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L’ultima gara di Valentino Rossi e la sua straordinaria carriera

Sembrava un giorno lontano, irraggiungibile, ma oggi Valentino Rossi ha corso la sua ultima gara in MotoGP segnando la fine di un’era. La notizia del suo ritiro era già nota da tempo (5 agosto 2021), ma non per questo è stato un giorno meno memorabile. Rossi lascia dopo nove titoli Mondiali, di cui 7 nella classe regina (uno in 500 e 6 in MotoGP). Lascia a 42 anni dopo 26 stagioni nel Motomondiale.

Elencare tutti i record ottenuti sarebbe un’impresa titanica, ma soprattutto priva di senso. Perché quello che ha rappresentato Valentino Rossi per gli appassionati e non solo va ben oltre i numeri e i confini nazionali. Rossi è probabilmente il pilota più amato del mondo due ruote, con tifosi sparsi in tutto il globo. Ciò è dovuto sicuramente ai suoi numeri e al suo talento, ma anche alla sua brillante personalità. Un volto iconico e ben riconoscibile che per anni ha accompagnato in maniera rassicurante i tifosi. Sì perché una buona parte dei tifosi, praticamente chi è nato all’inizio degli anni Novanta (e oggi ha trent’anni) non ha mai vissuto una stagione motoristica senza il numero 46 schierato sulla griglia di partenza.

Dato che però i numeri sono sempre più spesso un criterio importante per valutare le prestazioni di qualsiasi tipo, eccone alcuni. Esclusa la sua ultima stagione nel Motomondiale, dal 1996 al 2020 Valentino è salito almeno una volta sul podio. Questa invidiabile costanza, dall’esordio nel Motomondiale al GP del Mugello del 2010 non ha mai saltato una gara, gli ha permesso di stabilire notevoli record di longevità, il più significativo è forse quello che riguarda la maggior distanza temporale tra due vittorie nella classe regina: ben 17 anni (nel 2000 nel GP di Gran Bretagna e nel 2017 in Olanda) che spesso sono più degli anni dell’intera carriera di un pilota di buon livello.

Il suo talento e la sua costanza lo hanno fatto battagliare anche con avversari molto più giovani. L’ultima grande lotta per il titolo è stata nel 2015 con Jorge Lorenzo, più giovane di Rossi di sette anni e ritiratosi nel 2019, quando l’italiano restò in vetta alla classifica del Mondiale dalla prima alla penultima gara perdendo però il titolo.

Rossi però ha dimostrato di amare molto le sfide con gli avversari, basti pensare ai numerosi duelli con Biaggi, Gibernau, Stoner e molti altri, ma anche con se stesso e la propria moto. Basti pensare al 2004, quando dopo quattro anni in Honda di cui tre di quasi assoluto dominio abbandonò la casa di Saitama per passare a quella di Iwata. Pur cambiando moto, e di certo non era una moto storicamente vincente, non vinceva un Mondiale nella classe regina dal 1992, non cambiarono i risultati: altri due titoli Mondiali, per completare il filotto di 5 successi consecutivi che l’hanno visto mattatore dal 2001 al 2005. Con la casa di Iwata il rapporto è subito decollato e Rossi ha stabilito il record di podi per un solo pilota con la stessa casa motoristica nella top-class: ben 142.

Il pilota di Tavullia ci ha da sempre stupito con le sue originali coreografie dopo le vittorie del titolo, non ha mancato di sorprendere anche nel giorno dell’addio chiudendo in top ten, conquistando i suoi ultimi 6 punti iridati.

Dato che i numeri non sono tutto, ma spesso ci regalano strane coincidenze eccone una davvero singolare: Valentino ha corso la sua ultima gara il 14-11-21. Sommando le tre cifre il risultato è sorprendente: 14+11+21= 46. Sicuramente un caso, ma Rossi non poteva scegliere allora un giorno diverso per concludere la sua straordinaria carriera.

Tommaso Pirovano