Intervista a Stefano Bolcato: l’artista che gioca con i Lego

Lo abbiamo incontrato (virtualmente, come ogni incontro da Coronavirus che si rispetti) in questo periodo di isolamento, ed è stata una fortuna. Lui è Stefano Bolcato, ”l’artista che gioca con i Lego” e che ha fatto di questo gioco il suo lavoro e la sua passione.

Cresciuto con l’hobby per la pittura e il disegno, decide di provare a farne la sua vita diplomandosi all’Accademia di Belle Arti presso la scuola di Arti Ornamentali di Roma. Oggi lo conosciamo principalmente per i suoi siparietti interpretati dal mattoncino più amato di sempre. Eppure dietro ai colori sgargianti e alla innata simpatia verso i Lego che accomunano generazioni su generazioni, c’è molto di più.

Stefano Bolcato Lego

Caro Stefano, che piacere poterti incontrare seppur dietro uno schermo. In questo periodo così difficile e alienante, il mondo della cultura e dell’arte sta facendo moltissimo per coinvolgere la comunità digitale e tenere alta l’attenzione. Tour virtuali, lezioni d’arte, visite guidate in streaming…che cosa ne pensi? Perché l’arte e la cultura sono così importanti per tenerci uniti, anche in un’occasione dove tutto sembra passare in secondo piano?

Penso che sia una cosa bellissima e anche io il nel mio piccolo sto pubblicando sulla mia pagina Facebook alcuni dei miei dipinti ( beh sì lo faccio anche per me stesso, così me li riguardo!). Come tutti, anche io ho dovuto annullare tutti i miei impegni di lavoro ( n.b. la mostra I Love Lego, dopo essere stata a Roma e A Milano, sarebbe dovuta arrivare a Napoli il 17 marzo 2020).

Spero solo che da parte di chi guarda ci sia di più di una sterile occhiata dallo smartphone per puro intrattenimento perché sarebbe un vero peccato. Sarebbe bello che la visione dietro ad uno schermo sia la spinta per poi andare a vedere dal vivo l’opera. Per quanto i canali digitali possano essere sempre più efficienti, ad alta definizione e realistici, vedere un’opera dal vivo è tutt’altra cosa, sopratutto perché la fotografia dell’opera rimane pur sempre una fotografia. Quando vedi un quadro dal vivo hai la percezione della materia pittorica, cosa che non potrà mai arrivare attraverso un device. Spero che l’accessibilità aperta a tutti faccia avvicinare anche i neofiti e che magari, quando si potrà, avranno voglia di vedere con i loro occhi quell’opera che avevano visto dietro ad uno schermo. Questa sarebbe una vittoria.

Hai parlato di ”materia pittorica” ma la tua arte è principalmente olio su tela. Come sei arrivato a questa scelta? Qual è stato il tuo percorso?

Io ho cominciato a dipingere tardi: ho sempre una spiccata curiosità per il disegno e provavo un gran piacere nel farlo ma la mia formazione era tutt’altra. Quando mi iscrissi alla Scuola di Arti Ornamentali a Roma, proseguii con lo studio frequentando per 2 anni un corso di moderazione plastica mentre nel frattempo frequentavo l’Accademia. Da lì, lavorai molto e non ho più smesso. Nonostante abbia sperimentato molte espressioni artistiche, la pittura ad olio è sempre rimasta centrale nel mio lavoro. Probabilmente perché la pittura ad olio è legata al mio ricordo d’infanzia con mio padre che anche lui, per diletto, amava dipingere.

Ma arriviamo al dunque: com’è nata la tua passione per i Lego?

Come tanti altri, è stato il mio gioco preferito da bambino. Anni e anni dopo, ritrovai in cantina tra le cianfrusaglie proprio loro: i miei Lego con cui giocavo da bambino. L’ispirazione di utilizzarli sulla tela è stata una specie di…illuminazione! E’ stata un’associazione di idee che, messe insieme, funzionavano. Cercavo un mio modo per trasmettere messaggi su temi caldi della cronaca quotidiana e ho pensato ai  Lego come mio cavallo di Troia. Mi spiego: mettere in scena i Lego mi  permette di attirare l’attenzione di chi guarda con un elemento familiare, amico, colorato, infantile, ”innocuo”. Chi guarda, inizialmente è attirato dall’oggetto, dai colori, dall’elemento ludico: poi, soffermandosi sui dettagli e sulla scena del dipinto, ci si rende conto che c’è molto di più. Attraverso questo elemento pop che ispira simpatia mi è permesso trasmettere messaggi di denuncia sociale come la violenza domestica, i femminicidi, le morti bianche, la Crisi…Non cercavo il consenso, cercavo il mio modo di trasmettere qualcosa di importante.

