“Il meraviglioso mago di Oz”: storia di un classico intramontabile

Nel 1900 lo scrittore e produttore cinematografico statunitense L. Frank Baum pubblica quello che verrà considerato uno dei più grandi capolavori della letteratura americana per bambini: Il meraviglioso mago di Oz.

Il racconto ebbe sin dai primi anni un grandissimo successo: un fattore importante a tal proposito fu anche la scelta di associare ad una narrazione molto semplice, anche se ricca di particolari estremamente fantasiosi, le bellissime illustrazioni di W.W. Denslow che accompagnarono la prima edizione del racconto e che da sempre furono apprezzate dal pubblico dei bambini.

La storia, sicuramente nota a tutti, è molto semplice: Dorothy è una bambina che vive in Kansas insieme agli zii e al cane Toto. Un tornado molto violento trasporta lei e la sua casa in una terra sconosciuta abitata da strani esseri. Dopo essersi resa conto di aver ucciso la strega malvagia dell’Est atterrandoci sopra con la propria abitazione, inizia un’avventura straordinaria alla ricerca del mago di Oz, unico personaggio in grado di riportarla in Kansas grazie a dei meravigliosi e misteriosi poteri magici. Durante il percorso Dorothy conosce diversi personaggi, tutti desiderosi di ottenere qualcosa in dono dal famosissimo mago: lo spaventapasseri in cerca di un cervello, l’uomo di latta in cerca di un cuore e il leone in cerca di coraggio.

Come è giusto che ogni bambino sappia, la ricerca di ciò che è necessario ottenere per raggiungere una situazione ideale deve passare soprattutto attraverso se stessi. Ognuno possiede dentro di sé le forze necessarie al raggiungimento di qualsiasi traguardo ed ognuno può, con la propria volontà e la disponibilità al confronto e alla collaborazione con altri, realizzare i propri desideri e favorire la realizzazione di quelli altrui.

Il messaggio di questo piccolo racconto è molto esplicito e genuino, ed è soprattutto per questa ragione che iniziarono a circolare ben presto copie tradotte in circa cinquanta diverse lingue e talvolta riadattate in base al paese di diffusione. La storia fu così tanto apprezzata che se ne fece subito un riadattamento teatrale e musicale e iniziarono ben presto a diffondersi le prime versioni cinematografiche, tra cui quella famosissima del 1939, che conquistò ben tre premi Oscar.

Moltissimi artisti, scrittori e sceneggiatori, ancora oggi prendono liberamente spunto dalla storia concedendosi numerose citazioni: basti pensare ai videogiochi, ai fumetti e ai cartoni animati in cui compaiono i personaggi della vicenda in veste sicuramente più moderna.

Numerose e recentissime sono poi le versioni della storia diffuse da case cinematografiche molto importanti, come la Walt Disney Picture, che nel vicino 2013 produsse un prequel del film prodotto nel 1939, intitolato Il grande e potente Oz.

La storia della piccola Dorothy conquistò il cuore di tutti, grandi e bambini, e venne così tanto interiorizzata dal pubblico americano, che ben presto la critica iniziò a far circolare delle interpretazioni del racconto basate su un piano di lettura completamente diverso da quello che si è soliti intendere. Molti videro nel racconto una sottile critica alla politica monetaria di fine Ottocento, che causò l’indebitamento, dunque l’impoverimento di un grandissimo numero di contadini, dovuto ad un’improvvisa deflazione che portò naturalmente ad un arricchimento delle banche. Gli zii della piccola Dorothy sarebbero a tal proposito il simbolo di tutti i contadini ridotti in miseria, specialmente in zone povere come il Kansas, che improvvisamente videro sparire i propri averi, nonché i propri diritti, con la stessa velocità di un tornado.

A prescindere dalle speculazioni della critica, il racconto di Baum è, per ovvie ragioni, uno dei testi più importanti e più popolari della letteratura per ragazzi. Trasmettere ai giovani valori genuini è sempre stato un compito difficile e la vicenda significativa della piccola Dorothy ha sempre conquistato le attenzioni di tutti. Contare sugli altri, unire le proprie forze a quelle altrui è importante, a volte fondamentale alla crescita, ma coltivare se stessi, dedicarsi alla propria personalissima crescita lo è ancora di più. Basti pensare che – per coloro che hanno dimenticato il gran finale della storia – il mago di Oz non esiste, così come non esistono dei poteri magici in grado di migliorare il mondo e le persone che lo abitano: il miglioramento non proviene mai dall’esterno, la realizzazione di sé non va ricercata negli altri, la felicità, per quanto condivisibile, non è mai un dono che riceviamo da qualche entità a noi superiore.

Roberta Latorre