La sconvolgente testimonianza di un sogno premonitore

Antonio non credeva a nulla sino a quando gli capitò “l’impossibile”, questa la sua testimonianza:

“Mai avrei immaginato che potessero accadere cose del genere, sono sempre stato scettico in merito ad eventi paranormali, ho sempre pensato che la scienza potesse dare una risposta a tutto ma mi sbagliavo, infatti dopo aver vissuto questa storia devo dire che ho cambiato decisamente idea e che qualcosa oltre il nostro muro di scetticismo, esiste per davvero.

Un’avventura terribile mi capitò la notte del 20 agosto del 2010, tengo a precisare che già da qualche notte non riuscivo a riposare a dovere, in quanto nel bel mezzo della notte mi svegliavo, sia per il caldo, sia per quello strano incubo che per diversi giorni mi perseguitò. Sognavo un uomo alto, abbondantemente sui 2 metri, aveva spalle larghe e braccia possenti, i suoi capelli erano lunghi e ricci di colore nero, aveva occhi azzurri, un fazzoletto nero gli copriva il viso sino all’altezza del naso, era vestito con uno smanicato e pantalone in pelle di colore nero. Ad oggi, non so ancora spiegarmi chi o cosa fosse di preciso, se angelo, alieno, spirito guida ma di una cosa sono certo, se quella notte scampai ad un orrendo pericolo fu solo grazie a lui, ne sono sicuro.

Il sogno era sempre lo stesso, non riuscivo a uscire di casa, in quanto questo enorme uomo stazionava dinanzi la porta d’ingresso con una mano appoggiata alla maniglia, mi guardava fisso negli occhi e mi diceva: “ORA NON PUOI”, io stavo lì fermo pietrificato per la paura, le gambe mi tremavano, non avevo il coraggio di affrontarlo ne chiedergli chi fosse, dopo qualche minuto mi diceva: “ORA PUOI ANDARE E NON PREOCCUPARTI NON TI FARA’ DEL MALE”. Questo è il sogno, ripeto sempre lo stesso, sempre uguale, ora però venivamo a quella terribile esperienza. La notte del 20 agosto del 2010 rientrai da lavoro, erano circa le 03.30, parcheggiai la macchina e come aprii la portiera con l’intento di uscire, mi ritrovai dinanzi ad un nerissimo cane di taglia media, con il muso allungato e le orecchie a punta, il viso in pratica era molto simile a quello di un doberman, notai che aveva uno strano segno in mezzo alla fronte, una cicatrice a sangue, un triangolo al contrario le cui rette anziché terminare proseguivano sino a intersecarsi con una V, successivamente scoprirò che si tratta di un simbolo satanico, precisamente del “Sigillo di Lucifero”.

Rimasi paralizzato per la paura, quel cane allargò la bocca mostrandomi i denti ma non digrignò, anzi, emise un verso sibilino come se stesse sorridendo, in quel preciso istante la portiera dell’auto si chiuse all’improvviso e dal finestrino notai il cane sbattere col muso per terra come se fosse stato colpito violentemente dall’alto e subito dopo scappare via guaendo.

Rimasi ancora per una decina di minuti in macchina, spaventato a morte, poi mi feci coraggio e di fretta scesi dall’auto aprii il portone e salii le scale che a dire di corsa è dire poco. Entrato in casa ripresi fiato, quella notte e per l’ultima volta non dormii, ripensai al sogno e a quanto mi era appena capitato, mi sentii rincuorare, si proprio così mi sentii rincuorato, l’uomo del sogno, quello che io pensavo fosse il mio incubo altri non era che il mio “angelo custode”.

Non ho più sognato quell’uomo, vorrei tanto in verità, perché vorrei abbracciarlo e ringraziarlo e chiedergli scusa per averlo giudicato dal suo aspetto, per aver provato timore in sua presenza, ma devo confessarvi che sento sempre la sua presenza e non temo più nulla perché so che esiste e non permetterà mai a niente e nessuno di farmi del male.”

Adesso vi chiederete perché il male bussò alla porta di Antonio, semplice, da un paio di mesi avevo preso a fare il “gioco del setaccio”, una sorta di tavola Ouija, solo che si fa con una forbice e un setaccio e per 3 volte si recita una frase che non vi dico per ovvi motivi, evitate queste diavolerie, la vita è bella così com’è, incerta, insicura, ma capace di regalarci emozioni uniche, non abbiamo bisogno di scoprire il futuro, perderemmo tante di quelle emozioni che solo l’inaspettato sa regalare.

redazione