Intervista ad Antonio Razzi: non è mai troppo tardi per essere social

E’ la dimostrazione vivente che i social non hanno età, che chiunque può diventare iconico essendo semplicemente se stesso con uno smartphone in mano: stiamo parlando di Antonio Razzi.

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il noto politico abruzzese, ormai vera e propria star di Tik Tok e dei social media, con le sue interpretazioni genuine ed irriverenti. Ci ha raccontato come nascono i suoi video, che vogliono lanciare anche messaggi profondi, oltre che strappare un sorriso. Buona lettura!

Come è nata l’idea di essere attivo sui social nonostante la sua distanza, solamente anagrafica, dal mondo dei nativi digitali?

Ho cercato sempre di informarmi relativamente ai social per restare sempre aggiornato su questo mondo. Poi ci sono stati i miei due collaboratori, Alessandro e Marica, che mi hanno fatto conoscere Tik Tok e ho pensato che fosse una cosa buona anche per dimostrare ai pensionati che non bisogna arrendersi.

Un modo per far capire che in pensione la vita non finisce, perché ci si può ancora divertire. In pensione, infatti, in molti si deprimono, non si sentono più utili, ammalandosi. Io voglio dimostrare che nulla è finito e che ci si può divertire anche da pensionati.

Come sceglie i personaggi da interpretare nei suoi Tik Tok? Anche in base a come si sente la mattina?

Sicuramente anche in base all’umore di giornata, perché prima di tutto devo valutare come mi sento fisicamente per fare questi scherzi di Tik Tok.
Naturalmente dipendono anche dalla stagione in cui ci troviamo. Ad esempio, mi trovavo in campagna a fare in pomodori e mi sono detto “facciamo la pappa con il pomodoro di Rita Pavone”. È anche un modo per far vedere ai giovani come si fa.

 

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Bellissima questa canzone di @poetaurbano e @anamenaoficial l’avete già ascoltata? ?

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Ovviamente si scelgono anche gli sketch che preferiscono i giovani, come la Ferragni, Rovazzi, Andiamo a Comandare, insomma tutti i moderni che i giovani vogliono sentire.

Come ci si sente ad essere diventato un fenomeno web all’improvviso?

Guarda io dico sempre di non mollare. Ho sempre lavorato, lavoro sempre ed anche se non mi hanno ricandidato due anni e mezzo fa, perché non mi hanno messo in lista di proposito, non perché gli abruzzesi o gli italiani non mi avrebbero votato.


La mia attività sui social dimostra che sono sempre vivo, sempre vicino alla gente, vicino ai giovani, anche se non sono tornato in politica. Sono stati gelosi della mia popolarità e si sono sentiti oscurati.

Quali crede siano le potenzialità ed i pericoli dei social media?

Dobbiamo stare attenti a non fare dei Tik Tok pericolosi, per evitare di essere imitati dai bambini. Bisogna fare cose scherzose, sorridendo, poiché i bambini si vogliono divertire, ballare. Se faccio cose sbagliate, i fans fanno cose sbagliate perché vogliono copiare il loro idolo Razzi. Per questo cerco di fare cose moderate per il bene di tutti.

Negli ultimi tempi si sta cimentando in minispot di attività della sua terra, l’Abruzzo, sempre con l’ironia che la contraddistingue. Come nasce questo format?

Nella mia vita da emigrato, quando ero in Svizzera a Lucerna ad esempio, ho sempre pubblicizzato i prodotti abruzzesi, sempre. Questo mi è rimasto ed è proprio in questo momento di pandemia, in cui le nostre aziende devono ripartire, non c’è niente di meglio che pubblicizzare i prodotti genuini della nostra terra, ovviamente a costo zero. Molti pensano che vengo pagato, ma assolutamente no, lo faccio con il cuore, per pubblicizzare la mia terra. È questo che manca a chi amministra il turismo in Abruzzo, se ne sono dimenticati.

Se io dico che la spiaggia di Pescara è come quella delle Maldive, qualcuno sicuramente dirà “ma questo è scemo”, ma io lo dico lo stesso perché è vero. Probabilmente, le Maldive non sono come mostrato nelle pubblicità. Io non ci sono mai stato, ma molti miei amici mi hanno riferito che la spiaggia non è grande come quella di Pescara, salvo per il mare da controllare meglio, altrimenti non c’è niente da invidiare. L’acqua è salata qui ed è salata anche lì, viva l’Abruzzo e viva il mare Adriatico.

I nostri sapori sono unici e speciali. Ricordo che Gino Bartali veniva nella costa dei Trabocchi poiché era innamorato dei luoghi e dei piatti locali, in particolare il brodetto alla Vastese. Ovviamente è necessario girare il mondo, per portare ciò che fanno nelle altre città anche nella propria.

Dopo aver conquistato Instagram, Facebook e Tik Tok quali sono i suoi prossimi obiettivi? Magari sbancare Spotify?

La musica a me è sempre piaciuta. Al momento sto registrando una canzone, il maestro la sta terminando, che si chiamerà “Il Genio”. Sarà una canzone abbastanza orecchiabile, simile ad un flamenco più lento, che spero quanto prima di finire negli studi a Roma. Naturalmente, anche a 72 anni, cerco sempre di accorgermi delle novità e restare aggiornato. Quando ero in Svizzera, da 3500 operai sono rimasti 350 operai in fabbrica, io non sono mai stato licenziato, poiché mi sono sempre modernizzato, imparando tutte ciò che c’era di nuovo. Riuscivo ad adattarmi e a fare di tutto, essendo un jolly.

 

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Ed ecco a voi la mia #jerusalemachallenge richiesta da tanti di voi ?

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Nella mia vita c’è sempre stata curiosità. Durante il lockdown, ad esempio, ho sempre cucinato perché mi piace ed ho imparato da piccolo guardando mia madre. Quando andai in Svizzera mi è tornata utile come abilità, soprattutto per necessità.
Nella vita non bisogna mai fermarsi, finché c’è vita c’è speranza.
Come dicevano i miei genitori “impara l’arte e mettila da parte”, perché un giorno potrebbe sempre servire.

Paride Rossi