Pompei, un tesoro immortale: ecco la mostra “Tesori sotto i lapilli”

All’interno di un mondo dell’arte la reputazione che si crea dietro un’opera specifica, monumento o città è assolutamente uno dei cardini fontamentali per la sua sopravvivenza, il suo apprezzamento e la sua immortale fruizione. Al mondo ne esistono alcune che da quando sono state concepite come rappresentanti di una cultura, vi si sono costruite attorno reputazioni tali da renderle leggendarie ed eterne. La città antica di Pompei sicuramente è una di esse.

Nel corso della storia, Pompei ci ha lasciato nonché regalato tra i reperti più stupefacenti che l’uomo abbia mai creato, simbolo di un’intera cultura e magnificenza, quale era indubbiamente l’impero romano. Dai più comuni oggetti d’uso quotidiano a tesori di inestimabile ricchezza, come gioielli di illustri famiglie della nobiltà pompeiana.

Ancora nel 2017 Pompei non smette di stupirci e meravigliarci. Con la mostra “Tesori sotto i lapilli” (da settembre 2017 a maggio 2018 ), veniamo a conoscenza come quell’illustre ed affascinante realtà che fu, riesce ancora a regalarci momenti di forte immedesimazione, grazie alla quale riusciamo a fare un salto di millenni e venire di nuovo a contatto con una delle culture più gloriose di sempre.

I reperti trovati provengono da una delle zone tutt’ora inaccessibili, ovvero quella dell’ “Insula occidentalis” tra i più importanti quartieri signorili pompeiani del primo secolo. Disgraziatamente l’intera area è ancora chiusa per problematiche riguardanti soprattutto la sicurezza che ne rendono impossibile la fruizione. Nello specifico gli oggetti riportati alla luce appartennero alla famiglia e alla villa di un nobile locale, Marco Fabio Rufo. Successivamente la villa fu ribattezzata per l’appunto del  “Bracciale d’oro”.  

Sia per la rilevanza degli oggetti, maggior parte gioielli sia per l’area di ritrovamento, Pompei non poteva fare regalo più grande e costruire attorno ad essa un’ammirazione più forte di quanto non lo sia mai stata. Il bracciale uno dei più grandi finora ritrovati è caratterizzato nella parte terminale da due teste di serpente con un disco della dea della Luna, Selene. Alla mostra saranno inoltre presenti altri preziosissimi reperti, tra cui alcuni delicatissimi calchi di pompeiani, successivamente identificati come membri della famiglia di Marco Fabio Rufo, tra cui il possessore del bracciale.

Pompei fin dalla sua “seconda nascita” ci ha sempre regalto tesori di inestimabile valore, conservati e valorizzati al massimo d’ogni possibilità. Finchè l’uomo esisterà sulla terra potrà e dovrà godere delle richezze di Pompei, perché assoluta colonna della sua storia.

Alfonso Lauria