La classifica dei 5 horror che devi vedere senza se e senza ma

Sarà capitato a tutti voi, almeno una volta, di sentirsi dire: “tu che sei deviato, perché non ci organizzi una bella maratona horror per notte di Halloween?”

L’appassionato di horror, si sa, è una bestia strana. Possiede una forma di ingenuità che in certi casi fa addirittura tenerezza. E quindi, di fronte a bifolchi ignoranti in materia, si sente autorizzato a instillare sapienza e conoscenza. E sbaglia.

Perché tutto ciò che riceve è un diluvio di pernacchie. No, davvero, avete mai provato a propinare a qualcuno del tutto a digiuno di cinema horror i classici? Lo avete mai visto addormentarsi di fronte a La Notte dei Morti Viventi, o sganasciarsi dalle risate guardando il primo Halloween?

Per non parlare poi di quella volta che incautamente, avete proposto di vedere Non Aprite quella Porta e vi è stato detto che il remake è molto meglio.

Se poi si prende la decisione, ancora più sconsiderata, di mostrare a qualcuno i nostri gioiellini camp degli anni ’80, la frustrazione raggiungerà livelli inenarrabili. L’horror anni ’80 è figlio di un’epoca molto poco smaliziata. Tutto ciò che noi guardiamo con affettuoso occhio nostalgico agli altri appare ridicolo. Ed ecco che mentre voi ridete e vi commuovete assistendo allo spogliarello di Trash ne Il Ritorno dei Morti Viventi, i vostri amici vi guarderanno come se vi camminasse sulla faccia una scolopendra. O come se la scolopendra foste voi.

Per evitare inconvenienti del genere, eccovi una top 5 per un’ideale maratona horror con gente che non ha la più pallida idea di  ciò di cui state parlando. Giuro che la top 5 è clinicamente testata su soggetti che al massimo, nella loro vita, hanno visto una puntata di The Walking Dead e pensano sia una serie horror.

5. À’L’Interieur – regia di Alexandre Bustillo e Julien Maury (2007)

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Si parte subito con un azzardo. Ma non credete che la scelta non sia ponderata. È che la gente prima vi chiede le cose e poi vi rompe le palle. E allora se volete vendicarvi mettete un gruppetto di persone del tutto inconsapevoli di fronte alla piccola perla dei due matti francesi. À’L’Interieur dura un’ora e venti. L’introduzione con relativa presentazione di situazione e personaggi, sarà più o meno di cinque o sei minuti. E poi inizia la mattanza. Che non si ferma fino all’atroce finale. Un moto di disgusto verrà a chiunque. À’L’Interieur ti frega. La fotografia patinata, la messa in scena elegante e modernissima, l’estetica videoclippara quel tanto che basta a conquistare anche una platea di non appassionati. E poi ti fa venire il voltastomaco.

Vedere tutte quelle facce verdastre sarà impagabile. Provateci anche voi.

4. El Orfanato – regia di J.A. Bayona (2007)

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Le bastardate con certi personaggi funzionano. Li attiri con la promessa di assistere a una tranquillissima ghost story tradizionale, di quelle che oggi vanno tanto di moda, con lo spaventacchio nascosto dietro a ogni angolo, accompagnato da relativo sbalzo di volume e apparizione improvvisa, e poi li stendi con commozione e paura vera.
Testato addirittura in sala, con risultati sorprendenti.
Anche El Orfanato ha i suoi trucchetti un po’ dozzinali. Ma se qualcuno di voi ricorda la scena della vecchia investita dall’autobus sa di cosa stiamo parlando.

3. Silent Hill – regia Christophe Gans (2006)

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Anche con questo li prendi tutti a tradimento:
“oh, guarda che è tratto da un videogioco”
“che videogioco?”
“…”

Già, che videogioco. Sembra quasi di vivere in dimensioni parallele. Comunque, testare Silent Hill  lo si fa per disperazione. Non si pensa che Silent Hill potesse angosciare seriamente qualcuno, eppure qualcuno potrebbe affermare il contrario. E’ un prodotto esteticamente notevole, splendido da guardare, con una certa simbologia intrigante di fondo e, soprattutto, un’atmosfera pazzesca.  Il risultato potrebbe sorprendervi!

2. Final Destination 5 – regia Steven Quale (2012)

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Ebbene sì. Perché non è che puoi seppellire la gente di frattaglie, serietà, ansia, lacrimoni e cesarei improvvisati con le forbici da cucina. Poi vi prendono per matta. E quindi un paio di risate macabre non guastano mai.

Anche Final Destination 5 è stato testato in sala, con tanto di occhialini e amiche disgustate. Quando, di fronte a un film di questo tipo, le persone intorno a te sono indecise se ridere o vomitare, hai fatto centro. L’horror al suo grado zero, al suo livello più rozzo e superficiale, è anche e soprattutto questo. E se vi state chiedendo perché la categoria slasher non sia rappresentata nella top 5 di oggi, è perché l’unico slasher commerciale dell’era moderna con delle potenzialità reali, sia proprio la saga di Final Destination. Di cui il quinto è forse il capitolo migliore.

1. Pet Sematary – regia Mary Lambert (1989)

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Come avrete notato, i film inseriti in classifica sono tutti molto recenti. E Pet Sematary è l’unica deroga che ho concesso al decennio d’oro.
Non è compito di questo post, porsi domande su come sia cambiato il genere, e soprattutto la sua percezione, nel corso degli anni. Ma ci sono alcune opere che, nonostante l’invecchiamento, resistono meglio di altre e si fanno strada più facilmente anche nel cuore dei non appassionati.

Pet Sematary è una di quelle. Uno dei pochissimi film anni ’80 che non ha scatenato risate, ma anzi, è stato seguito in religioso silenzio. E si tratta di una storia narrata con estrema lentezza, in cui davvero, per i primi quaranta minuti, succede poco o nulla.

Forse perché King, con tutti i suoi limiti, quando è in forma riesce a essere davvero universale. Fate il tentativo di sottoporre un vostro amico neofita alla visione di Pet Sematary e poi fateci sapere come ha reagito.

Sarebbe interessante fare una specie di sondaggio.

redazione