Quando leggere diventa la tua vita: i romanzi più lunghi della storia

Leggere è per molti un passatempo piacevole. Sul treno, a casa, in bagno (perché no?), in un lungo viaggio… insomma: ogni occasione è un’opportunità per rilassarsi ed arricchire il proprio bagaglio culturale. C’è chi legge tutti i libri del mondo in poco tempo, altri invece si prendono il loro tempo, rilassandosi e leggendo sporadicamente, come se volessero assaporare ogni singola pagina oppure solo per pigrizia.

Una cosa è certa: il tempo della lettura non è valso il tempo della scrittura. Noi prendiamo il libro in mano e iniziamo a leggerlo, ma quanto tempo è passato fra la penna dello scrittore e la vendita in libreria forse non ve lo siete mai chiesti. A maggior ragione se questi libri sono composti dalle ordinarie 100, 200, massimo 300 pagine. Ma se le pagine iniziano a diventare 1000, forse qualche domanda è lecito farsela.

Il manoscritto del romanzo più lungo della storia consta più di 15 000 pagine e risale ai primi decenni del 1900 ed è intitolato La storia di Vivian girls. L’autore è Henry Darger ed è un esponete della cosiddetta Outsider Art, nominazione data negli anni ’40 del ‘900 alle opere realizzate da artisti non professionisti spesso rinchiusi in case di cura o manicomi.

La storia si concentra sulle vicende di sette sorelle, figlie di Robert Vivian, principesse della nazione cristiana di Abbiennia che decidono di ribellarsi ad uno stato basato sulla schiavitù per far trionfare i valori cristiani nel regno.

Se il romanzo di Darger non è molto conosciuto – chi mai infatti ne ha mai sentito parlare fino ad adesso? – un romanzo che si è classificato al primo posto nel Guinnes dei Primati è sicuramente il più noto Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. La “Recherche” conta ben 9 609 000 caratteri e 3724 pagine! Tutto questo per rievocare l’esperienze del narratore che si affida alla memoria per mandare avanti la storia. Il romanzo è stato pubblicato fra il 1913 e il 1927, dopo una lunga elaborazione durata più di dieci anni dal 1909 al 1922.

Oltre a questi due romanzi, un altro “mattone” di più di mille pagine è il romanzo storico Artamène, scritto dai fratelli Scudèry nel XVII secolo e pubblicato in ben 10 volumi dal 1649 al 1653, per un totale di oltre due milioni di parole! I referenti classici più importani dell’opera degli Scudèry sono Erodoto e Senofonte, nonostante il romanzo sia basato su personaggi contemporanei.

Se oggi ci spaventiamo per le opere di Tolstoj e per l’Ulisse di Joyce, forse non abbiamo idea di che cosa voglia leggere VERAMENTE un’opera la cui storia sembra lunga come il mondo. In confronto a questi, la descrizione della vetrata ne “Il nome della rosa” di Eco è della stessa leggerezza di una rivista di gossip. Ma chi può dirlo se non abbiamo nemmeno osato aprire queste opere monumentali?

Andrea Colore