Come in ogni primavera che si rispetti, anche quest’anno è arrivato il momento di prenotare le vacanze estive, per evitare così le ansie dell’ultimo minuto e risparmiare notevolmente sui costi.
Da qualche anno a questa parte una nuova tendenza dai risvolti eticamente sostenibili sta lentamente spodestano dal trono il turismo cosiddetto “di massa”: stiamo parlando appunto del turismo ecosostenibile.
Gli italiani sembrano non volersi accontentare più dei pacchetti vacanza nei luoghi di villeggiatura più comuni e adatti alle necessità di tutta la famiglia o nei parchi divertimenti sparsi tra le varie regioni. La ricerca di un momento di puro relax, di stacco dalla quotidianità monotona del lavoro e della casa sta passando ormai in secondo piano, a favore di un tipo di vacanza “alternativa”, incentrata sulla ricerca di un’esperienza tutta nuova e autentica.
Nuove sono anche le mete privilegiate dagli italiani: paesi sconosciuti, sentieri inesplorati, piccoli centri abitati inglobati dalle bellezze del paesaggio mediterraneo, a volte impossibili da trovare persino nelle cartine, quelli che ormai sono conosciuti come “borghi più belli d’Italia”. L’attenzione nei confronti di questi piccoli paesini che rappresentano però una grossa percentuale del territorio (i comuni sotto i 5.000 abitanti costituiscono il 54% del territorio nazionale), sta rivoluzionando completamente il settore turistico in modo del tutto positivo, soprattutto se pensiamo che gran parte di questi piccoli centri sono a rischio spopolamento e hanno tassi di occupazione bassissimi. L’associazione Borghi più Belli d’Italia che comprende al suo interno un totale di 282 borghi sparsi in tutto il territorio, ha calcolato per l’anno 2016 un giro d’affari di circa 950 milioni di euro, derivati esclusivamente dal turismo dei borghi.
Ma le belle notizie non si fermano qui: il turismo sostenibile sta ormai diventando una tendenza mondiale e a testimoniarlo sono le scelte eco-compatibili di numerosi turisti che alle offerte standardizzate delle agenzie preferiscono buttarsi a capofitto nelle bellezze naturali, individuando itinerari da percorrere in bici o a piedi, andando alla scoperta di luoghi remoti e partecipando a esperienze di volontariato ambientale, contribuendo in modo decisivo alla difesa della cultura e dell’ambiente locale, specialmente nei luoghi che ne hanno bisogno e nelle aree più povere del pianeta.
Utilizzare mezzi pubblici per spostarsi, dimorare in strutture green, comprare prodotti locali e utilizzare i servizi dei piccoli centri significa pensare al futuro, vuol dire dare un contributo significativo alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio artistico e delle bellezze naturali del territorio, ma significa più di ogni altra cosa pensare e agire concretamente, dare il proprio contributo, in poche parole fare ecologia.