Intervista Angelica: “Sconosciuti Superstar? Un disco costruttivo”

Angelica torna sulla scena musicale con Sconosciuti Superstar, un vero e proprio viaggio emozionale che l’artista regala ai suoi ascoltatori. Questo è il suo terzo disco e vanta melodie appiccicose sopra un sound variegato ma omogeneo. C’è un po’ di tutto in questo progetto: dalla disco a ballate organiche, passando per chitarre distorte, synth e arpeggiatori senza strappi al motore. Un album sincero, vissuto fortemente in prima persona, che racconta il viaggio di Angelica alla scoperta di se stessa per liberarsi dalla rabbia e dalla confusione che la accompagnavano prima di questo progetto. Lei stessa ha definito questo disco curativo e noi di Socialup, dopo averla ascoltata, abbiamo deciso di farle qualche domanda per scoprire qualcosa di più di Sconosciuti Superstar.

Come ti sei avvicinata al mondo della musica?

È stata una delle cose più naturali possibili, anche se in casa mia non c’era nessun appassionato di musica, non c’erano dischi, non c’era praticamente neanche la radio, ad un certo punto ho preso l’otite in estate e sono rimasta chiusa a casa al mare per giorni. Ho chiesto una radio per passare il tempo, o forse me l’ha regalata mio papà, insomma, nella radio era rimasto un CD dei Beatles lasciato dal negoziante e da lì ho capito che la musica non mi avrebbe mai lasciata. Ho imparato a suonare ed è stata poi la vita giorno dopo giorno a farmi diventare una musicista e cantautrice.

Chi sono i tuoi artisti di riferimento nel panorama musicale?

Quando faccio i dischi cerco di non ascoltare troppa musica perché sono nel mio viaggio e non mi va di farmi influenzare o di ascoltare qualcosa che poi magari resta nel mio inconscio e scambio per una cosa mia, preferisco non avere riferimenti. Comunque, il mio gusto e i miei artisti del cuore sono abbastanza chiari ascoltando il disco, anche senza fare liste 🙂

Hai definito questo come un disco curativo ed evolutivo, oggi che Angelica sei?

Meno impaurita, più a contatto con le mie emozioni senza appunto paura di non essere all’altezza, più consapevole, meno ingenua e nonostante questo anche più leggera. Sono più affettuosa, in primis con me stessa e poi con gli altri, più schietta. Sono più arrabbiata ma ho imparato come gestire i sentimenti come rabbia e odio canalizzandoli in qualcosa di costruttivo.

Qual è la traccia a cui sei più affezionata? Perché?

Sono affezionata a tutte e undici le canzoni perché sono già una scrematura della scrematura, però forse in Acqua Ossigenata sono riuscita finalmente a dire delle cose che per me erano difficilissime da accettare e da verbalizzare, ballandoci su. Una vera e propria terapia.

Grazie a te ho imparato cos’è l’odio”, che cos’è l’odio dunque?

È un sentimento come l’amore, che ci provoca reazioni forti, a volte irrazionali, che ci scuote. Non bisogna avere paura dell’odio, bisogna solo imparare ad accettarlo e a gestirlo, a sfogarlo in maniera sana. Solo così l’odio non diventa una cosa pericolosa. Io sono stata purtroppo vittima di un odio molto pericoloso e distruttivo e ho capito che per imparare a difendermi dovevo conoscere bene questo sentimento, da qui questa canzone.

Cosa auguri a questo album?

Di sfogarsi sul palco e di fare del bene a qualcuno così come l’ha fatto a me.

Cosa vedi nel tuo futuro musicale?

Libertà, evoluzione, sperimentazione e divertimento. Spero di avere la possibilità di continuare a fare musica finché ne avrò la necessità espressiva.

Eleonora Corso