L’osso maledetto

4 novembre 1922: l’archeologo britannico Howard Carter scopre la tomba di Tutankhamon nella Valle dei Re.

Carter quel giorno non lo sapeva ancora, ma la sua scoperta avrebbe scatenato una “corsa all’oro”, intesa non come elemento, ma come rivalità tra archeologi per accaparrarsi il maggior numero di reperti in scavi da eseguire in tutta la valle. L’Egitto divenne “il posto da visitare” per eccellenza e molte famiglie facoltose iniziarono a sovvenzionare chiunque avesse intenzione di compiere ricerche sul territorio.

Uno dei finanziari di quegli scavi fu Sir Alexander Hay Seton, 10 ° Baronetto di Abercorn, che assieme a sua moglie Zeyla Gert nel 1936 viaggiò da Edimburgo a Il Cairo per dirigere una spedizione nella Piana di Giza, a poca distanza dalle piramidi.

Nelle sue memorie Sir Alexander racconta che la sua spedizione in Egitto è stata tranquilla fino a quando non venne scoperta una tomba all’ombra delle piramidi.

Venne quindi condotto all’entrata dello scavo e dovete scendere circa 30 scalini prima di accedere alla camera mortuaria di una donna.

La loro guida, Abdul, condusse lui e sua moglie ad una lastra di pietra, sotto la quale spuntavano i resti di uno scheletro femminile. Seton osservò che la mummia, sebbene parte della camera era crollata, era pressoché intatta, anche se le ossa del cranio e delle gambe erano chiaramente visibili fuori dalle bende e alcune costole erano rotte a terra. In generale, la colonna vertebrale era intatta e avrebbe permesso agli studiosi di compiere ricerche accurate. Seton, uomo profondamente religioso, disse al resto del gruppo di uscire e lui si fermò ancora qualche istante per una breve preghiera in onore della salma. La moglie, affascinata dalla sua prima scoperta, rimase ad ammirare lo scheletro per diverso tempo e rimase indietro per seguire Seton. Quello che però Sir Alexander non sapeva era che Zeyla, la moglie, mentre lui si era inginocchiato a pregare, aveva trafugato una vertebra con due costole della mummia ed era riuscita ad intascarla senza che nessuno la notasse.

La donna lo fece più per curiosità che per avidità e quella stessa sera, durante la cena, confessò al marito quello che aveva fatto. I due esaminarono le costole, che negli anni avevano assunto una forma di cuore. Dopo averne discusso a lungo, Seton si convinse che qualche pezzo mancante non avrebbe influito sulla scoperta e le lasciò alla moglie. La vertebra però si ruppe il giorno dopo e la donna decise di tenere solo una costola.

Sir Alexander dimenticò l’osso fino a quando lui e sua moglie non tornarono a Edimburgo. Zeyla disfece i bagagli e tirò fuori l’osso, che decise di mettere in mostra nel salone in una bacheca di vetro. Da quel momento nella casa della coppia iniziarono ad accadere strani eventi.

Pochi minuti dopo che l’osso era stato messo in bacheca, proprio sopra la vetrina i pannelli del soffitto cedettero e crollarono distruggendo la teca; Seton era seduto sul divano e per poco non rimase colpito. Nel corso delle successive settimane il sonno della famiglia venne disturbato spesso da rumori di urti, colpi e tonfi, tutti provenienti dal salone.

In quel periodo in giovane cugino di Sir Alexander fece visita ala famiglia e fu ospitato per qualche tempo in casa. L’uomo affermò di aver visto almeno tre volte in modo nitido una “donna spettrale vestita in abiti strani” che fluttuava in camera sua; nelle settimane successive anche altri affermarono di quella strana apparizione nelle sale della casa.

Più passava il tempo e più i fenomeni divenivano frequenti: le sedie della cucina iniziarono a spostarsi, la teca si ruppe ben 5 volte in un mese, le gambe del tavolo del salone si ruppero inspiegabilmente, molti soprammobili caddero a terra e i quadri di famiglia sbiadivano o venivano trovati lacerati.

A peggiorare la cosa c’erano le voci degli ospiti di Seton che iniziarono a spargere la voce di quegli episodi e la cosa fece in certo clamore, tanti che lo stesso Seton si sentì in dovere di giustificarsi dicendo che quegli eventi notturni erano opera di ladri.

