La morte misteriosa di Elisa Lam nell’hotel degli orrori

Esistono storie che nonostante tutto non riusciamo a cancellare dalla nostra memoria. Il caso di Elisa Lam è uno di questi.

Nel febbraio 2013, la studentessa 21enne di Vancouver, è stata trovata morta all’interno del serbatoio d’acqua sul tetto del Cecil Hotel di Los Angeles.

Il Dipartimento dei Coroner  ha stabilito che si trattasse di morte “accidentale causata da annegamento” e non ha rinvenuto tracce di droghe o alcol durante l’autopsia. La dinamica dei fatti rimane misteriosa, la polizia infatti non è riuscita a ricostruire tutta la storia. La prima prova da considerare è un nastro di monitoraggio registrato nell’ascensore il quale mostra Elisa pochi minuti prima della sua morte.

Il video di quattro minuti postato su YouTube mostra Elisa premere tutti i pulsanti dell’ascensore mentre sta aspettando che l’ascensore si chiuda. Vedendo che le porte non si chiudono, inizia a comportarsi in modo molto strano. Ecco il video.

In un primo momento, Elisa entra nell’ascensore e preme tutti i pulsanti. Poi sembra aspettare qualcosa, ma per qualche ragione, la porta dell’ascensore non si chiude. Inizia a guardarsi attorno, come se si stesse nascondendo da qualcuno. 01:57: le braccia e le mani iniziano a muoversi in un modo molto strano (quasi non umano), sembra apparentemente parlare con “qualcuno”. Poi si allontana. La porta dell’ascensore si chiude e comincia a funzionare di nuovo.

Subito dopo gli eventi del video, Elisa arrivò sul tetto e salì sul serbatoio dell’acqua, finendo per annegarci. Il suo corpo è stato trovato due settimane dopo la  morte, perché gli ospiti dell’Hotel si lamentarono del gusto e il colore dell’acqua.

Vedendo il filmato di sorveglianza, la maggior parte della gente giungerebbe alla conclusione che era sotto l’influenza di droghe. Quando si guarda il contesto e le circostanze di questa morte, le cose diventano ancora più misteriose. Un esempio è la storia che cela l’hotel che ospitava la giovane ragazza, luogo misterioso e inquietante, che ha ospitato personaggi tutt’altro che miti.

LA STORIA OSCURA DEL CECIL HOTEL

Costruito nel 1920 per soddisfare “gli imprenditori che venivano in città per trascorrere una notte o due”, il Cecil Hotel non è riuscito ad ottenere la fama di residenza stellata. Situato vicino alla famigerata zona di Skid Row (famoso quartiere di povertà e degrado NdR), l’hotel iniziò ad affittare camere a lungo termine per prezzi a buon mercato. Politica che attirò diversi tipi di persone, come due serial killer Richard Ramirez e Jack Unterweger .

Ramirez, etichettato come ” il Nightstalker”, viveva al Cecil Hotel nel 1985 in una camera all’ultimo piano. Pagava $ 14 a notte e rimase inosservato pedinando e uccidendo ben 13 vittime di sesso femminile. Venne dichiarato da terzi: “Buttava i suoi vestiti insanguinati nel cassonetto a fine serata e rientrava tramite l’ingresso posteriore”.

Jack Unterweger era un giornalista che indagava sui crimini a Los Angeles per una rivista austriaca nel 1991 . Si ritiene che vivesse presso l’Hotel Cecil in omaggio a Ramirez. Fu accusato di aver ucciso tre prostitute a Los Angeles, pur essendo ospite del Cecil.

Negli anni ’50 e ’60 il Cecil era noto come un posto dove la gente si suicidava buttandosi dalle finestre. Helen Gurnee balzò fuori dalla finestra del settimo piano, atterrando sul tendone dell’hotel il 22 ottobre 1954. Julia Moore saltò dalla finestra della sua camera all’ottavo piano l’11 febbraio 1962. Pauline Otton , 27 anni, cadde dal nono piano dopo aver discusso animatamente con il suo ex marito il 12 ottobre 1962. La Otton atterrò su George Gianinni, 65 anni, 90 metri più in basso. Entrambi morirono sul colpo.

Ci fu anche un omicidio tra i residenti: Pigeon Goldie Osgood, un operatore telefonico in pensione, noto per proteggere e alimentare i piccioni in un parco vicino, è stato trovato morto nella sua stanza il 4 giugno 1964. E’ stato pugnalato , strangolato e violentato. Il delitto rimane ancora irrisolto.

Tornando alla giovane Elisa, le autorità di Los Angeles nel giugno 2013 stabilirono che la morte è stata accidentale e che fosse “probabilmente bipolare”. Detto questo, alcune questioni rimangono senza risposta. Come ha fatto Elisa, che non era evidentemente in sé, a finire nel serbatoio dell’acqua dell’hotel, una zona il cui accesso è difficile? Inoltre, Come ha fatto a chiudere il coperchio del serbatoio dell’acqua?

Come nel caso di morti strane o irrisolte, le autorità hanno cercato di divulgare meno informazioni possibili. Cosa è successo veramente?