Lucia Azzolina

La Azzolina ci ripensa: niente plexiglas per il ritorno a scuola

Tra i più colpiti a causa del lockdown e dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ci sono stati i bambini, gli adolescenti, gli studenti. Si sono visti portar via parte della loro educazione scolastica, alcuni dei momenti indelebili come l’ultimo giorno di scuola, l’esame di terza media e soprattutto il tanto temuto esame di maturità.

Ad oggi non è neanche ancora chiaro se a settembre i nostri ragazzi potranno tornare a scuola. Non è chiaro neanche come potrà essere strutturata la cosa.
E mentre in un primo momento la Ministra Lucia Azzolina aveva parlato di schermi in plexiglas che “proteggessero” i nostri ragazzi gli uni dagli altri, a tutela della loro salute (non forse anche di quella mentale), ad oggi pare che non sia più un’idea da mettere in pratica.

“Nessuno del Comitato tecnico-scientifico, e tanto meno qui al Ministero – dice la ministra Lucia Azzolina – ha mai immaginato di chiudere gli studenti dentro cabine di sicurezza. Ho visto immagini surreali di ragazzi chiusi dentro a strutture simili a gabbie. Questa è disinformazione. Nessuno ha mai pensato a cose del genere. Semmai sono due anni che parlo del problema delle classi pollaio. E oggi finalmente tutti si accorgono del numero di alunni nelle classi delle scuole italiane. Siamo al lavoro, giorno e notte, per riportare gli studenti a scuola con le giuste misure di sicurezza. Senza eccessi, senza forzature. Vogliamo tornare alla normalità e lo faremo trovando il giusto bilanciamento tra due diritti sacrosanti, quello all’istruzione e quello alla salute. Abbiamo anche le idee chiare sui tempi – dice Azzolina – a breve le linee guida del ministero saranno pronte. Stiamo portando avanti il confronto con le varie parti coinvolte. Intanto abbiamo già iniziato a costituire i tavoli regionali. Perché dovrà essere sui territori che andremo fisicamente a costruire le soluzioni, in modo chirurgico. Nelle singole scuole, che in questo Paese sono molto diverse le une dalle altre. – continua ancora Azzolina – E avremo un monitoraggio costante delle varie situazioni e delle difficoltà da superare. E ce ne saranno, è indubbio. Ma lo ripeto: abbiamo gli strumenti per risolverle”.


E’ convinta, almeno, di averli questi strumenti la ministra Azzolina. Certamente se lo augurano molti genitori, che forse proprio in lei hanno visto un’ostacolo.

Lucia Azzolina è donna, e come tale dovrebbe ben comprendere le difficoltà di chi lavora, mogli e madri si sono apprestate ad essere ancora più multitasking, rispetto a prima, durante il lockdown. Eppure l’impressione che ha dato non è stata certo quella di comprendere le difficoltà di chi, oltre a dover già fare moltissimo nelle 16 ore giornaliere (considerando che 8 dovrebbero essere di sonno), doveva diventare anche insegnante.

Sì, perché la didattica a distanza non stata è proprio una passeggiata per tutti quei genitori che necessariamente hanno dovuto dare un supporto tecnico (e tecnologico) ai propri figli. Spesso era necessario stampare gli esercizi inviati dell’insegnante, farli fare ai bambini, scansionarli ed inviarli agli insegnati per la correzione. Dopo che erano stati re-inoltrati corretti dall’insegnante andavano di nuovo stampati per far vedere e soprattutto capire ai figli gli errori. Insomma, una cosina da nulla.

Certamente tra compiti e autocertificazioni se c’è un oggetto (oltre al forno) che abbiamo utilizzato durante la quarantena è stata la stampante.

Ma non si può continuare così! I genitori sono tornati al loro lavoro ed i figli devono necessariamente tornare a scuola. Non perché la scuola sia un parcheggio per i nostri ragazzi, ma perché è parte integrante di un sistema educativo che va ben oltre “le funzioni” o “la versione di greco”. E per apprendere, in maniera corretta, ciò che sarà assolutamente fondamentale per i nostri ragazzi nel loro futuro una video-lezione non basta.

Forse un po’ di plexiglas possono anche tollerarlo i nostri ragazzi, ma li faccia tornare a scuola a settembre, cara Ministra.

Sharon Santarelli