La vera storia di Sweeney Todd

Uno dei registi dallo stile più originale è sicuramente Tim Burton, noto per i suoi molti film in stile fiabesco e allo stesso tempo gotico. Tra le sui più grandi successi c’è sicuramente il film “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street” uscito nella sale nel 2007.

La pellicola ha come soggetto il barbiere Benjamin Barker che dopo essere stato ingiustamente arrestato e obbligato all’esilio dal giudice Turpin, dopo alcuni ani torna a Londra e scopre che l’uomo che lo aveva condannato ha violentato la moglie ( che si è uccisa per l’umiliazione) e che è diventato il tutore della figlia. Barker assume il nome di Sweeney Todd e si stabilisce in Fleet Street sopra il negozio di pasticci di carne di Mrs. Lovett. Apprese le notizie dalla donna, Todd matura il suo desiderio di vendetta e sfrutterà la sua capacità di barbiere per eliminare chi ha fatto del male a se e alla sua famiglia.

Un film molto carino, ma solo per chi ama le scene forti perché di sangue Johnny Depp (che interpreta Sweeney) ne versa davvero parecchio. Il fatto è che Sweeney Todd è realmente esistito e forse è stato ancora peggio del personaggio trattato dal film di Burton.

Il vero Sweeney Todd nacque il 26 ottobre 1756 nell’East End di Londra: siamo nell’epoca vittoriana in cui Londra venne letteralmente assalita dagli abitanti delle campagne che con l’espansione industriale cercavano lavoro in città. East End era una zona povera e sovraffollata, dove la polizia spesso non riusciva a gestire i troppi crimini che accadevano.

In quell’area malsana e pericolosa, soprattutto per un bambino, i genitori si arrangiavano e vivevano alla giornata: la madre era sempre indaffarata in lavoretti nelle case o in concerie a scuoiare animali; il padre allo stesso modo lavorava quando poteva e annegava i propri problemi nell’alcool. Sweeney dovette crescere in fretta e spesso sopportò le violenze del padre ubriaco e della madre repressa.

Nel 1768, quando il bambino aveva appena 12 anni, a causa della perdita del lavoro dalla madre e di un inverno rigido che prosciugò le loro scorte, i genitori se ne andarono da Londra e lo abbandonarono in mezzo ad una strada. Il ragazzo se la cavò lavorando per un macellaio e, a soli 13 iniziò, iniziò ad organizzare piccoli furti.

A 14 anni il ragazzo venne acciuffato per aver derubato e colpito al volto il proprietario di un emporio e finì in cella per addirittura 5 anni. Quel lungo periodo di detenzione formò un ragazzo arrabbiato con il mondo e soprattutto con al gente: in carcere veniva abusato e mal menato da tutti gli altri reclusi e più di una volta gli vennero rotte le ossa o venne trovato privo di sensi. L’unica cosa positiva che imparò in carcere fu il mestiere del barbiere, che ebbe modo di testare e perfezione sugli stessi carcerati che erano soliti sfogarsi su di lui.

Uscito finalmente di galera, Sweeney Todd cercò di guadagnarsi da vivere onestamente e l’unica cosa che sapeva fare era la barba: per questo motivo aprì un piccolo negozio in Fleet Street, dove veniva assistito da una donna che definì sua moglie, ma che in realtà non lo era.

Si chiamava Margery Lovett e si sa poco di lei, se non che sposò un fornaio quando è ancora minorenne che morì improvvisamente; la donna da allora iniziò a vivere promiscuamente con altri uomini, ma troncava sempre le relazioni dopo poco tempo. Quando Margery conobbe Sweeney ne rimase morbosamente attratta, soprattutto per la sua rudezza, la sua praticità e le sue modalità quasi bestiali nella vita sessuale.

Il lavoro di Todd rendeva bene e lui riuscì anche a rilevare una panetteria attigua alla sua bottega che diede modo alla sua compagna di poter contribuire alle entrate: poco tempo dopo i due scoprirono che i due negozi erano collegati da un passaggio sotterraneo.

Il primo omicidio del diabolico barbiere viene fatto risalire al 1784 quando, durante una rasatura, un cliente si vantò di un incontro sessuale con Margery Lovett: Todd a quelle parole gli tagliò la gola da parte a parte e per la prima volta si macchiò di sangue. Il cadavere venne fatto scomparire nella cantina, chiuso in un sacco di iuta.

