Lead Generation e Vendite: le differenze tra AdWords e Facebook

Google AdWords e Facebook Ads possono coesistere all’interno di una strategia di marketing? La risposta è, evidentemente, positiva. Non solo: oltre ad esser corretto parlare di possibilità di coesistenza, riteniamo sia ancora più utile parlare di vera e propria opportunità, considerando che AdWords e Facebook agiscono su due distinte “soddisfazioni” di domanda, consapevole e latente. Ma cosa significa?

Invitandovi ad approfondire i concetti che seguiranno sulla guida completa del blog.mcgroup.it, non possiamo non rammentare fin d’ora che chi si occupa di web marketing di norma lavora su due distinti profili di comunicazione:

  • da una parte vuole soddisfare una domanda consapevole da parte degli utenti, principalmente mediante l’ottimizzazione SEO. L’utente, insomma, sa già di cosa è alla ricerca, e inserisce su Google una query specifica per poter ottenere i risultati più rilevanti. Dunque, starà al web marketer cercare di scalare la SERP per poter arrivare in prima pagina nei risultati di ricerca per specifiche parole chiave, e avere così maggiori possibilità che il proprio contenuto sia correttamente fruito;
  • dall’altra parte vuole soddisfare una domanda latente, ovvero una domanda che viene intercettata quando il bisogno non si è ancora manifestato. In questo ambito, l’utente viene dunque incontrato e intercettato non nel momento in cui esprime – come sopra – in modo chiaro e consapevole in che modo intende soddisfare i suoi bisogni (o per lo meno l’esigenza di risolverli), bensì viene stimolato a riflettere sulle soluzioni disponibili.

Chiarito quanto sopra, appare chiaro che se AdWords è in grado di puntare alla prima forma di domanda, Facebook Ads sia invece in grado di risolvere la seconda questione, ovvero quella latente. Ma come?

 

Partiamo proprio da Facebook Ads. Il funzionamento è abbastanza semplice, almeno in questi termini: il social network  di Mark Zuckerberg è infatti in grado di intercettare i comportamenti e le abitudini di ogni utente, categorizzandolo e inserendolo in liste di preferenze. Nel momento in cui l’inserzionista vorrà promuovere sul social un proprio prodotto o un proprio servizio, potrà utilizzare queste informazioni per poter orientare il proprio messaggio a un cluster di utenza in linea con il profilo desiderato.

Diverso è invece l’approccio utilizzato da chi vuole fare inbound marketing con Google AdWords. In questo caso, infatti, si punta a intercettare principalmente la domanda consapevole (sebbene, come vedremo, sia anche possibile puntare almeno secondariamente su quella latente). Con Google AdWords il marketer potrà ad esempio attivare delle campagne pay per clic, oppure puntare sulla rete di ricerca, intercettando così il cliente non tanto sul traffico organico, e dunque con un lavoro più certosino in chiave SEO, bensì con i risultati a pagamento (che sono quelli che si trovano nella parte superiore della SERP).

Anche in questo caso, possiamo brevemente schematizzare tale funzionamento nel modo più semplice. In breve, infatti, attraverso la selezione di alcune parole chiave, potremmo far sì che i nostri annunci possano efficacemente attivarsi in corrispondenza di precise ricerche degli utenti e sulla base di un altrettanto preciso algoritmo che ne valuterà i fattori di pertinenza, il costo del clic e l’offerta effettuata dall’inserzionista (viene infatti attivato una sorta di meccanismo a base d’asta).

Da quanto sopra dovrebbe dunque risultare piuttosto chiaro che non solamente Google AdWords e Facebook Ads non sono sostitutivi, bensì complementari, quanto anche che sia possibile cercare di integrare queste due distinte formule di comunicazione in un’unica strategia, coerente e sinergica. Il nostro suggerimento è evidentemente quello di comprendere in che modo si possa arrivare al giusto marketing mix per il vostro prodotto / servizio, nella consapevolezza che non esiste un modello promozionale uguale per tutti i progetti.

redazione