report Digital 2019 We Are Social

Italiani, popolo di navigatori (online): il report Digital 2020 di We Are Social

Report e analisi ci servono per capire di più su discipline e società, su come i fenomeni impattano sulla nostra vita quotidiana e su come i dati che emergono possono essere usati come base per strategie, decisioni e azioni in vari campi. Un report interessantissimo è il report Digital 2020 di We Are Social.

Il report Digital 2020 di We Are Social

Ormai dal 2012, i sempre ottimi ragazzi di We Are Social –  per intenderci, l’agenzia che segue i social di Netflix ed è dietro iniziative come il “rebranding” di Spelacchio a Roma – iniziano l’anno regalando un report dettagliato sullo stato del Digital nel mondo e in Italia, in collaborazione con Hootsuite. Insomma, per chi si occupa di web o di marketing, miniere d’oro di indici interessanti. 

Scroll or die: il trionfo di internet mobile nel report Digital 2020

Osservando i dati per l’Italia sul report Digital 2020, si trovano tutti gli indicatori di “connessione” in netta crescita, soprattutto considerando il tasso di crescita demografica persino negativo della nostra nazione. Addirittura troviamo una penetrazione di internet nell’82% della popolazione, con 35 milioni di utenti italiani attivi nello specifico sui social media. Di questi, il 98% usa anche lo smartphone per essere attivo sui social, un dato che rende meno sorprendente il dato dei contratti mobile in Italia, che si attesta su una media di poco meno di un contratto e mezzo a testa. 

L’indagine ci restituisce poi un altro dato interessante, ovvero quello per cui il 94% degli italiani usa un telefono cellulare, di cui il 94% uno smartphone, contro il 77% di utenti di computer fissi o portatili, andando a riconfermare il fatto che anche l’Italia è definitivamente un paese “mobile first”

Inoltre, il dato di contratti mobile e di navigazione da mobile in netta crescita potrebbero spiegarsi non solo grazie a un catch-up della popolazione rispetto alle tecnologie più moderne e ai modi di usarle più comodi e sensati, ma anche grazie all’entrata nel mercato di player come Iliad e ho-mobile nella seconda metà del 2018, che hanno scompaginato il mondo delle promo per cellulari portando in dote valanghe di giga a prezzi nettamente più competitivi di quelli a cui l’utente italiano era abituato.

E dopo aver controllato Instagram, tutti a nanna!

E ancora, a riconfermare come ormai complessivamente l’Italia abbia avuto uno shift culturale importantissimo, arriva il dato del tempo medio speso di fronte ai vari dispositivi: un italiano in media passa complessivamente 6 ore al giorno su internet, di cui 1 ora e 57 minuti esclusivamente sui social; la sacra televisione presente in ogni salotto d’Italia, oggi resta accesa in media 3 ore e 7 minuti al giorno. Mamma Rai e tutto il filotto di canali del digitale terrestre o satellitari vengono doppiati dal world wide web.

Pertanto, non sorprende la prossima migrazione delle frequenze del digitale terrestre su DVB-T2 al posto del vecchio DVB-T proprio per far spazio a una rete internet più veloce: se lato mobile la velocità di connessione media è cresciuta del 24% – attestandosi a circa 38 mbps) -, lato fisso la crescita è stata del 37%, che grazie alla diffusione della fibra ottica ora si attesta a circa 60 mbps. E aspettate solo che le infrastrutture usate dall’attuale digitale terrestre DVB-T vengano liberate: sono state sfrattate proprio dall’esigenza di un internet all’avanguardia, per far posto al famigerato 5G!

Infine, un altro dato di costume molto interessante è quello sul tipo di contenuti consumati online dagli italiani: il 92% guarda video online, e di converso il 60% riproduce contenuti televisivi su internet (probabilmente con una parte composta dai servizi che vanno da Sky Go a Rai Play), segno del vecchio vizietto della tv-mania che torna anche in rete.

Ai miei tempi c’erano le memory card

Altro dato che segna nuovi tempi e nuove curiosissime industry è quello che riguarda il mondo del gaming, una landa tutto sommato ancora abbastanza inesplorata massicciamente dai reparti marketing delle aziende: il 5,2% degli italiani gioca in piattaforme di cloud gaming, mentre il 12% di loro guarda stream di gamer online su piattaforme come Twitch, e il 5,1% guarda persino campionati di e-sports, manifestando una vera e propria passione che somiglia assolutamente al tifo, altro motore storicamente fortissimo dell’italiano medio.

Insomma, anche l’Italia si muove secondo macrotrend mondiali, abbandonando consolidate abitudini e oggetti che ne hanno segnato la storia, in favore dei nuovi must. Se volete vedere tutti i dati estrapolati non solo per l’Italia, ma per tutto il mondo o anche singolarmente per alcuni stati esteri, qui trovate il report nella sua versione Global.

Thomas Siface