Non si può morire a 10 anni nel cassonetto degli indumenti usati della Caritas, non aveva scarpe ai piedi

Quante volte abbiamo detto queste scarpe sono scomode mi fanno venire dolore ai piedi. Provate a pensare tuttavia, di dover camminare senza scarpe, di desiderarne tanto un paio  per proteggersi i piedi dalla strada, ma non poterle comprare, mancano i soldi per pagarle, con il freddo e poi con il caldo. Soprattutto pensate ad un bambino di appena 10 anni, che trascorre tutta la sua giornata in giro. Karim Bamba, 10 anni, figlio di un ivoriano e mamma palermitana, è morto a  Boltiere, poco più di seimila abitanti nella Bassa bergamasca, la famiglia di Karim da anni è seguita dai Servizi sociali del Comune, la coppia ha altri quattro figli, di 11, 7, 4 e 2 anni. Karim, non potendo più sopportare di avere dolore ai piedi, attratto dal cassonetto per la raccolta di indumenti usati della caritas, ha deciso di provare a trovare li delle scarpe e magari anche qualche indumento da portare casa, per contribuire alla situazione di degrado in cui versano sia lui che i suoi fratellini. Il padre quasi sempre assente e la mamma che cerca tra le lacrime di portare qualcosa nel piatto dei figli. La famiglia vive in un bilocale al pianterreno di un condominio alle spalle del municipio. L’entrata dell’appartamento è quasi ostruita da vecchi televisori sfondati, borse piene di chissà che cosa e tante biciclettine, spunta anche una scarpa da bimbo tanto logora e spaiata.

Questo dolore scuote l’intera comunità di Boltiere – commenta il sindaco Osvaldo Palazzini, che si è subito recato sul luogo della tragedia: il dolore per quanto avvenuto spezza il cuore a tutti. La famiglia di Karim è molto conosciuta, vive vicino al municipio”. E aggiunge: “Mi sento di dover dire che è stato fatto quanto era possibile. Seguivamo le disposizioni del Tribunale. C’era un’udienza fissata a fine maggio e spostata poi a ottobre. Noi abbiamo dato la casa e tutte le agevolazioni e contributi di cui disponiamo. Spesso la polizia locale e gli assistenti sociali bussavano alla porta ma era difficile farsi aprire. Solo lo scorso ottobre siamo riusciti a incontrarli e avviare un dialogo”.  Karim, senza scarpe, ha raggiunto  il cassonetto che si trova in via Monte Grappa, il tratto urbano dell’ex statale 525 Bergamo-Milano, una strada non certo periferica, si è arrampicato sul cassonetto giallo con la speranza che il suo dolore finisse, ma ha trovato l’incubo di una morte disperata e dolorosa. Il bambino è rimasto schiacciato dal portellone, di lui rimangono fuori solo le gambe. Dopo qualche ora, una signora, mentre stava risalendo sulla sua macchina posteggiata a pochi metri, intravede le gambette penzoloni ed allerta immediatamente la polizia,“Una scena orribile”, ha raccontato la donna, scossa, ai carabinieri. Immediato l’allarme al 112: a Boltiere sono arrivate un’ambulanza e un’automedica del 118 ma, per liberare il piccolo Karim dal cassonetto sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Trasportato al pronto soccorso pediatrico, tra dolori strazianti, Karim muore per una disgrazia terribile che si poteva evitare.
Alessandra Filippello