali protettivi. Sarà dunque questo il nostro futuro, questa è la domanda del primo aprile per tutti coloro che avevano guardato nella Cina il modello per superare le ansie del nostro presente.
Alessandra Filippello