Enrico Tamburini, classe 1980, è un divulgatore di cinema, creatore del sito ufficiale dei cinepanettoni e conduttore della rubrica web e televisiva “Scuola di cult”.
Nei primi anni 2000 si afferma come blogger satirico in Friuli-Venezia Giulia, la sua regione. Nel 2010 inventa in teoria e in pratica il primo sito web sui cinepanettoni, pellicole comiche popolari italiane e di fama mondiale, che è attualmente il sito ufficiale.
Dal 2016 lavora per Mediaset, conducendo su Iris la rubrica “Scuola di cult”, e per il ciclo “Nessuno è Pozzetto” ha modo anche di collaborare con lo stesso celebre attore lombardo. Analogamente con Banfi lavorerà a “C’era una volta in Puglia”.
Gestisce la pagina Facebook Filmoni e Cinepanettoni, riparte a metà Gennaio con Susanna Fontana in tv per “Scuola di Cult” e a fini solidali gioca nella Nazionale Artisti TV.
È stata intensa e prolifica la chiacchierata con lui: scopriamo insieme il film della sua vita!
Prima di iniziare ti confesso che adoro quando gesticoli!
Grazie, grazie! Sì gesticolare è un modo che adotto per dare profondità al racconto.
Bene, ora possiamo iniziare a gustarci insieme un cult imperdibile che è la vita di Enrico Tamburini!
Partendo dal cinema, la passione è sbocciata guardando la tv degli anni Ottanta, c’erano questi film all’italiana d’una comicità strepitosa, film trasmessi di continuo. Io amo il comico, da sempre. Sono diventati cult questi film anche per questo, e un film diventa cult quando entra nelle tue vene, e a furia di entrarci ti crea questa passione, ma non può essere visto solo una volta. La tv ha aiutato molti film a diventare cult.
Dopo la scuola sono diventato un appassionato di informatica, son diventato web designer, ho cominciato a fare siti web. E un giorno ho deciso di fare il sito di una mia passione cinematografica per condividerla con il pubblico, e così ho creato nel 2010 un blog sui cinepanettoni, il primo ed oggi quello ufficiale. La piattaforma cinepanettoni.it è stata riconosciuta dagli attori, poi ho fatto la pagina Facebook, il gruppo e ho iniziato a girare le mie cose. E ho iniziato a raccontare le curiosità di questo tipo di cinema.
E poi da qui hai iniziato a parlare anche di cult in senso più generale e internazionale, travalicando anche il genere comico?
Ho iniziato raccontando le curiosità della commedia e poi sono arrivato ad Iris, dove insieme alla mia compagna Susanna Fontana che collabora con me nei video ho fatto due anni di commedie italiane, coi cicli di Pozzetto, Celentano, li abbiamo raccontati i loro lungometraggi e poi dopo ci hanno affidato i cult internazionali.
Quindi la tua passione per il cinema è partita dalla commedia italiana?
Sinceramente io ho una passione diversa per il cinema, amo i retroscena, le curiosità. “Scuola di cult”, la mia rubrica, non fa la recensione di un film, è un raccontare qualcosa che è successo sul set ad esempio, non ho la presunzione di recensire, nemmeno il background accademico dei critici, ma ho il tocco di un appassionato, anche libero da certe “trappole”, gabbie culturali, perché un critico non ti racconterebbe mai un cinepanettone, anche se un critico vero dovrebbe anche analizzare un fenomeno di costume. Ad esempio una pellicola come “Yuppies” snobbata all’epoca dalla critica: non esistono fotografie degli anni Ottanta come questo film. Non ce l’ho con i critici, ma sono stati smentiti molti di loro ancora una volta in tal modo. Il cinema è la persona che va a vedere il film, non dimentichiamolo.
Anche il rapporto tra te e la comicità in qualche modo è cult…
Assolutamente, a me piace ridere, mi rilasso guardando commedie, amo vedere gli sketch in televisione. È ovvio che la comicità di per sé sia positività, a me le cose tristi piacciono un po’ di meno. La comicità è un mezzo di comunicazione incredibile!