Sir Alexander decise di chiudere a chiave la porta della stanza e di passare alcune notti a fare la guardia per essere testimone di cosa succedeva nel salone. Nelle sue memorie scrisse che in sua presenza non accadeva mai nulla di strano, ma non appena andava a letto veniva svegliato da rumori molesti o di qualcosa che si rompeva nel salone. Diverse notti dormì con la pistola sotto il cuscino e non appena sentiva un rumore si precipitava al piano di sotto, ma quando giungeva in salone tutto cessava. La cosa lo rendeva molto frustrato. Una notte l’evento fu molto più distruttivo del solito: la figlia della coppia di soli 6 anni, Egidia, si precipitò nella loro camera in preda all’isteria e quando Seton aprì la porta del salone chiusa a chiave si trovò davanti una scena catastrofica.

Sedie e tavolo erano distrutti e sottosopra, il libri che erano sulla mensola erano ovunque, molti con pagine strappate, la vetrina era in frantumi e i quadri a terra con le cornici rotte. Le finestre e la porta erano chiuse e bloccate dall’interno e l’unica cosa che sembrava al suo posto era la costola della mummia, che era sopra la vetrina rotta come se qualcuno l’avesse adagiata sopra i resti distrutti.

Sir Alexander a quel punto si convinse che la loro casa era infestata da un un poltergeist Sir Alexander, così disse alla moglie che aveva intenzione di distruggere l’osso. Lei si oppose fermamente e tra i due scoppiò una furiosa lite; alla fine, per quieto vivere, l’uomo cercò un altra soluzione.

Un giornalista del giornale Express si presentò alla residenza Seton e iniziò a braccare Sir Alexander per far luce sulle vicende della casa infestata, ma inizialmente l’uomo si rifiutò di commentare; più tardi, però, quando lo stesso giornalista gli chiese di poter analizzare l’osso, colse l’occasione di verificare se fosse proprio quella costola profanata ad essere la causa degli eventi paranormali e così gli permise di prenderla e farla analizzare.

Il reporter restituì l’osso dopo circa due settimane. Sia a lui che a Sir Alexander non capitò nulla di strano in quel periodo e Seton ebbe la conferma che tutto era collegato a quell’osso trafugato dalla moglie. A ulteriore prova ci fu una grave incidente stradale di cui fu vittima il giornalista il giorno stesso che riconsegno la reliquia.

L’attività in casa si calmò per un po’, ma qualche tempo dopo la famiglia fu nuovamente svegliata nel cuore della notte da forti rumori nel salotto. Mentre L’uomo scendeva le scale sentì un rumore di vetri infranti e quando entrò nel salone trovò nuovamente tutto distrutto, questa volta anche l’osso, che giaceva a terra spaccato in diversi pezzi.

Il giorno di Santo Stefano del 1936 a casa di Sir Alexander vennero invitati oltre un centinaio di ospiti per la tradizionale cena che ogni hanno al famiglia teneva. Un amico di Zeyla aveva ricostruito e incollato l’osso e la donna lo mise di nuovo in salotto in esposizione.

Mentre gli ospiti gustavano i cocktails nella sala il tavolo si sollevò da terra e venne scaraventato contro la parete da una forza invisibile. Alcune donne svennero, mentre altre scapparono in preda al panico e il ritrovo si sciolse rapidamente.

I giornali pubblicarono la vicenda in prima pagina e il titolo diceva: “Sir Alexander è perseguitato da un’entità malvagia!”. La famiglia ricevette migliaia di lettere da cittadini preoccupati e una di queste fu inviata da Howard Carter, scopritore iniziale della tomba di Tutankhamon: egli nella lettera gli esprimeva tutta la sua solidarietà e gli parlò indirettamente anche della maledizione che aveva colpito molti del suo gruppo.

Alexander scrisse che dopo che quel rito tornò la pace a casa sua, ma Zeyla non lo perdonò mai per aver distrutto l’osso in un esorcismo e dopo alcuni anni il loro matrimonio naufragò. Anche se l’attività in casa si stabilì, Sir Alexander scrisse che la maledizione continuò a manifestarsi di tanto in tanto, anche se molto più moderatamente di prima e con incidenti quasi irrilevanti.

redazione