L’albero del vampiro nel cimitero di Belén, la leggenda del mostro messicano

Tra le nazioni più affascinanti del mondo possiamo annoverare sicuramente il Messico, ricco di storia, misteri, folclore e credenze. Un luogo da visitare è Guadalajara, uno dei centri nevralgici della cultura messicana. Proprio a Guadalajara, tra le tante leggende metropolitane, ce n’è una che ha fatto il giro del mondo e che ancora oggi attira moltissima gente al cimitero di una cittadina vicina chiamata Belén: l’albero del vampiro.

La lapide è poco leggibile al giorno d’oggi, ma testimonia la morte di un certo Don Jorge che venne ucciso nel 1880 dalla folla inferocita. La storia che si tramanda sin da allora parla di quest’uomo, di origine europea, per gestire una colonia nei pressi di Guadalajara. Era un ricco proprietario terriero piuttosto eccentrico e dalle abitudini talmente strane da incutere paura nella gente.

Si dice che fosse solito uscire di casa solo dopo il tramonto e che vestisse sempre e solo di nero. Alcuni dei coloni che lo servirono parlavano di un uomo barbuto, pallido, molto magro e dalle unghie straordinariamente lunghe. Fin qui non c’era nulla di male. O no?

I sospetti su di lui nacquero poche settimane dopo il suo arrivo a Belén, quando i contadini iniziarono a rinvenire sempre più animali morti nelle loro fattorie e al limitare delle boscaglie: le carcasse presentavano tutte segni di artigli, zanne e soprattutto la mancanza quasi totale di sangue, presente invece in rivoli nei pressi della bocca e della giugulare.

I sospetti divennero poi terrore quando iniziarono le vittime umane: oggi si sa che al tempo in tutto il continente scoppiavano epidemie di difterite, sifilide, tubercolosi e malattie simili, oltre ad essere inarrestabili, portavano spesso alla morte le persone con fuoriuscite di sangue dagli orifizi e specialmente dalla bocca. Ma se teniamo presente la credenza, allora ancora molto viva, di streghe e vampiri, la storia si scrive da sola…

Don Jorge venne additato come il responsabile delle morti della cittadina e se all’inizio erano semplici voci, ben presto si scatenò una vera a propria psicosi di massa. Probabilmente ciò che effettivamente avvenne fu un’epidemia di tubercolosi, ma le cose nella cittadina vennero ingigantite dai contadini e da chi probabilmente odiava l’uomo e iniziarono a circolare voci terribili su di lui.

Si diceva che ai confini della proprietà di Don Jorge ogni giorno veniva ritrovato un corpo umano senza una goccia di sangue; alcuni affermarono addirittura di aver visto l’uomo mordere il collo di uno dei contadini e di averlo visto bere da un calice colmo di sangue umano.

L’enorme paura scatenata nei cuori di quegli umili contadini degenerò velocemente: nessuno usciva di casa dopo il tramonto, molti si riunivano in gruppi di preghiera e perfino il parroco del paese durante l’omelia disse che era necessario fermare il vampiro una volta per tutte. I più coraggiosi formarono un gruppo armato di bastoni, machete e torce e si presentarono davanti alla magione di Don Jorge. L’uomo tentò la fuga nei campi e cercò rifugio nei pressi del cimitero del paese, ma venne raggiunto e circondato dalla folla che, guidati dal sacerdote, lo legarono e lo sottoposero ad un esorcismo.

Terminato il rito, il parroco disse che l’unico modo di liberare il paese dalla sua influenza nefasta era piantargli un paletto nel cuore e ardere il suo corpo e così fu fatto. Mentre uno degli abitanti tagliava il ramo di un albero poco distante e ne faceva la punta, Don Jorge, forse aizzato dalla gente, forse per spaventarla e sperare che scappassero (o forse è solamente una diceria), imprecò contro i suoi aguzzini e giurò vendetta contro chiunque di loro gli avesse fatto del male. I cittadini gli sfondarono il petto con il ramo e poi diedero fuoco al suo corpo sul posto. I suoi resti vennero sepolti all’interno del cimitero, recintati da un cancello metallico e da allora riposano sotto una lapide ormai distrutta dal tempo.

La leggenda vuole che lo stesso paletto che lo uccise attecchì e divenne l’albero che oggi torreggia sopra la lapide dell’uomo. Si pensa che quell’albero impedisca al vampiro di tornare in vita. Quando morirà o verrà tagliato, il malvagio Don Jorge potrà tornare a vendicarsi dei discendenti di coloro che lo catturarono.

redazione