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Lettera alla bellezza: un mistero, una formula matematica o un’illusione?

Che cos’è la bellezza? Un mistero? Una formula matematica? Un’illusione? Un’ossessione? Glielo abbiamo chiesto direttamente a lei.

Carissima,

Eterna amica e rivale, è ora di far pace con il mondo. Tutti ti amano e tutti ti odiano, tutti ti venerano e tutti ti sminuiscono. Facciamo i conti con te ogni giorno, guardandoci allo specchio e scoprendo una nuova ruga, aprendo la finestra e guardando il cielo azzurro, al museo tra le opere d’arte, negli occhi della persona che amiamo.

Ma alla fine, cosa sei? Esisti veramente solo negli occhi di chi guarda? Esiste una bellezza oggettiva o esiste solo quella soggettiva?

E’ un mistero, un po’ come se è nato prima l’uovo o la gallina: da dove nasce la nostra idea di te? Sei solo un retaggio culturale che vale qui e ora per me ma non per la persona che mi sta affianco?

Eppure, quando osserviamo il David di Michelangelo, un giglio bianco appena sbocciato, un tramonto sul mare di settembre, una rappresentazione di Cleopatra, la Venere di Botticelli o Marylin Monroe, siamo sempre d’accordo sul fatto che ci sia della bellezza in ciò che vediamo.

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1954: American film star Marilyn Monroe (1926-1962). (Photo by Baron/Getty Images)

Per molto tempo si è pensato alla bellezza oggettiva come un fattore misurabile, concreto. Un’espressione matematica che ha strettamente a che fare con le leggi della proporzione. Secondo molti studiosi, in particolare Gustav Fechner, sembra che l’uomo provi particolare piacere dalla visione di un volto, un oggetto o un edificio che sia particolarmente proporzionato. Una ”proporzione divina” sinonimo di Armonia e Bellezza, tradotto nella formula della cosiddetta sezione aurea:

Φ= 1,6180339887…

Keplero arrivò a ritenere che l’ordine dell’universo fosse basato proprio sulla sezione aurea, una proporzione divina a cui si è ispirato Dio per costruire il Mondo. La piramide di Cheope, Il Partenone, i Bronzi di Riace, Notre Dame di Parigi, La Venere di Botticelli, il David di Michelangelo rispettano proprio questa semplice espressione matematico-geometrica.

Ma non serve scomodare gli artisti del passato: basti pensare al lavoro di un grafico, quando deve creare un logo. Alcuni di questi che tutti conosciamo, come i loghi di National Geographic, Pepsi e Apple, sono stati ideati e creati proprio sulla base di proporzioni auree.

Anche il corpo umano fa fede al rapporto di proporzioni ideale per essere armonioso: ancora una volta, la sapevano lunga i greci. Policleto, scultore dell’antica Grecia, capì che anche le proporzioni del corpo non potevano sfuggire a dei canoni aritmetici: la testa del soggetto dev’essere 1/8 dell’altezza, 3/8 il busto, 4/8 le gambe. Negli anni ’50, la patria delle pin-up dai fisici a clessidra, si definì anche la misura perfetta del corpo femminile; il famoso 90-60-90, i centimetri ideali di seno, vita e fianchi per un corpo ”perfetto”.

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Acropoli – Atene

Ma tu che ne pensi di tutto ciò?

Pensi che il tuo mistero sia in una formula matematica, nella proporzione, nei centimetri? Te lo chiedo perché sempre più spesso mi domando se la bellezza sia sinonimo di perfezione. Ovvio, lo so che la perfezione non esiste, ma la bellezza tende ad un’ideale di perfezione o è solo fumo negli occhi?

E se la bellezza fosse solo un’illusione, perché passiamo la vita a cercarti e a desiderarti?

Se i bambini o i cuccioli fossero brutti, ce ne prenderemmo cura lo stesso? Se non vedessimo del bello in un quadro, una tovaglia, un vestito, lo compreremmo? Se una città fosse fatta di edifici brutti e sproporzionati, la visiteremmo lo stesso?

Se Beatrice fosse stata una cozza, Dante avrebbe scritto lo stesso la Divina Commedia?

So che non risponderai mai a questa lettera perché il tuo fascino è il tuo mistero.

Tuttavia, ti lancio una provocazione.

Una volta ho visto un film bruttino che in qualche modo mi ha fatto pensare, basato su un’idea semplice. Shallow Hal – amore a prima svista, ha come protagonista la bellissima (già, bellissima è il primo termine che le ho associato…buffo vero?) Gwyneth Paltrow, in una delle sue peggiori performance cinematografiche (Gwyneth, ti si ama lo stesso!).

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Shallow Hal – Amore a prima svista

La storia è questa. Un giorno, un uomo superficiale e attento solo all’aspetto fisico delle sue amanti, dopo l’ennesima avventura con l’ennesima bella-ma-stupida, incontra un famoso guru dell’auto-miglioramento che lo sottopone ad una seduta di ipnosi dopo la quale avrà modo di vedere solo la bellezza interiore delle persone. Dopo questo incontro, si imbatte in Rosemary, una ragazza tanto dolce, intelligente e sensibile quanto brutta, obesa e goffa, che suscita spesso l’ilarità di chi la vede. Lui invece se ne innamora all’istante, vedendola solo per la sua bellezza interiore: bellissima, biondissima, dal fisico tonico e il sorriso smagliante della Paltrow che conosciamo. Così, dopo quel film mi sono chiesta: cosa accadrebbe se anche solo per 24 ore tutti vedessimo solo la bellezza dell’anima della gente? 

Probabilmente sarebbe come scoprire un nuovo mondo ed effettivamente sarebbe spaventoso. Quanti ancora avrebbero il coraggio di uscire di casa e mostrare la loro ”bellezza interiore’?

E ancora… Quanti avrebbero il coraggio di guardarsi allo specchio? 

Cara bellezza, io ti ho lanciato il guanto di sfida. La possibilità di insegnaci a vederti non solo con gli occhi: non l’acqua su Marte, non la pillola dell’immortalità. Questa sarà la più grande scoperta dell’ultimo millennio.

Uno splendido saluto,

I tuoi eterni e amorevoli schiavi!

Per te che cos’è la bellezza? Com’è cambiata la tua percezione della bellezza negli anni?

Lucrezia Vardanega