Letta me out, la bambola gipsy posseduta

Sicuramente le bambole sono in cima agli oggetti considerati maledetti. Forse per quanto riguarda loro le credenze sono da associare alla paura che nell’ultimo secolo hanno suscitato nella gente gli esemplari sempre più realistici e perfezionati. La pediofobia, associata a leggende o a storie horror hanno portato oggi molte persone (soprattutto donne) ad… impressionarsi facilmente quando hanno a che fare con una bambola o un fantoccio diverso dagli standard a cui sono abituate.

La protagonista di questo articolo non è solo diversa dalle altre, ma addirittura unica nel suo genere e l’aspetto di vecchia megera non aiuta di certo ad attenuare la fama di bambola posseduta.
Oggi la bambola in questione è di proprietà di Kerry Walton, che vive nel Queensland, Australia. La trovò nel 1970, quando tornò a casa dei genitori a Wagga Wagga, nel Nuovo Galles del Sud, per il funerale di un familiare.

Al tempo Walton era poco più 20enne e tornare a casa dopo alcuni anni lontano per gli studi gli fece tornare in mente una vecchia casa poco distante dalla sua vecchia casa, una costruzione fatiscente e abbandonata che sin da piccolo gli incuteva una certa paura. Era adulto ora e alcuni giorni di permesso gli permisero di togliersi la soddisfazione di andare per una volta a controllare cose ci fosse al suo interno.

Essendo in una proprietà privata, Walton decise di esplorarla dopo il tramonto, in modo da non allarmare i proprietari, sebbene questi non si fossero mai pienamente occupati di quei ruderi. La sua intrusione fu piuttosto veloce e un volta data un’occhiata al piano terra scese nella cantina, giusto per esorcizzare quell’inquietudine che lo pervadeva sin da bambino ogni volta che passava davanti quella casa.

Nulla di che: un sacco di roba vecchia ammucchiata alla rinfusa; nulla di particolarmente spaventoso come si aspettava. Stava per andarsene quando vide un buco nel pavimento in un angolo vicino alla porta, coperto da vecchi stracci; da sotto di essi spuntava una piccola mano di legno e così l’uomo la scoprì. Oramai usurata dalla terra e dalla polvere, giaceva una strana bambola dai lunghi capelli e un volto piuttosto sgraziato, molto simile alle bambole da ventriloquo. I suoi occhi sembravano fissarlo e quella visto lo spaventò a morte. Aveva finalmente trovato qualcosa in quella casa che gli metteva i brividi come faceva la casa stessa quando era bambino.

La paura però divenne curiosità e Walton decise di prendere quella bambola per farla controllare da qualcuno che si intendesse di paranormale. Portò quindi il fantoccio a casa, lo ripulì come potè della sporcizia che lo ricopriva e lo lasciò su un divano per poi andare a dormire.
Quella notte non riuscì a dormire perché ogni volta che si addormentava davanti ai suoi occhi appariva il volto del fantoccio, così in piena notte mise la bambola in un sacchetto e la portò in cantina, dove la lasciò finchè non riuscì a contattare un medium affinchè la controllasse.

E ora veniamo al nome e al perché: la bambola si chiama Ledda, diminutivo di Ledda me out! (la frase corretta sarebbe “Let me out”, ovvero “fammi uscire”) e Kerry Walton glielo diede perché spesso di notte o quando era solo in casa sentiva la voce di un’anziana signora provenire dalla cantina che urlava appunto “Ledda me out!”. L’uomo non la prese molto bene e rischiò un esaurimento nervoso che per fortuna venne prevenuto da chi gli era vicino; tuttavia non volle mettere più piede in cantina fino a che un esperto non avesse dato un’occhiata alla bambola.

L’uomo che giunse sembrò molto interessato a quella bambola, al punto che gli offrì una cospicua somma di denaro per comprarla e Walton accettò di vendergliela. Quando però scese le scale e prese la bambola vide della gocce sul suo viso, come se fossero lacrime che le rigavano il volto; quella scena lo inquietò a tal punto che ruppe l’accordo e decise da allora di tenersi la bambola.
Sistemò Ledda su una mensola nel suo salone e da allora iniziò ad occuparsene periodicamente, facendola restaurare e spolverandola quasi in maniera maniacale. Walton apparve anche in alcune trasmissioni locali, nella quali raccontò la sua storia e della convinzione che la bambola fosse posseduta da un qualche spirito. Affermò infatti che la bambola sembra avere uno strano effetto sulle persone e gli animali: scatenano in chi la guarda negli occhi rabbia e reazioni incontrollate; le persone spesso iniziano a gridare senza un motivo e gli animali se ne tengono alla lontana; addirittura in una trasmissione le parole dell’uomo vennero messe alla prova e furono avvicinati due alani alla bambola, ma subito iniziarono a ringhiare e abbaiare in maniera talmente preoccupante che fu necessario allontanarli.

Walton chiese più volte il parere di esperti e grazie alle sue comparse in TV ottenne le attenzioni di alcuni sensitivi che tentarono di spiegare i fenomeni che avvenivano nei soggetti che avevano a che fare con Ledda. Tramite alcune ricerche si stabilì che la bambola ha almeno 200 anni e proviene dall’est Europa: il modello, pur essendo unico (perché una volta le bambole si facevano a mano) fa parte di una serie di fantocci creati da zingari della Romania, Polonia e Ungheria alla fine del 1800 e l’indagine effettuata sui chiodi nella gambe confermarono l’ipotesi; i capelli sono veri capelli umani e sotto il cuoio capelluto c’era addirittura del tessuto ormai mummificato di quella che pareva pelle. C’era persino un buco nella testa della bambola dove, almeno in teoria, doveva esserci il cervello.
Alcuni ricercatori storici affermarono che in passato gli zingari credevano che quando un bambino moriva di morte violenta (ad esempio annegato, assalito da animali feroci, ecc.) il suo spirito entrava in ciò a cui più teneva, come ad esempio una bambola per le femminucce; ciò probabilmente diede lo spunto ai sensitivi che intervennero nella varie apparizioni in TV di Walton per affermare che la bambola era effettivamente posseduta dallo spirito di una bambina, che voleva solo un po’ di attenzione e non voleva più restare sola come le era successo nella casa abbandonata.
Ledda quindi conterrebbe un’anima che non è necessariamente malvagia, ma che probabilmente odia gli animali perché furono causa della sua morte. In molti però gli consigliarono di non sbarazzarsi del fantoccio perché l’anima vedrebbe nel gesto un altro abbandono e quel punto potrebbe davvero diventare pericolosa.

In più di una occasione le donne che si sono avvicinate a Ledda sono scoppiate in lacrime, urla isteriche o hanno manifestato capogiri; sugli uomini sembra avere un effetto molto minore, ma gli animalo domestici, e in particolare i cani, sembrano odiarla fino a compiere gesti violenti nei suoi confronti. Qualcuno ha anche detto di aver visto la bambola muoversi da sola o cambiare posizione, ma sono in pochi ad avvallare queste dicerie.
Una cosa è certa: Ledda ha un volto malevolo e ghignante, capelli umani e occhi di vetro con i quali sembra fissare le persone che le si parano davanti: è qualcosa che non si dimentica in fretta e che in effetti inquieta e non poco.

redazione