Lost compie quindici anni: un mito che non morirà mai

22 settembre 2004. Può sembrare una data come tante altre, ma non lo è: il volo Oceanic Airlines 815 si schianta in un’isola del Pacifico. Il bilancio è tragico: moltissime vittime e 48 superstiti.
Se non ve lo ricordate è perché probabilmente vi siete persi la più grande serie televisiva di tutti i tempi: “Lost“. La serie, infatti, si apre con questo tragico evento, la scintilla che dà il via a tutti gli avvenimenti raccontati nel corso dei 114 episodi divisi in sei stagioni.

Lo stesso giorno andò anche in onda il primo episodio di “Lost”. Quest’anno la serie compie ben quindici anni. Oggi è il giorno forse migliore per parlarne e per evidenziare tutti gli aspetti che l’hanno resa una delle serie televisive cardine della storia.

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, “Lost” è una serie televisiva andata in onda dal 2004 al 2010 la cui trama è apparentemente molto semplice: dopo uno schianto aereo un gruppo di sopravvissuti deve iniziare una difficile convivenza in un luogo sperduto e isolato dal mondo. Ma ridurre la serie a questa spiegazione sarebbe altamente riduttivo: in “Lost” troviamo tantissime storie, da quelle che si sviluppano sull’isola alle storie personali dei personaggi, raccontate attraverso gli iconici flashbacks, flash forwards e i flash sideways, ossia delle realtà alternative.

Si può dire che la serie è stata uno spartiacque nella storia della televisione: le altre serie sono state prodotte in un prima e in un dopo “Lost”. Nessun’opera, inoltre, è riuscita a inserirsi in maniera così netta nella mente del pubblico come ha fatto questo capolavoro: famosissima è la compagnia aerea, la “Oceanic 815”, famosa è la band di uno dei protagonisti, i “Drive Shaft” (la cui canzone presente nella serie, “You all everybody”, si può ascoltare su YouTube). Leggendaria, poi, è la serie di numeri che fa da leitmotiv per le varie stagioni: 4 8 15 16 23 42.

Numeri apparentemente casuali ma che sono presenti in ogni cosa dentro la serie: il volo è il numero 815, i sopravvissuti sono 48 e così via. Non vogliamo dirvi altro per non spoilerare.

I vari personaggi sono entrati nella storia: da Jack il leader a Sawyer il duro, passando per il mistico John e l’eccentrico Charlie. Ognuno di loro ha lasciato un marchio indelebile durante la loro avventura sull’isola.

I personaggi di “Lost”. Da www.talkymedia.it

Identificare “Lost” in un solo genere è altrettanto difficile: troviamo avventura, amore, mistero, fantascienza, horror, dramma, mitologia e molto altro.

Perché Lost non è una semplice serie, non è un mero prodotto televisivo, è un qualcosa di più oltre a questo; è un’avventura, un viaggio di cui lo spettatore non può che esserne partecipe attivo e interessato.

“Lost” è anche un trattato di filosofia, a partire dai nomi dei personaggi (John Locke, Hume, Rousseau e altri) fino a toccare gli argomenti: Heidegger, Gramsci e molti altri filosofi vivono dentro la serie. Ogni personaggio si fa portatore di un pensiero diverso, personale, proprio, unico e intoccabile. Ognuno è portatore di una filosofia sua e di nessun altro. I punti di vista dei personaggi tuttavia si fondono l’uno con l’altro, si intrecciano, si scontrano. Essi creano un complesso sistema di visioni che non è sempre positivo: in una società improvvisata come quella dell’isola non si può vivere in democrazia; ce lo insegnava già William Golding nel lontano 1983 ne “Il signore delle mosche”, opera fondamentale del filone del genere distopico inglese.

Buio e luce, bianco e nero, scienza e religione. Tutta la serie ruota intorno a queste lotte, l’eterno scontro tra bene e male in cui nessuna forza riesce a prevalere nettamente sull’altra. Lo scontro è inevitabile, bisogna solo decidere da che parte stare. C’è chi si affida alla fede come Mr Eko, pastore africano che cambierà il modo di vedere le cose di uno dei protagonisti, chi si affida alla fredda ragione, come Jack; è impossibile trovare un punto di accordo, il desiderio di prevalere è insito nella natura umana e in un contesto selvaggio come quello dell’isola esso non può che uscire fuori dall’animo di ognuno dei protagonisti.

John Locke gioca a Backgammon nell’episodio pilota. Si notino le due pedine, una nera e una bianca. Da lostbackgammon.blogspot.com

Ci sarebbe molto altro da dire di questa serie, molti altri aspetti importanti; non bastano così poche parole per descrivere l’immensità di questo capolavoro televisivo, ma non possiamo dilungarci di più.

“Lost” può piacere come può non piacere, ma quel che è certo è che ha influenzato tutti, chi più e chi meno, è entrata nel cuore di ogni fan e ha fatto indubbiamente parlare di sé, se ne parla ancora oggi. Dopo lo splendido finale ha inevitabilmente lasciato un vuoto enorme che difficilmente un altro prodotto televisivo potrà colmare. Perché nulla sarà mai come questa serie.

Buon quindicesimo compleanno, Lost.

Marco Nuzzo