C’è sempre tempo per un libro di Nick Hornby

Tra gli scrittori contemporanei, nessuno come Nick Hornby è bravo a raccontare dell’esistenza umana facendo emergere tragicità e comicità della vita e delle storie dei personaggi raccontati.

Chi ha già letto “Alta fedeltà” o “Non buttiamoci giù” sa che Nick Hornby è un talento della letteratura moderna inglese e chi non lo conosce ancora potrà scoprirlo leggendo “Tutti mi danno del bastardo”, libro non recente dello scrittore, ma decisamente interessante per gli spunti di riflessione che regala.

Tradotto da Banfi ed edito da Guanda, “Tutti mi danno del bastardo” è un romanzo breve che racconta le conseguenze della fine di un matrimonio quando uno dei due coniugi tiene una rubrica su un giornale in cui abitualmente scrive del rapporto uomo-donna prendendo spunto dalla propria vita privata e sentimentale.

Elaine e Charlie, i protagonisti del libro, hanno divorziato. Poco male, penserete voi, se non fosse che Elaine inizia a parlare di Charlie sul giornale in cui tiene una rubrica, distruggendo la sua reputazione.

Elaine racconta tutto ciò che può metterlo in cattiva luce: dalle mancanze come padre a quelle come marito per giungere all’incapacità di soddisfarla sessualmente. È spietata, saccente e crudele a tal punto che la rubrica viene intitolata “Bastardo!”. Gli ultimi anni della vita di Charlie vengono dati in pasto alla società e, soprattutto, a coloro i quali relazionano con lui. I colleghi di lavoro lo ridicolizzano e anche la madre addirittura lo chiama per commentare il contenuto della rubrica. Charlie è il bersaglio ed il centro del rancore e della rabbia di Elaine.

Quando sembra che non esista una soluzione, Charlie incontra Helene, la protagonista della rubrica “Stronza!” tenuta dal suo ex, e i due scoprono che da tanto odio altrui può nascere una serenità reciproca.

Hornby, ancora una volta, sbalordisce per come affronta il problema e le cause derivanti dall’uso (sarebbe il caso di dire “abuso”) personale e viziato dei mezzi di comunicazione. Raccontando di Charlie ed Elaine, lo scrittore spiega come i sentimenti trasformatisi in rabbia possano non solo ferire, ma anche incidere sulla quotidianità di un individuo. Dopo il divorzio, Elaine cambia totalmente tono e non seleziona più cosa raccontare nella rubrica. Charlie, invece, diventa agli occhi di amici, conoscenti e parenti ciò che non è e che non ha mai creduto né voluto essere.

Del resto, Hornby è talmente bravo da far dire a Charlie che quanto scrive Elaine è la sua verità e non la verità universale su di lui. Soprattutto, è una versione dei fatti per come li ha vissuti lei, senza tener conto di lui. Quante volte è capitato di essere delle persone meravigliose e allo stesso tempo delle persone infime? Bastava solo cambiare il soggetto a cui chiedere cosa pensasse di noi! Il lettore forse troverà una solo pecca dopo i trenta minuti scarsi di lettura: la brevità del romanzo che si sarebbe potuto riempire di dettagli e di un finale diverso. Secondo noi, però, Nick Hornby ha fatto una scelta precisa: raccontare al lettore che anche da una “tragedia familiare” come il divorzio può nascere una seconda possibilità.

N. Hornby, “Tutti mi danno del bastardo”, Guanda, pag. 65, € 9,00

Buona lettura!

Sandy Sciuto