La storia di Hermès in tre accessori iconici della maison

Se pensiamo che la maison Hermès nasce come selleria, sicuramente di strada ne è stata fatta. Fondata nel 1837 da Thierry Hermès, sellaio, aprì a Parigi una bottega per bardature e finimenti da cavallo. In seguito, nel 1870, i successori trasferirono l’attività in rue du Faubourg-Saint-Honoré, nella sede che è divenuta storica e che è, tuttora, il quartier generale della maison.

Il primo modello di borsa nasce per merito di  Emile-Maurice Hermès, nipote del fondatore, che decise di realizzare una propria collezione di accessori in cuoio. La sua idea era essere chic in auto. Questa borsa “passe partout” può essere poggiata a terra, perché il suo fondo è protetto da quattro piedini; priva di fronzoli, questa borsa è stata concepita per essere sistemata nella portiera di una macchina, l’ideatrice è la stessa Emile con la collaborazione di Ettore Bugatti.

E’ questo il modello di borsa antesignana della famosissima Kelly il la “sac haut à courroie”. Ma bisognerà aspettare una principessa e una foto per far diventare quella borsa il simbolo del lusso senza tempo. Si racconta che Grace Kelly, allora principessa di Monaco, cercasse di nascondere le prime forme della sua gravidanza dietro questo grande modello di borsa Hermès. Quello che non si dice, però, è che la principessa ne aveva ordinate una mezza dozzina in pelle nera, color miele, marrone, rosso Hermès, verde scuro. Quella foto ebbe un impatto fortissimo tanto da spingere tutte le donne più chic dell’epoca a desiderare di averne una, il successo fu tale che la maison ribattezzò questo modello di borsa “Kelly” in onore della bella principessa americana.  Oggi, la “famiglia” Kelly si allargata potendo vantare un albero genealogico davvero notevole: otto dimensioni, dalla Kelly 50 (centimetri), alla Kelly Mini-mini (15 cm), è realizzata in una ventina di materiali diversi, pelle, struzzo, coccodrillo, lucertola, in tutti i colori di Hermès, compresi il tricolore e in più di 200 possibili combinazioni, i particolari sono dei più disparati con chiusura gioiello in oro e diamanti, la Kelly è un modello versatile, onnipresente, perché ce n’è una per tutti i momenti della vita di una donna.

Ma Hermès non è nota a tutto il mondo solo per la sua lussuosa Kelly, esiste un altro modello iconico della maison: la Birkin. Questa borsa prende il nome da Jane Mallory Birkin, attrice e cantante inglese che in Francia ha trovato la sua consacrazione internazionale. Questa it bag, tra le più desiderate del mondo, nasce dalle esigenze di una star contemporanea; piena d’impegni, Jane Birkin cercava una borsa che potesse essere comoda ed elegante nello stesso momento. Accolse il suo desiderio la maison francese, che realizzò per lei e per tutte le donne un sogno. La storia ha inizio nel 1984 quando l’attrice si trovava su un volo da Parigi a Londra assieme a Jean-Louis Dumas, allora stilista per la maison e che in seguito ne divenne il presidente. Dumas vide che Jane Birkin era alle prese con la sua borsa Hermès da cui cadde una miriade di fogli e appunti. L’attrice confidò allo stilista la difficoltà nel trovare una borsa che fosse capiente, comoda ma senza rinunciare ad indossare un accessorio elegante. In quel preciso istante Dumas prese la borsa e la portò con sé, cominciò a lavorare a quel modello di borsa che la Birkin gli raccontò durante il viaggio.  Qualche settimana dopo Dumas restituì la borsa con l’aggiunta di una tasca. Era nata in quel momento la Birkin di Hermès, il resto è storia.

Ma quando pensiamo ad Hermès ciò che ci torna alla mente è uno dei pezzi più amati, iconici, popolari e collezionati della storia della moda: il carré di seta. Nel mondo viene acquistato un carré ogni 20 secondi e per produrne un nuovo esemplare, dal bozzetto alla sua realizzazione, servono anche due anni. Ogni 12 mesi gli stilisti della maison presentano 20 nuovi modelli, arrivando a collezionare quasi duemila disegni diversi in 79 anni e 10 riedizioni. L’accumulo di disegni è continuo, non si ferma mai. Il lavoro di un carré inizia davanti agli archivi dei colori, scatole di legno che contengono campioni di 75mila sfumature diverse conservati nell’atelier a Pierre- Bénite dove si fanno prove e test. Per realizzare un carré sono necessari 450 chilometri di filo di seta, cioè 300 bozzoli di bachi, la covata media nella vita di una farfalla. I filati grezzi percorrono un lungo viaggio dal Brasile, passano per la Provenza dove vengono lavati con l’olio, infine sono trasformati in tessuto attraverso gli imponenti telai nel laboratorio di Bussières. Un viaggio dal nuovo mondo ai monti della Loira. Una volta disegnati, filati, scansionati, scomposti, colorati, stampati e tagliati, i carré arrivano finalmente alle sarte. Ogni carré viene cucino a mano con orli da 2 millimetri sotto le mani esperte di sarte pronte a disfarli e rifarli finché non sono perfetti e possono essere confezionati in quelle scatole arancioni che ogni volta ci fanno sognare.  Può un sogno pesare solamente 70 grammi?

Claudia Ruiz