Aurora Matteucig, in arte röa, vive la musica come un faro nel buio, una strada salvifica da sviluppare parallelamente al percorso di studi in medicina. Recentemente ha pubblicato il singolo “Vie di mezzo” e abbiamo fatto quattro chiacchiere con lei per scoprire meglio il suo progetto artistico. Un singolo questo che parla del suo modo di vivere i sentimenti oggi, un pezzo intimo che la avvicina ancora di più ai suoi ascoltatori.
Ciao röa, piacere di conoscerti! Il tuo vero nome è Aurora, come mai in arte sei röa? Che significato ha questo nome d’arte?
Ciao, in realtà röa non ha un significato particolare, è semplicemente un soprannome con cui mi chiamavano i miei amici quando ero più piccola. Quindi nel momento in cui ho deciso di espormi con la musica, aveva senso continuare ad usarlo proprio perché credo mi rispecchi al meglio.
Cosa rappresenta la musica per la tua vita?
La musica per me è da sempre una forma di espressione e con il tempo è diventata anche la forma di comunicazione che preferisco. Non sono mai stata brava a vocalizzare le mie emozioni nei dialoghi, e soprattutto non sono mai riuscita a comprenderle, fino a quando non ho scoperto che trasporre i sentimenti in un pezzo mi dava l’opportunità di viverli. Quindi con il tempo fare musica è diventato un modo per avere un contatto sincero con me stessa, e adesso non riuscirei a farne a meno.
“Vie Di Mezzo” è il tuo nuovo singolo, come nasce?
“Vie Di Mezzo” nasce dalla necessità di raccontarmi, descrive il modo in cui ho percepito le emozioni nel corso della vita, ovvero come un costante alternarsi di eccessi sia positivi che negativi. Infatti, entrare in contatto con la mia sfera emotiva è sempre stato estremamente difficile, e spesso mi sono ritrovata a silenziare completamente determinati stati d’animo con comportamenti disfunzionali, pur di non affrontarli. Non avevo idea di cosa fosse la serenità, e mi sentivo l’unica persona al mondo ad avere un rapporto così disastroso con una cosa così naturale come il provare emozioni. Quindi ho scritto questo pezzo sperando di far sentire meno sole altre persone che, come me, stanno ancora cercando una via di mezzo.
Che ruolo ha questo pezzo nel tuo percorso artistico?
Credo che l’essermi esposta così tanto in questo pezzo, mi darà la possibilità di essere me stessa al 100% in pezzi futuri. Io considero l’onestà un valore cardine attorno al quale far ruotare ogni aspetto della mia vita, di conseguenza sarebbe ipocrita da parte mia non essere brutalmente sincera in una cosa così intima come la musica. Infatti, credo che scrivere vie di mezzo sia stato un modo per ricordare a me stessa il valore che attribuisco alla mia musica.
Come immagini il tuo futuro musicale? Quali obiettivi ti piacerebbe raggiungere?
In realtà non ho un’immagine definita del futuro, sicuramente spero di continuare a lavorare con persone stimolanti e competenti come Simone e Andrea, che da subito mi hanno dato carta bianca e hanno creduto nel progetto. In generale vorrei continuare a vivere la musica nel modo più puro e meno inquinato possibile. Infatti, la mia massima aspirazione è sempre stata esprimermi attraverso la musica, quindi adesso per me è un onore poter percepire e riportare la mia realtà in un pezzo, e attualmente non credo di desiderare altro.