Che cos’è per te un cult?
L’ho scritto pure nel libro “Siamo tutti allenatore nel pallone”, libro uscito da poco di cui ho curato la postfazione. Il cult è un film che viene ripetuto, ma il cult vero e proprio è un amico, non è solo quel film di successo visto da me, da te ed altri milioni di persone, il cult è qualcosa che uno continua a vedere negli anni, e quindi ti accompagna nella crescita, nella vita: e ti aiuta, ti cambia, ti fa ricordare certe cose. Il cult è intimo, personale, tuo.
Bella questa definizione “soggettiva” di cult che travalica le “normali” etichette, il collettivo. Tutti noi abbiamo cult nascosti effettivamente, cioè che lo sono solo per noi e non per tutti.
Ci sono momenti particolari in cui ti vedi un film e questo film diventa cult. Il cult è un rapporto che tu hai con il film, al di là del timbro “cult” perché l’hanno visto in tanti.
Quale ritieni sia il segreto del tuo successo?
Tutti possono raccontare, ma tu devi capire chi hai di fronte e cosa possa interessare alla gente. Ecco perché ho scelto di svelare chicche, segreti, retroscena, perché credo che questo incuriosisca di più.
Non dico che il mio metodo sia quello giusto, ma quando parli alle persone devi andar loro incontro, ti devono ascoltare e tu devi dar loro qualcosa. Se una cosa la sai è bene, se la sai comunicare è meglio.
Cosa hai fatto prima di occuparti di cinema in modo così innovativo?
Ho fatto il liceo scientifico, ho studiato le tecnologie web, ho fatto il web designer, cose che mi hanno aiutato ad esempio nell’autoproduzione di “Scuola di cult”, programma che poi vendiamo ad Iris. “Vendiamo”, perché siamo io e Susanna Fontana ad occuparcene. Registriamo, scriviamo i testi, li recitiamo, montiamo tutto e poi inviamo il prodotto televisivo.
Quanto tempo impieghi per la realizzazione del programma?
Calcola che per sette minuti di una puntata ci lavoro per ben 20 ore! Calcolando ogni aspetto, dalla ricerca alla realizzazione completa.
E il momento comico della rubrica che la rende anche più frizzante da dove nasce?
All’inizio ci chiedevamo se la gente potesse domandarsi chi fosse questo che vuole “insegnare”, chi lo conosce. E allora con questo finale comico in cui subisco anche chi si chiede chi sia questo che pensa di saper tutto alla fine deve ammettere che sono un pirla senza alcuna presunzione, che magari viene anche bastonato negli ultimi minuti (ride). A parte gli scherzi, tutto questo è fatto per smorzare i toni.
Sei autoironico e la tua energia si sente. L’ironia salva sempre.
Concordo, ma poi nel mio caso serve anche a dire che non sto insegnando nulla, è una rubrica allegra in cui si può anche scherzare, senza prendersi troppo sul serio, ma solo raccontando delle cose.
Certo, anche perché parliamo di comicità, quindi ridiamoci su! La collaborazione con Susanna Fontana come nasce?
Da un po’ di anni è la mia compagna. Ci siamo conosciuti a teatro e anche lei è appassionata di cinema. Il nostro gruppo fb è “Filmoni e Cinepanettoni”: io sono Cinepanettoni e lei è Filmoni (ride). Lei adora soprattutto le pellicole degli anni Sessanta.
Quindi la collaborazione nasce anche nel segno della passione in tutti i sensi.
Certo, e continuiamo insieme a raccontare il cinema con autoironia e in modo evocativo, con quella modalità adottata da Alberto Angela che stimo tantissimo. Bisogna consentire allo spettatore di immaginarsi ciò che tu gli racconti.
Bene bene, è stato un piacere. Sei sulla buona strada, in bocca al lupo per tutto!
Crepi e grazie. Piacere mio!
La voglia di fare e l’umiltà di raccontare: più Tamburini per tutti!!!
Le foto con Enrico e Susanna ci sono state concesse gentilmente dallo stesso Tamburini.