Fotografia della siluette di una donna intenta a praticare yoga, la disciplina che insegna il controllo del respiro o pranayama

Neuroni pranayama: respira e rilassati, il cervello farà il resto

Un gruppo di neuroni fa da ponte tra la respirazione e gli stati d’ansia e agitazione

Sin dalla scuola, veniamo a conoscenza di come la respirazione sia un processo regolato dal sistema nervoso autonomo, ovvero quella parte del nostro sistema nervoso che innerva gli organi e ne gestiscono le funzioni vegetative, come la peristalsi dell’apparato digerente o il battito cardiaco. Il sistema nervoso autonomo ha da sempre avuto dei collegamenti con le cosiddette funzioni cerebrali superiori, come la memoria, il linguaggio e il ragionamento. Ne rappresenta un esempio pratico la meditazione, che produce effetti benefici sulla salute proprio grazie al controllo della respirazione.

Tuttavia, quali fossero i centri che regolassero le connessioni fra respirazione e gestione dello stress non era fino ad oggi ben chiaro. A risolvere il mistero ha pensato un gruppo di ricercatori della Stanford University (California) ha recentemente scoperto un gruppo di neuroni che riescono a regolare i rapporti fra la respirazione e gli stati di ansia e agitazione. Stando alla ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Science esistono dei neuroni all’interno del tronco encefalico, situato nella nuca, che sono coinvolte nelle risposte allo stress.

I neuroni pranayama

Il centro di queste connessioni è un un esiguo gruppo – ebbene si: “esiguo” pensando che disponiamo di circa 100 miliardi di cellule nervose – di 175 neuroni, situati in quell’area del tronco encefalico chiamata complesso pre-Bötzinger, incaricato per l’appunto del controllo della respirazione. Il complesso, nel topo, è costituito da circa 350 neuroni, ma il gruppo ristretto caratterizzato dal team di Mark A. Krasnow, svolge una funzione aggiuntiva: oltre a regolare il respiro, rendendolo affannoso quando si corre e più regolare quando di dorme o si è tranquillamente sdraiati, essi inviano degli impulsi ad una zona ben precisa del cervello chiamata locus caeruleus.

Il locus caeruleus, o punto blu, è il centro principale dove viene rilasciata la noradrenalina, l’ormone che, in situazioni di stress, accelera il battito cardiaco, ci fa sudare ed aumenta la frequenza respiratoria. Il ruolo fondamentale del locus caesurelus è quello, insomma, di farci rimanere vigili, pronti alla fuga o al combattimento, e di farci mantenere a lungo l’attenzione. Non è un caso, infatti, che la noradrenalina sia contenuta nei farmaci che combattono i deficit dell’attenzione.

Se il ritmo del nostro respiro stimola in qualche modo l’attività di questi 175 neuroni, soprannominati neuroni pranayama, essi provvedono inducendo il rilascio di noradrenalina ed avvertendo tutto il nostro corpo che potrebbe esserci bisogno di una “manovra d’emergenza” da un momento all’altro. Se questo è vero, è anche vero che modulando il ritmo del respiro è possibile regolare la produzione di noradrenalina e, quindi, calmarsi ed affrontare gli eventi con maggiore rilassatezza!

L’esperimento

Ancora una volta, a rendere possibile questa scoperta è stata la sperimentazione animale. Alcuni topi vengano sottoposti ad uno stimolo, chiamiamolo “A”, che è in grado di suscitare in loro agitazione e, quindi, respirazione più affannata. I topi in cui i neuroni pranayama sono stati asportati, respiravano normalmente quando erano sottoposti allo stesso stimolo, anzi rimanevano tranquilli, non dimostravano alcuna reazione tipica delle condizioni di stress! Questo vuol dire che proprio grazie a questi neuroni è possibile, in sostanza, respirare profondamente anche quando siamo fortemente agitati!

Questa importante scoperta ha reso possibile individuare la posizione di questi neuroni grazie a specifici marcatori molecolari. Con il tempo, sarà possibile elaborare dei farmaci in grado di agire direttamente su questi neuroni per combattere stress, ansia e panico, situazioni a cui risponde il locus caeruleus: in questo modo si potrebbe così regolare il flusso di noradrenalina e di conseguenza ridurre la pressione e regolare la respirazione.