La seconda vittima avvenne qualche mese dopo, quando un ragazzino si presentò alla polizia affermando che un uomo vestito da barbiere aveva tagliato la gola ad un altro uomo nel buio della lugubre Fleet Street; nonostante entrambe le sparizioni (perché i cadaveri non vennero mai trovati) furono riportate sui giornali le autorità non sembravano affatto interessate a investigare in quei quartieri di Londra e ciò diede modo a Todd di architettare una macabro modo per arricchirsi ogni sua aspettativa.

Centinaia di clienti frequentarono il suo negozio, soddisfatti della sua mano gentile e precisa di cui si parlava in tutta Londra, ma alcuni non ne uscirono mai: Todd studiava a fondo le proprie vittime e le sceglieva in maniera oculata in modo che nessuno arrivasse a sospettare di lui. Spesso, per sviare eventuali sospetti, si avvaleva di giovani del quartiere, di garzoni e di passanti per crearsi un alibi più che credibile e li raggirava facendo loro credere che il cliente che aveva appena ucciso in realtà era uscito dal retro o che si era allontanato per un impegno. Le sue macchinazioni (ma si crede anche i suoi compensi per sostenere la sua versione) erano tali che anche quando giunse la polizia Todd venne difeso a spada tratta da molti residenti della zona.

Dicevo, Todd era avido e sceglieva le vittime tra mercanti, viaggiatori, stranieri e gente poco conosciuta: durante la rasatura con delle scuse cercava di carpire quanto più possibile dell’uomo a cui faceva la barba e se rispettava i suoi canoni l’ultimo taglio non era a fil di pelle ma in profondità a tagliare la giugulare.

Come si liberava dei corpi? Beh, il film in questo caso ricalca un po’ cosa successe veramente in Fleet Street: Todd usava la cantina nel sotterraneo come “stoccaggio” temporaneo e faceva cadere i cadaveri attraverso una botola posta sotto la sedia da barbiere che aveva in negozio; la sua compagna, Margery Lovett, non rimase affatto sconvolta quando scoprì il lato diabolico del barbiere e si ingegnò per smaltire i corpi utilizzando la carte più tenera per sformare dei gustosi pasticci di carne che vendeva nella sua panetteria; il resto inutilizzabile e le ossa sparivano nella notte in una piccola fornace con la quale la donna sfornava il pane, sempre nei sotterranei.

C’è da dire che al tempo i sotterranei di Londra erano una sorta di labirinto e non erano chiusi come lo sono ora: ciò significa che chiunque, anche per errore, poteva arrivare nel punto in cui Todd ammassava i cadaveri. La copia Todd-Lovett peccò di presunzione e superficialità, curandosi poco dell’odore che emanavano i cadaveri in putrefazione: entrambi attribuivano quell’odore nauseabondo alle fogne e per un po’ riuscirono anche ad ingannare i passanti, ma nel 1880 la cosa non era più tollerabile dagli abitanti del quartiere che formarono una gruppo per scendere nei sotterranei e scoprire la fonte di quel problema.

La folla scese nei sotterranei partendo dalla chiesa di St.Dunstan e in breve tempo trovarono decine di corpi ammazzati sotto il negozio di Sweeney Todd. Todd inizialmente se la cavò sostenendo di non saperne nulla e avvalendosi di alcuni suoi amici fedeli che, pur sospettandolo di tale orrore, si voltavano dall’altra parte e preferirono accusare dei ladri che di tanto in tanto saccheggiavano le case della periferia.

I poliziotti allora si appostarono diverse sere nel buio della strada e spiarono il diabolico barbiere attraverso le finestre. Nel gennaio del 1802 venne colto sul fatto mentre decapitava l’ennesimo cliente e venne arrestato assieme alla sua complice.

L’esatto numero di vittime di Sweeney Todd non è mai stato accertato, ma si crede abbia ucciso oltre 160 persone nel suo negozio di barbiere. Todd venne condannato a morte e impiccato il 25 gennaio 1802 di fronte a molte delle persone che avevano gustato i tortini della sua complice.

Quanto a Margery Lovett, lei preferì suicidarci in carcere per non affrontare l’onta il processo.

redazione