Stefano Bolcato LegoTitolo: Uomini e donne – olio su tela, 2014

Poi sono nate le copie d’autore in stile Lego. Noi di Social Up ti abbiamo conosciuto a La Permanente di Milano con la mostra I Love Lego dove siamo rimasti incuriositi e divertiti dalla tua versione de La Gioconda, La ragazza con l’orecchino di perle, Frida Kahlo e di tanti altri classici da te rivisitati in chiave Lego. Raccontaci com’è nata questa idea!
Stefano Bolcato Lego
I Love Lego – La Permanente Milano

E’ una storia un po’ particolare. Non so in quanti se lo ricorderanno, ma parecchi anni fa accadde un fatto che su di me ebbe un grande effetto. Nel 2015 ci fu un grosso furto di opere d’arte di inestimabile valore a Castelvecchio, Verona: quadri di Tintoretto, Rubens, Mantegna e altri celebri pittori, spariti nel nulla. La notizia mi lasciò senza parole e ne parlai con altri colleghi per provare a fare qualcosa insieme che avesse un significato e che attirasse l’attenzione sul fattaccio. Ebbene, ognuno di noi scelse un quadro tra quelli rubati per reinterpretarlo a piacere in forma di street art, così da avere maggior visibilità possibile. Io scelsi un quadro del 1500 di Francesco Caroto e feci un enorme murales a Roma, reinterpretando i personaggi con i Lego. Quello fu la mia prima rappresentazione di un’opera antica reinterpretata con i mattoncini colorati. Per me è un divertimento ma anche una forma di studio perché richiede una chiave di lettura approfondita del quadro originale, conservandone alcuni aspetti ma tramutandoli in forma ludica. Negli anni ’90, per studio, feci molte copie d’autore dei grandi classici e ora in qualche modo è ritornata questa passione per i Grandi Maestri attraverso il mio punto di vista e la mia personalità. Farlo attraverso un elemento giocoso e pop come i Lego e ricevere così tanto consenso è una gioia per me. Sono le mie opere pop ”al cubo”!

E’ giunto il momento di una domanda un pò provocatoria ma doverosa. Sappiamo che sei anche un pittore di splendidi paesaggi che tu chiami Inner Landscape; tuttavia, ti conosciamo molto di più per le tue creazione a tema Lego piuttosto che per le tue vedute. I Lego ti sono mai stati ‘stretti’? Hai mai percepito che la tua carriera fosse legata al mondo Lego, un pò come capita agli attori che si legano inesorabilmente ad un unico personaggio?

Stefano Bolcato
Inner Landscape – Oltremare

Fino ad ora no. E dico no perché lavorare con i Lego mi diverte e mi permette di tornare bambino. Trovo che questa sia una enorme fortuna! Poi io comunque continuo a portare avanti il mio lavoro con i paesaggi solo che, quando ho in programma una mostra con i Lego, naturalmente hanno la priorità sulle altre opere.

Sono due realtà diverse che convivono, come nel mio sito web.

Ultima domanda: vivere della propria arte è un sogno di tanti giovani. Cosa ti sentiresti di dire a chi vuole diventare e lavorare come artista?

Se decidi di intraprendere questa strada, devi capire prima di tutto quanta spinta c’è dentro di te. Fare l’artista nasce da un bisogno interiore, dal desiderio di esprimerti. Se vuoi farne un lavoro, servono due elementi: una forte spinta interiore e un duro lavoro. Io non credo nell’ispirazione improvvisa, credo nel lavoro metodico e nel prendere sul serio ciò che fai. L’applicazione, lo studio e il lavoro ti daranno sempre un risultato di valore. Inseguire il consenso degli altri ti fa perdere l’obiettivo di mente, portandoti fuori strada. Il successo, quello vero, è come ti senti quando finisci il tuo lavoro. Se nella tua opera c’è un messaggio che viene da dentro, qualcosa di autentico, qualcosa che ha un’anima, il tuo lavoro parlerà al cuore di chi guarda. La fame di successo e di approvazione è il punto sbagliato da cui partire, bisogna partire da sé stessi.