“La strada è la mia palestra”, ecco chi è Erick: il cantante di strada immortalato da Cremonini

La vita dell’artista è fatta di alti e bassi. Per chi decide di vivere della propria arte, della propria passione non è mai niente scontato. Ogni singolo dettaglio può, però, fare la differenza. Ecco perché risulta davvero interessante, nonché da stimolo, ascoltare l’esperienza di chi su quel “niente” sta cercando di costruire una carriera. O meglio dare vita ad un sogno. Abbiamo trattato queste tematiche con Federico Sola, in arte Erick Sola. Cantante di strada a Bologna che ha conquistato non solo l’energia delle persone che girano per Piazza Maggiore, ma anche l’interesse di qualcuno, come Cesare Cremonini, che proprio partendo da Bologna ha rappresentato l’emblema del ragazzino che vuole fare e vivere di musica.

Sei scrittore e compositore delle tue canzoni. Quando nasce la tua passione per la musica?

“La mia passione per la musica è sempre stata presente in me, essendo figlio di un musicista, mio padre infatti è un tastierista, quindi in casa ho sempre respirato un clima musicale.

Le mie canzoni, tuttavia, ho iniziato a scriverle intorno ai 17 anni, quando la musica non era più solo un hobby, ma  un vero e proprio rifugio”.

Da Federico a Erick? Dalla Calabria a Bologna? Raccontaci l’evoluzione del tuo sogno e il coraggio di inseguirlo.

“Bellissima domanda che mi riporta in mente tanti ricordi, belli e brutti. Sono partito dalla Calabria a 19 anni con una chitarra e un sogno, inseguirlo è stato causa di gioia e di sofferenze, ma se continuo ancora a farlo è perché mi stimola continuamente”.

Cosa significa essere un giovane artista di strada?

“Altra domanda da un milione di dollari. La strada ha in serbo sia opportunità sia pericoli. In strada non hai barriere, e conquistare l’orecchio e il cuore del pubblico è un vero traguardo, a volte può essere immediato, altre meno. Non ci sono filtri. Sicuramente una difficoltà è il rischio di incontrare ostracismo vario. Ancora ricordo la multa di 400€ con annesso sequestro (ride)”.

Cosa c’è nel tuo repertorio?

“Il mio è un repertorio che abbraccia un genere pop cantautorale, più naturalmente i miei inediti”.

Un giorno ti svegli e i social impazziscono: Cremonini ha pubblicato un video in cui cantavi le sue Poetica e marmellata #25. Qual è stata la tua reazione e che impatto ha avuto per la tua notorietà?

“La reazione è stata devastante, ho rischiato un infarto e di distruggere la mia camera dalla gioia. Certamente ha avuto un impatto importante, ma non parlerei ancora di notorietà. Di sicuro a Cesare devo molto”.

Da poco è uscito il tuo nuovo singolo “Fra le pagine dell’iride” distribuito da Orangle Records, dedicato a chi non ha paura di chiedere aiuto… che messaggio vorresti dare con le tue canzoni?

“Innanzitutto il coraggio di essere se stessi, di guardare oltre la punta del proprio naso e sottolineare che nella vita le sfumature fanno la differenza. Non ho nessuna certezza in tasca, però è già tanto poter regalare un’emozione”.

Sembra banale dato che la tua carriera sta appena prendendo il volo, ma che consiglio vorresti dare a chi, come te, vorrebbe iniziare a vivere di e per la musica?

“Preciso che non mi sento nella condizione di poter dare lezioni di vita, sicuramente però la strada è un’ottima palestra per farsi le ossa”.

Obiettivi futuri e sogni da realizzare: a cosa punti e lavori adesso?

“Sto lavorando a un nuovo album, ma non so ancora quando riuscirà. Naturalmente, come ogni artista che lavora con la musica, quello che mi auguro è che ciò che faccio possa arrivare a quanta più gente possibile”.

Giulia Grasso