Kissenger, quando per baciarsi a distanza basta un’app

Certamente durante queste festività molte coppie si sono allontanate, magari per raggiungere le rispettive famiglie. E si sa, la distanza si fa sentire, soprattutto durante questi giorni, dove tutto intorno a noi sprizza amore e felicità (fin troppo!). E allora via agli smartphone, con chiamate facetime e messaggi vocali su whatsapp. Ma quello manca rimane il calore umano, che nessun dispositivo tecnologico potrà mai darci… O almeno pensavamo!

Un gruppo di ricercatori britannici a infatti ideato un dispositivo che permette di scambiare effusioni attraverso lo smartphone, con la speranza di riprodurre la sensazione del contatto grazie all’emozione. Ma chi ha il desiderio di baciare la persona amata potrebbe desiderare molto di più di una semplice emoticon da spedire via telefonino. Kissenger è formato, infatti, da un dispositivo che si applica allo smartphone: un piccolissimo materassino in silicone dotato di sensori che tentano di riprodurre lo scambio di effusioni in realtà, durante una videochiamata. Per gestirlo c’è un’applicazione apposita grazie, grazie alla quale si può inviare e ricevere simultaneamente il bacio, ciascuno attraverso il proprio telefonino connesso a Facetime oppure via Whatsapp. Questo è possibile grazie al sistema aptico, basato sul processo di riconoscimento degli oggetti attraverso il tatto. E quindi, vi starete chiedendo? Ti pare che adesso ci mettiamo a limonare il telefono? Ma siamo davvero impazziti? Per certi lati sì, per altri… forse!

Questa “invenzione” potrebbe sembrare per molti non solo assurda, ma anche inutile; per altri potrebbe dare l’idea di una nuova frontiera per il sesso del futuro. Non a caso l’apparecchio, il cui nome riassume l’unione tra ”mobile-kiss-messenger”, è stato presentato alla conferenza dedicata a ”Love & sex with robots” di Londra, dove approdano progetti e prototipi che fanno riflettere su come potrebbe evolversi il mondo dell’eros nell’era dell’intelligenza artificiale.

Certo, non è il caso di emozionarsi troppo…. si è pur sempre di fronte ad uno schermo. “E’ un po’ come baciare un vibratore”, sosteneva un anno fa Gian Volpicelli dopo avere testato il dispositivo baciando la sua ragazza via telefonino nel laboratorio di Adrian Cheok, dove il prototipo è stato battezzato nel 2011.

“Abbiamo voluto creare un robot con silicone che fosse in grado di dare e ricevere baci sfruttando la tecnologia del mobile”, spiega Emma Yann Zhang, una delle autrici del progetto della City University of London. Per il momento, Kissenger altro non è che un paio di labbra da baciare, anche se finte, da applicare al proprio device, ma il team che lo ha sviluppato pensa già alla creazione di robot a grandezza naturale in grado di trasmettere l’emozione a chi interagisce con loro. Non intendiamo stabilire se sia eticamente accettabile avere intimità con i robot”, spiega Zhang in un report, pur dicendosi convinta che l’intimità tra uomini e macchine non potrà che crescere in virtù dell’intelligenza artificiale. Intanto, come ogni tecnologia di comunicazione, il progetto servirà a raccogliere dati. I ricercatori potranno registrare statistiche legate ai parametri vitali, come pressione sanguigna e frequenza cardiaca, per vedere attraverso test di laboratorio se gli utenti possono davvero stabilire relazioni emotive con i dispositivi. E capire se mai sarà possibile provare le stesse sensazioni scatenate da un bacio. A quel punto, non ci sarebbe pù bisogno di avere una persona dall’altra parte dello smartphone.

La cosa più “triste”, se così possiamo definirla, di tutto questo, è la mancanza di rapporti e di contatto umano, che a causa della tecnologia stanno sempre più allontanando le persone. La vita reale è un’altra cosa… non scordatelo mai!

Sharon Santarelli