La cannabis è ufficialmente una medicina

Dopo il voto storico delle Nazioni Unite la cannabis è ufficialmente una medicina.

Un voto storico quello avvenuto ieri, 2 dicembre, alle Nazioni Unite che ha finalmente riconosciuto il valore medicinale della cannabis. Il voto ha rimosso la cannabis dalla Tabella IV della Convenzione Unica del 1961 sugli Stupefacenti. Il provvedimento è destinato a innescare un aumento dell’accesso medico alla cannabis come medicina, portando agevolazioni ai medici che vogliono prescriverla. In Italia la possibilità è già attiva, ma con delle restrizioni.

Effetti terapeutici comprovati

La pianta è stata usata  per migliaia di anni nella terapia del dolore. L’uso della cannabis come medicinale risale a migliaia di anni fa. La si trova anche su una lista di medicinali nel XV secolo a.C. in Cina, ma la utilizzavano anche nell’antico Egitto e nell’antica Grecia. La Fondazione Veronesi conferma che i farmaci a base di cannabis in Italia sono prevalentemente 5, “utilizzati per il controllo di nausea, vomito nei pazienti sottoposti a chemioterapia, nel controllo del dolore cronico e degli spasmi muscolari nelle persone affette da sclerosi multipla.” Il Ministero della Salute ne consiglia l’uso medico per cura del dolore neurogeno o ipotensivo nel glaucoma, come stimolante dell’appetito nell’anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa. 

Uso medico 

L’uso medico della cannabis non può essere considerato una terapia propriamente detta,bensì un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard, quando questi ultimi non hanno prodotto gli effetti desiderati, o hanno provocato effetti secondari non tollerabili, o necessitano di incrementi posologici che potrebbero determinare la comparsa di effetti collaterali. Così si esprime il Ministero della Salute Italiano nell’ultimo documento del 2019 . Nel decreto del 16 novembre 2020, un aumento della produzione di sostanze psicotrope a uso medico è stato autorizzato dall’istituzione sanitaria. Questo prova il crescente interesse e la tolleranza nei confronti della cannabis.

L’opinione del IDPC

“Questa è una buona notizia per i milioni di persone che usano la cannabis a scopo terapeutico. Riflette la realtà del crescente mercato dei medicinali a base di cannabis”, ha detto un comunicato stampa congiunto di ONG per la riforma. Anna Fordham, direttore esecutivo dell’International Drug Policy Consortium (IDPC), ha affermato che il riconoscimento della sostanza come farmaco era “da tempo atteso”, ma che il suo continuo divieto da parte dell’ONU rimane un punto critico. “La decisione originale [nel 1961] di proibire la cannabis mancava di basi scientifiche ed era radicata nel pregiudizio coloniale e nel razzismo”, ha continuato Fordham. “I diritti e le tradizioni delle comunità che da secoli coltivano e utilizzano la cannabis per scopi medicinali, terapeutici, religiosi e culturali sono sempre state ignorate. Ciò ha portato milioni di persone ad essere criminalizzate e incarcerate in tutto il mondo.”

Nuovi orizzonti per la Cannabis

La decisione delle Nazioni Unite potrebbe  innescare una ricerca scientifica sulle proprietà mediche a lungo termine del farmaco. Potrebbe anche fungere da catalizzatore per un maggior numero di paesi per legalizzare il farmaco ad uso medico, che spesso ha portato le leggi sull’uso ricreativo ad essere riconsiderate. Mentre gli usi medici sono ora riconosciuti, l’uso non-medico della cannabis rimane ancora un farmaco vietato per uso non medico ai sensi del diritto delle Nazioni Unite. La sostanza rimane nella Tabella 1, la più restrittiva, insieme a droghe ritenute più rischiose, come la cocaina e il fentanil.

Attualmente, più di 50 paesi in tutto il mondo hanno adottato programmi per la cannabis medicinale. Canada, Uruguay e 15 Stati Uniti hanno legalizzato l’uso ricreativo, con il Messico e il Lussemburgo vicini a diventare il terzo e il quarto paese a farlo.

 

Irene Coltrinari