Intervista a Rancore: Argento vivo è un pugno dritto allo stomaco!

A poche ore dall’inizio della 69° edizione del Festival di Sanremo, tra preparativi e tensione, abbiamo intervistato Rancore che canterà “Argento vivo” con Daniele Silvestri.

Rancore è un rapper che da sempre si distingue per essere un autore senza peli sulla lingua e attento ai messaggi da lanciare. “Musica per bambini”, il suo ultimo album, è una dimostrazione della poetica, del talento e delle capacità musicali dell’artista che arriva a Sanremo per la prima volta, conscio della forza e del messaggio della canzone che ha scritto e composto con Manuel Agnelli e Daniele Silvestri. Con quest’ultimo canterà per tutte e cinque le sere, mentre Manuel Agnelli duetterà con loro nella serata dell’otto febbraio.

Rancore ci ha ospitato e ci ha raccontato sensazioni, Daniele Silvestri e i progetti futuri.

Mancano poche ore per il debutto al Festival. Quali sono le sensazioni? Cosa ti aspetti da questa esperienza?

Sicuramente un po’ di tensione superficiale come l’acqua, ma allo stesso tempo anche la sicurezza e la contentezza, (la chiamerei così) nonostante in bocca a Rancore è una parola strana, di aver portato qualcosa che mi piace profondamente e che credo sia anche di rottura secondo un certo tipo di linguaggio, al di là del Festival, di quello che gira in generale come canzoni. Ho proprio quella sensazione di voler fare sentire un qualcosa che è anche il motivo per cui sono qua. La voglia di far sentire questo qualcosa mi porta a gestire bene anche tutte le fasi pre – esibizioni dell’ansia che è anche normale ci sia. Anche perché, se non ci fosse, avrei evidentemente qualche problema di funzionamento del cervello (n.d.r. ridiamo). Quello che mi aspetto è di portare questo messaggio e di portarlo insieme a una leggenda non solo del luog,o ma anche del cantautorato e della musica italiana che è Daniele Silvestri. Sono molto contento di stare qui con lui per questo progetto e credo sia il modo migliore nel quale io possa fare questa cosa, per la prima volta almeno. Sarà sicuramente un’esperienza unica e che ricorderò.

Con te sul palco Daniele Silvestri. Come è nata questa collaborazione? Quanto siete simili secondo te?

Per fare questo pezzo abbiamo avuto poco tempo per conoscerci. Cioè abbiamo prima fatto il pezzo e poi pian piano grazie alla canzone e a quello che sta succedendo che, comunque non è che ci dia tutto questo tempo, ci siamo avvicinati. È accaduta una cosa interessante che non avevo mai fatto in vita mia: ho scritto delle parti di una canzone insieme ad un’altra persona. Questo mi ha fatto capire che abbiamo due età diverse io e lui, però un approccio e un’attenzione ai dettagli molto simile. Entrambi su una parola possiamo starci un giorno a pensare e abbiamo la necessità di trovarla. Abbiamo entrambi un’attenzione ai dettagli e anche un senso autocritico molto grosso che poi è un modo per migliorare e migliorarsi. In fase creativa, è una delle cose più difficili da raggiungere, ma anche la più utile quando stai costruendo qualcosa. Se tutti fossero un po’ autocritici, i palazzi non crollerebbero. Sarebbe tutto fatto leggermente meglio. Mi ha cercato Daniele per scrivere questo pezzo e ce l’abbiamo fatta. Oltretutto siamo io, Daniele Silvestri e Manuel Agnelli. Nel disco suo aveva questa idea musicale e voleva la voce del rancore dentro. Quel che diciamo in questo pezzo è quello che penso io in questo periodo. L’ho detto anche nell’ultimo mio disco uscito qualche mese fa. Non è la stessa cosa, ma è una critica al mondo generale che mi ha portato poi a scrivere una cosa in linea con quel che ha scritto lui.

“Argento vivo” è la canzone in gara. Qual è il messaggio? Quanto è importante per te, per voi cantare questa canzone su un palco come quello dell’Ariston?

È un pugno. È un messaggio forte che spiega anche una problematica comune. La sensazione di non potersi muovere di un ragazzo che vorrebbe, ma non può per colpa di una società e di un sistema già preimpostato. Nel momento in cui nasce, il sistema lo porta a stare già fermo in questo mondo che divinizza la comunicazione mettendo social o schermi alla base dei rapporti. In realtà, va a finire che il mondo è totalmente bombardato di informazioni e che il mondo stesso viene trattato come un bambino distratto, da tenere a bada o comunque da prendere subito l’attenzione per poi passare subito ad un altro argomento. Questa è metafora di cosa sta accadendo nel mondo. “Argento vivo” è un modo di dire per descrivere quelle persone che hanno il fuoco dentro, in un certo senso.

Da cosa trai spunto per scrivere le tue canzoni? Quali sono i tuoi riferimenti letterari?

Il mio modo di approcciare non è mai forzato, è sempre naturale. I riferimenti letterari sono necessari perché se non li cito è come se ne parlassi a metà come citare Van Gogh coi girasoli. Se devo parlare di girasoli, può essere che parlo di Van Gogh, ma non il contrario. È Van Gogh che ha dato un approccio così tanto grande alla nostra idea di girasoli che, nel momento in cui parlo di girasoli, mi viene in mente Van Gogh. Idem in “La macchina del tempo” in cui ho citato Platone. Dovendo parlare di caverna, il riferimento diretto è stato pensare al mito della caverna di Platone che poi è anche metafora della canzone “La macchina del tempo”. L’ispirazione viene da tutto perché, innanzitutto, è chiusa dentro di te la verità di ogni cosa e tutti quelli che hanno avuto in passato il coraggio di spiegare la verità delle cose, nonostante non è una verità assoluta, all’interno della canzone può essere un’altra sfaccettatura utile al quadro per far capire ancora meglio la sensazione che voglio dare.

Di recente, è uscito il video della canzone “Giocattoli” per il quale hai lanciato un concorso. La realtà ha soddisfatto le tue aspettative? Lo rifarai?

Non so se lo rifarò. È stato un esperimento per dire a tanti occhi di spiegarsi e di mostrarsi per poi avere un ventaglio di punti di vista e poi creare un’immagine 3D dei giocattoli. Al posto di fare un video in 3D, ho avuto cento video che messi insieme hanno creato una sfera 3D. Vorrei che chi vede, veda l’idea. Nessun lavoro di quelli inviatomi è didascalico, anzi sono tutti lavori concettualmente complessi. È andata oltre le mie aspettative. Non credevo arrivassero più di cento video, è stato difficile vederseli tutti. Anche con la giuria è stato un bell’incastro. I primi venti video sono paurosi: è stato veramente difficile trovare un vincitore anche se è emerso semplicemente da calcoli basati sui voti dati. Per me sarebbe stato impossibile scegliere. Una cosa interessante per me sarebbe lavorare con i creatori dei video che hanno vinto ma anche con quelli che non hanno vinto oppure provare a mettere insieme un team di persone che hanno partecipato e che, se hanno aderito, hanno voglia di sperimentare e di mettersi in gioco.

Cosa c’è in programma per Rancore nei mesi successivi?

Continuerò il tour invernale con le ultime date ed inizierò il tour estivo in tutta Italia nel quale porteremo “Musica per bambini”, l’ultimo disco del quale stamperemo il vinile tra non molto. Sarà uno show completamente matto, come sempre. Chi è già venuto agli ultimi live, ha visto un grosso upgrade tra costumi, scenografie, tempi e musicisti e quindi continueremo a macinare, a calcare e a distruggere i palchi.

Sandy Sciuto